San Giovanni in Fiore, truffe senza fine: ora c’è quella dei cunicoli badiali. Tanto la legge sono… loro

I reali che governano ormai da anni il comune di San Giovanni in Fiore continuano a fregarsene della legalità. Vanno avanti imperterriti a fare ciò che vogliono. Ai più vicini dicono, senza giri di parole, che la legge… sono loro. E quindi possono fare ciò che vogliono, tanto non succederà nulla. Le denunce, soprattutto quelle dell’ex sindaco Antonio Barile, sono cadute nel dimenticatoio. Denunce fatte in pieno consiglio comunale. “Il nostro Comune – ha detto – non paga i rifiuti, la pubblica illuminazione, la Sorical, altri tributi e non succede nulla. Questi signori fanno pensare alla gente che sono loro la legge…”.

Udite bene, udite bene: si è svegliato anche il Pd. Incredibile, ma vero! In una nota denuncia che la sindaca fa ciò che vuole riservando il tutto agli amici degli amici.
Il Comune ha avuto alcuni finanziamenti del Pnrr come la ciclovia compresi i cunicoli badiali che loro vorrebbero aprire al pubblico. Non sono cunicoli percorribili come vorrebbero far credere alla gente ma veri e propri “acquari” (acquedotti per innaffiare gli orti) che portavano l’acqua dai cappuccini fino all’Abbazia. Niente di più. Questi lavori dovevano essere finiti entro il 31 dicembre dello scorso anno. Non è così. I lavori sono tuttora in corso.

Per l’appalto di questi lavori c’è stata una gara. Il contratto sottoscritto dall’impresa che ha vinto il bando prevedeva 90 giorni per la fine dei lavori. I reali volevano, a tutti i costi, che la ditta aggiudicataria firmasse, i primi di dicembre, una liberatoria che ne decretasse la chiusura dei lavori alla fine dell’anno passato per rendicontare alla UE e alla Regione. La ditta non ne ha voluto sapere e ha lasciato i lavori. Marco a ‘mbroglia e la regina delle capre non si sono scomposti: hanno trovato una nuova impresa amica (quella del solito Giovambattista Guzzo, dipendente delle Ferrovie della Calabria, candidatosi con la Succurro alle passate elezioni amministrative pronto a dare soccorso ai reali) che ha certificato il tutto senza battere ciglio. Insomma, come è già successo per l’asfalto delle strade cittadine, deviato dal progetto della ciclovia, è accaduta la stessa cosa con questo appalto.
Il Dipartimento della Regione Calabria possibile che non è informato di nulla? Ci sono denunce pubbliche. Alla UE cosa rendiconteranno? Ma anche in questo caso la risposta è la stessa: la legge siamo noi e anche la Regione siamo… noi. Questa è. 

Intanto, alla funivia di Lorica continua il mercimonio: il capitolo assunzioni non è giunto ancora a termine; altri figli (questa volta cugini) di papà sono stati assunti dalle Ferrovie: il consigliere Francesco Lico si è fatto assumere due cugini. Alla faccia dei giovani disoccupati che non hanno santi in paradiso. E tutto tace! Ah, dimenticavamo: la legge sono… loro.