Prima dell’avvento dei cosentini nella città di Fiore se i vecchi amministratori si permettevano di chiudere l’acqua potabile alle 22:00 di tutte la sere venivano come minimo presi a male parole.
Oggi la regina di tutte le capre della Sila e Marco a ‘mbroglia suo principe consorte, hanno dato disposizioni al maggiordomo (con tutto il rispetto per chi fa questo mestiere magari per bisogno) Alessandro Martire, all’assessore Foglia e all’elettricista, non idraulico, Luigi Mele – quest’ultimo fulminato sulla strada di Damasco, un tempo pallapalliano di ferro… – di chiudere a turno alcuni serbatoi per cercare di mantenere il prezioso liquido nelle case dei sangiovannesi.
Non sempre ci stanno riuscendo! Le rotture della rete idrica sono quotidiane e alcune ditte di Cosenza stazionano a San Giovanni in Fiore per aggiustare i guasti.
Ora diranno: “C’è siccità in tutta la Calabria che cosa possiamo fare?” Non dicono, però, che il Comune ha affidato ad altre ditte amiche risorse economiche che se sfruttate a dovere avrebbero dovuto portare tanti litri di acqua che avrebbero fatto saltare i rubinetti delle case.
Con una determina hanno affidato ad una ditta di Cosenza, la famigerata CMT di cui avete scritto più volte, qualcosa come 181.616,40 euro non si sa per fare cosa. Di acqua non ne hanno portato e si sono incassati una bella parcella. Secondo i bene informati gli “amici cosentini” avrebbero fatto dei semplici sopralluoghi sulla rete e nulla più.
Gli idraulici queste cose le hanno capite e sono stati estromessi dal controllo dei serbatoi, perché avevano espresso il loro punto di vista che non era in linea con i dittatori. La popolazione non parla più. Ormai aspettano le elezioni amministrative per mandare a casa chi ha trasformato il Comune in un bancomat e un ufficio di collocamento per assessori e figli degli amici degli amici.
Lettera firmata