San Giovanni in Fiore. La squallida e il teatro dell’assurdo, dove la realtà viene mistificata senza vergogna

Domenica scorsa sull’isola pedonale di San Giovanni in Fiore è andato in scena il teatro dell’assurdo. La sindaca squallida si è fatta intervistare con domande concordate e risposte ovvie. Come fa puntualmente a intervalli regolari da quando si è insediata con i lecchini di turno: stavolta a reggerle il microfono c’era una delle “ragazze” di Franco Laratta, il vomitevole personaggio che fa da direttore alla combriccola di banditi del nano di Limbadi.

Nessun accenno sulla mancanza di acqua in città; nemmeno una parola sulla mancanza dell’energia elettrica al capannone che custodisce i mezzi comunali e al palazzetto dello sport. Ovviamente nulla sulla rete fognaria, perché, per chi non lo sapesse, le pompe continuano a sversare direttamente nel fiume Neto nel silenzio più assoluto, e chi è pagato per svolgere un’azione di controllo, fa finta di niente e si gira dall’altra parte.

La squallida si è guardata bene dal dare notizie su questi tre fronti ai sangiovannesi.
Al Comune c’è comunque aria di smobilitazione. Il braccio armato Alessandro Martire ha protocollato una lettera nella quale ha chiesto l’aspettativa non retribuita dalla prima di ottobre. La coppia perde il braccio armato. Martire ha praticamente firmato tutto quello che c’era da firmare. Evidentemente le cose non vanno come ha raccontato la sindaca, perché, se così fosse, di certo Martire sarebbe rimasto per continuare questo “grande lavoro”, invece deve avere capito che le cose si stanno mettendo male, così cerca di collocarsi da qualche altra parte, ora che ancora può, perché tra qualche mese per come saranno messe le cose, evidentemente sarebbe impossibile. I problemi saranno per quelli/e che resteranno e dovranno rendere conto dell’operato di questa amministrazione: e saranno cavoli amari.

Nell’ultimo consiglio comunale si sono accertati debiti per circa 3 milioni che aggiunti agli oltre 8 milioni e seicentomila euro di crediti inesigibili porteranno il comune al sicuro dissesto dopo appena 5 anni dal primo dissesto della storia.
Martire ha firmato di tutto. Anche sui lavori all’Abbazia c’è la sua firma, come c’è la sua firma sulla distrazione dei fondi per mettere in sicurezza il costone roccioso di Serra Cappuccini, fondi invece utilizzati per un’isola pedonale che non serve a nessuno.
Una situazione davvero paradossale, e di certo ci sarà qualcuno che ne pagherà il conto. Il tempo è galantuomo. Sempre.