San Giovanni in Fiore. L’ultimo Consiglio e le tragicomiche stampelle dei reali

Ormai nella città di Fiore siamo alle comiche finali. L’ultimo Consiglio comunale è stato di una pochezza unica. Metà consiglieri di maggioranza in remoto, evidentemente sono in ferie e chi se ne frega della comunità. Due di opposizione assenti (Barile e Nicoletti) senza giustificazione e che avevano l’obbligo di difendere la comunità e invece hanno preferito non disturbare il manovratore. Come si presenteranno al popolo non avendolo difeso nelle sedi proprie?

Poi c’è il consigliere Salvatore Mancina che chiude le chiavi. Un personaggio senza né arte né parte. Marco a ‘mbroglia gli ha dato la prebenda e lui ubbidisce come un cagnolino. Infatti, c’era da discutere un piano di rientro sui rifiuti e il consigliere di Cerisano, dopo aver fatto carte false per mandarlo via, ha parlato facendo finta di non conoscere i fatti. È cosa nota a tutti che c’era una rateizzazione fatta dalla passata amministrazione che il Comune stava regolarmente pagando avendo le somme a bilancio. Poi con l’arrivo dei reali la rateizzazione è stata stracciata.

Il braccio armato Martire ha cercato di spiegare il contrario arrampicandosi in modo ridicolo sugli specchi. Lui, Salvatore Mancina, pur di farsi notare da Ambrogio e dalla sindaca, come un manichino telecomandato, ha dovuto dire il contrario cercando di scaricare le responsabilità sul passato. Anche davanti all’evidenza mente sapendo di mentire. Davvero un poveretto. Il padre Giovanni, già sindaco popolare della città, si starà rivoltando nella tomba. Il Mancina, poi, sui debiti fuori bilancio ha fatto delle piroette incredibili e alla fine si è astenuto. Senza nessuna dignità.

Il consigliere Antonio Veltri, fatto assumere alla Provincia di Crotone, si è cimentato nel dare spiegazioni (non è proprio cosa sua) sui debiti fuori bilancio dando le responsabilità ancora al passato. Quando il capogruppo del Pd Lacava gli ha detto che si trattava di debiti di questa amministrazione è uscito con la battuta “non sono un avvocato ma un contadino da tre generazioni”. Facciamo fatica a credergli, perché dei contadini è nota l’intelligenza. La maggioranza si è salvata per il voto favorevole del presidente del consiglio Peppino Bitonti, zerbino dei reali, del resto da uno come lui non ti aspetti certamente che possa fare leva sulla dignità ed agire, vale poco…