Circa un anno fa di questi tempi iniziavano i lavori di manutenzione all’Abbazia Florense. E’ trascorso un anno e fino ad ora i sangiovannesi hanno solo visto lucidate alcune pietre della facciata alle spalle dell’entrata principale. Nulla più!
La vecchia amministrazione comunale aveva ottenuto dalla Regione a guida Oliverio (diamo a Cesare quel che è di Cesare) un contributo di ben 2 milioni e 500 mila euro per mettere in sicurezza l’archicenobbio di Gioacchino. L’ex amministrazione comunale aveva passato tutto in mano alla sovrintendenza per la realizzazione del progetto. L’architetto Pasquale Lopetrone aveva realizzato un progetto per la messa in sicurezza. La giunta lo aveva approvato. Doveva andare in gara. Il Covid ha fatto rinviare le gare e dunque il re è la regina si sono trovati un malloppo che non potevano mandare a gara con il vecchio progetto. Cosa ci avrebbero guadagnato? E allora che cosa si sono inventati? Hanno modificato tutto fregandosene della stabilità del monumento. E hanno cercato di buttare fumo negli occhi per il ritardo che stavano accumulando dicendo agli ignari sangiovannesi che il progetto era perso e che loro lo avevano ripescato.
Il presidente del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti, prof. Giuseppe Riccardo Succurro, convoca allora una riunione del direttivo al quale partecipano sia la sindaca che l’ex governatore. La regina di tutte le capre della Sila illustra ai presenti che i finanziamenti erano persi e che loro li avevano riottenuti. Nemmeno le bugie sa raccontare. A quel punto Palla Palla gli sbatte in faccia una lettera a firma del responsabile dell’ufficio tecnico del Comune che chiedeva alla Regione una proroga dei tempi di ben 6 mesi. La Succurro a questo punto – senza le cuffie con le quali viene… telecomandata, sic!- non ha saputo rispondere e ha gridato all’agguato. Insomma, quella dell’Abbazia è una situazione che andrebbe approfondita dalle fatidiche autorità competenti. Che, però, sono quello che sono. La Sovrintendenza che fa? Adesso nulla di nulla, visto che in procura c’è ancora Cozzolino… Poi però – è solo questione di tempo – qualcuno la illuminerà e i sangiovannesi resteranno a bocca aperta. Il monumento è austero. Non ha bisogno di luminarie, sono arrivate agli occhi a tutti, ma di fortificare le fondamenta e non lavare le pietre.
I lavori vanno avanti a rilento; non si capisce cosa di sta facendo. Ogni tanto si vede qualche operaio e nulla più tra il silenzio generale. E il tempo passa, inesorabilmente…