DIO, CHE MALINCONICA TRISTEZZA DAVANTI ALLA DESERTIFICAZIONE DEL TERRIRORIO!
(Riflessione sull’aiuola svincolo nord di San Giovanni in Fiore)
dalla pagina FB Spazio Civico Calabria
Una comunità si riconosce anche nei suoi margini: nei dettagli apparentemente minimi, nei luoghi di passaggio, negli spazi che non sono né pienamente urbani né completamente naturali. L’aiuola situata presso lo svincolo nord della SGC 107, all’ingresso di San Giovanni in Fiore, era – fino a pochi anni fa – uno di questi luoghi simbolici. Un frammento di bellezza ordinata, un piccolo giardino pubblico non dichiarato, che accoglieva sia il viaggiatore che il pellegrino con segni tangibili di cura, colore e armonia vegetale.
Oggi, quello che era un punto di orgoglio stradale-urbano, si presenta come uno spazio in via di disfacimento burocraticamente abbandonato. Trascurato. Sicuramente sopraffatto dall’avvenuta desertificazione e comunque dall’indifferenza o dalla lungaggine tecnico-burocratica di chi ha la gestione e le competenze. L’erba incolta, la polvere, lo sterramento devastante, i cespugli rinsecchiti e l’assenza totale di manutenzione sono il segno visibile di una ferita più profonda: quella della rinuncia collettiva alla bellezza, all’attenzione pubblica, alla responsabilità civile e culturale di un popolo assopito.
La memoria visiva di quell’aiuola un tempo fiorita – dove stagionalmente si alternavano ginestre, lavande, rosmarini, e talvolta perfino fioriture spontanee che dialogavano, profumando l’aria, col paesaggio della Sila – rappresentava un piccolo atto di rispetto per il territorio e per chi lo abita o lo attraversa. Non era solo decoro, ma identità. Ogni pianta irrigata, ogni pietra allineata e ogni fiore che germogliava, era il segno che una comunità si riconosceva attivamente nel proprio paesaggio e ne faceva parte attiva. Il contrasto tra l’oggi e l’ieri, tra l’aridità presente e la vivacità vegetativa passata, non è soltanto una questione estetica. È lo specchio di una disgregazione del senso civico, politico e culturale.
Dove prima c’era attenzione, ora c’è dimenticanza; dove c’era progettazione, ora c’è incuria; dove c’era manutenzione, ora c’è abbandono. E non si tratta di un semplice disservizio: si tratta della perdita di un legame doloroso e profondo, della rinuncia a raccontare sé stessi anche attraverso i propri spazi pubblici. San Giovanni in Fiore, città dal passato denso di fiori e di ginestre profumate, di storia e spiritualità, merita un ingresso (..tutti gli ingressi) degno della sua anima rifiorente, utopistica e sognatrice. L’aiuola dello svincolo nord (e di tutte le altre aiuole) dovrebbe tornare al più presto ad essere un biglietto da visita floreale, un simbolo di bellezza, di decoro urbano e di rinascita e non di trascuratezza e di abbandono. Non serve molto: serve visione, cosa che alla Sindaca e al suo staf di certo non mancano, collaborazione tra enti, ma soprattutto una cultura della cura che non lasci gli spazi (come quello inutilizzato di Bellini) e queste aiuole – e con esse, i cittadini – soli nel deserto dell’inerzia e dell’indifferenza. Perché ogni aiuola racconta una storia, una civiltà. E quando smettiamo di coltivarle, smettiamo – in fondo – di coltivare anche noi stessi… .











