Assessori muti, inginocchiati davanti a sua maestà la regina della Sila ma anche delle capre (della Sila). Nessuno parla. Qualsiasi cosa venga pubblicata perché, magari, fatta da loro, riporta la dicitura: “come ha voluto e desiderato la sindaca Rosaria Succurro”. Persino alla scoperta dei cimeli nei cunicoli badiali, l’assessore alla Cultura non ha proferito parola. Probabilmente, però, ha fatto bene vista la banalità della “notizia”. Che ha affascinato solo e soltanto chi viene pagato dalla regina e tra i media ci sono praticamente tutti quelli di regime, dai fan del nano di Limbadi a quelli della socia di Occhiuto esperta anche lei in… pubblicità.
Ma torniamo alla “squadra” della regina. Nella storia politica di San Giovanni in Fiore non si sono mai visti assessori così servizievoli come costoro. Assessori senza nessuno spessore. Pare stiano lì, piegati, semplicemente per sbarcare il lunario, senza iniziativa alcuna. E fanno addirittura tenerezza. Ben sappiamo che chi ha avuto grande dignità si è dimesso. Ed è capitato per ben due assessori donna della giunta Succurro. Evidentemente la convivenza era diventata insopportabile, il comando estenuante e l’ipocrisia dominante. E allora andare via è stata la soluzione migliore.
Certo, chi potrebbe patire una simile schiavitù? Solo chi davvero non può fare nulla con le sue forze e deve necessariamente aggrapparsi a qualche potente per riuscire a portare a casa la pagnotta. E’ facile immaginare che se ci fossero state, nella giunta, persone che non avessero avuto bisogno del potere per affermarsi, ad oggi sua maestà e consorte sarebbero già spariti da San Giovanni in Fiore. Ed è proprio ciò su cui il potere gioca: il bisogno della povera gente. La paura di chi non può farcela da solo. Sentendosi potenti, forse resi tali dagli stessi sangiovannesi, i reali approfittano del dolore altrui per compiere le peggiori disfatte affermando: “nessuno deve rimanere indietro” ma solo perché loro devono andare avanti. San Giovanni in Fiore è, come qualcuno, mesi addietro, affermava, semplicemente “un gregge di case con capre sui tetti”. Chi potrebbe smentire una simile affermazione? Solo chi, purtroppo, non è mai uscito dalla propria comfort zone.
E’ terribile ciò che continua ad accadere nella dittatura sangiovannese. Chissà quanto ancora resisterà lo straniero! Qualcuno però si sta svegliando…