San Mango d’Aquino, ecco come il sindaco “ragazzino” ha battuto vecchia politica e poteri forti

Non abbiamo potuto seguire direttamente, giusto un mese fa, la splendida vittoria elettorale di Gianmarco Cimino a San Mango d’Aquino. Non abbiamo potuto farlo perché il suo avversario, Franco Trunzo, ci ha denunciato più volte per quanto abbiamo scritto su di lui e su chi l’ha lungamente protetto anche a livello giudiziario. Oggi, però, a un mese di distanza, partecipiamo anche noi alla gioia dei cittadini onesti di San Mango d’Aquino finalmente liberata da gentaglia come Trunzo, Torquato, Scalzo, massoneria, Opus dei nonostante il vergognoso immobilismo del procuratore Gratteri, tanto per fare nomi e cognomi. E pubblichiamo il report di un vecchio amico, Fed. Ber.

IL TRIONFO DELLA FILOSOFIA SULLA VECCHIA POLITICA. TUTTA L’ ARTE E TUTTA LA BELLEZZA PER UN CAPOLAVORO. (ANALISI DEL VOTO E QUALCOS’ALTRO)

dalla pagina FB di Fed. Ber. 

Se qualcuno chiedesse a me che storicamente ho sempre perso di spiegargli qual e’ il sapore della vittoria, io gli risponderei che questa ha il gusto di quel bicchiere di vino bevuto davanti al seggio elettorale quando era appena partita la festa. Dissetante, appagante, rigenerante. Magnifico. Dell’annata migliore, rosso, intenso, forte…Un sole radioso intanto si faceva spazio tra le nuvole del maggio meteorologicamente più brutto, ma politicamente più bello degli ultimi decenni per il nostro piccolo paese. Cercava di emergere per potere cominciare ad annegare nel tramonto che da quel punto del paese si vede benissimo, come se fosse nudo, ma a nessuno in quegli istanti poteva interessare qualcosa di diverso da ciò che stava avvenendo. Gli occhi lucidi, pieni di lacrime di gioia non vedevano nient’altro che quella felicità collettiva. Dicono che la politica sia una cosa sporca, brutta e cattiva, che sia sangue e merda, e forse hanno ragione, eppure allo stesso tempo può diventare qualcosa di veramente meraviglioso ed il pomeriggio di lunedì 15 maggio del 2023 a San Mango d’Aquino ce ne siamo accorti un poco tutti …

Anche se nessuno ci crederà, perché la fuori è pieno di professoroni che dall’alto della loro cattedra sul nulla già sanno tutto prima ancora che le cose avvengano; a proposito dove sono oggi tutti quelli che davano Giusy per spacciata (scusate, piccolo fastidioso sassolino nella scarpa che dovevo levarmi); queste sono state le elezioni più difficili e complicate che si potevano immaginare… Un esperimento complesso e delicato, quello di unire storie politiche in passato conflittuali per decenni, forze ambientalisti, progressiste, con altre sensibilità politiche, in un progetto civico di lungo termine che ha come orizzonte il 2030.

Con una lista giovane e non priva di contraddizioni che sappiamo tutti, ma con un “ragazzino” sindaco capace e determinato, una vera forza della natura, in grado di entusiasmare e di coinvolgere tutti dal primo all’ultimo degli arrivati.
All’inizio, quando eravamo in svantaggio davanti ad un’amministrazione uscente che poteva vantare i suoi numeri ed il suo lavoro fatto, appoggiata da ministri, senatori, assessori regionali, presidenti di provincia, parlamentari, imprenditori e ci mancava poco che arrivasse pure l’endorsement della Meloni; ci dicevamo preoccupati che doveva essere per forza un capolavoro, un’ opera d’arte che rasentava la perfezione, che non potevamo sbagliare nulla altrimenti non sarebbe stato possibile.

Nelle proiezioni ci toglievamo pure i voti dei famigliari per immaginare lo scenario peggiore, e quando ci si poteva accomodare in un facile ottimismo eravamo costretti a stroncarlo sul nascere per mantenere sempre la tensioni alta. Utilizzo il plurale perché è stata la vittoria di un insieme, di un collettivo, che ha sperimentato una forma di democrazia assembleare magari bizzarra, imperfetta, ma efficace, vincente, essenziale, travolgente. Chi si è trovato pure per caso in sezione nelle notti dei giorni più concitati lo ha potuto vedere con i suoi stessi occhi…Lo sforzo e la bellezza di fare parlare tutti e tutte comunque, il desiderio di mantenere e di difendere l’insieme, la fatica ed il prodigio dell’ascolto, del confronto, la sintesi e l’ultima parola che spettava sempre al nostro giovane sindaco dalla grande autorevolezza.

Quando ognuno raccontava le sue esperienze e la sua appartenenza politica famigliare nelle dinamiche paesane, tra persone fino a dieci anni fa avversarie ed ora fianco a fianco in trincea con l’elmetto in testa e pochi colpi rimasti nel fucile… La tensione, l’adrenalina prima dei comizi, i piccoli cortei, le lunghe interminabili discussioni su qualsiasi cosa, le telefonate infinite, la nostra canzone, la mitica Vitara, le carte dei conti approssimativi sui voti, le operazioni da poter dire e quelle da non rivelare, le idee geniali, le talpe che salutiamo con affetto, gli uccellini che cinguettavano, il continuo spronare i candidati ad andare casa per casa, campagna per campagna, magazzino per magazzino, porta per porta, sempre, quasi in maniera ossessiva compulsiva, le torte deliziose, il prolungamento delle sezioni nei bar dove si giocava a poker con gli amici avversari attraverso lunghe alcoliche chiacchierate fino alle luci dell’ alba …

E poi questi cazzo di poteri forti che stavano tutti dall’altra parte ma venivano sempre affibbiati a noi con delle acrobazie mentali che neanche al circo Togni… La stanca vecchia retorica della politica del fare, contro la filosofia del cambiamento e madre mia quanto è bella la filosofia, la complessità, quanto è bello chiedersi sempre il perché delle cose, rimettendo tutto in discussione se necessario, per non correre il rischio di diventare come il presidente del consiglio regionale Mancuso, uomo della lega, che ha chiarito dal palco di quel triste comizio a tutti definitivamente che futuro adesso non poteva in alcun modo perdere queste elezioni…E poi la Lega, il tentativo di infangare e rovinare l’immagine attraverso il pasticcio della tesi completamente infondata, se non soltanto sulla base di una banale velina interna ad un losco ed orrendo partito in preda a delle lotte intestine feroci.

Una fandonia che non stava in piedi neppure se letta al contrario .. Un’illazione che faceva più acqua del Titanic mentre stava per affondare nell’oceano Atlantico. Al punto da diventare un boomerang con una reazione contraria veemente che ha travolto ogni cosa, facendo soffiare ancora più forte il vento nelle nostre vele.. Ed anche in quel frangente il coraggio della democrazia, la forza di decidere i termini della reazione nel cuore della notte tutti insieme con chi c’era, uscendone ancora più compatti…Se questa è la filosofia di cui eravamo accusati, allora lo ammettiamo, finalmente a giochi fatti confessiamo, siamo tutti stati filosofi…

È stata la più bella campagna elettorale della storia del nostro comune, talmente potente ed avvincente da diffondere entusiasmo in tutti i paesi vicini… Abbiamo parlato di programmi e di progetti, di come affrontare problematiche serie e stringenti come la rete idrica ed il depuratore. La prima diretta social nella storia delle elezioni comunali di San Mango, il primo dibattito televisivo tra i candidati a sindaco, facebook ed Instagram, i post, la conta dei like, le storie, il super potere dei meme…Calma, calma, calma ragazzi non cadete nelle provocazioni… chissà quante volte l’ho detto e chissà quante volte io stesso ho fatto il contrario.

I tempi sono davvero cambiati…Una grande affluenza alle urne, 28 voti di lista contro 4, una media tra candidati di oltre 50 preferenze a testa per la lista vincente. Il grande Lo Coco a cui va detto ancora grazie, il nostro super vice Viola oltre le cento preferenze, l’exploit di Marsico e l’ottima affermazione di Vescio che deludendo le aspettative di alcuni corvi hanno dimostrato come la vittoria sia maturata in questo mese di campagna elettorale, evidenziando quanto il nostro racconto, la nostra narrazione sia stata di gran lunga più efficace, più convincente. Con ogni evidenza la nostra voce si è fatta sentire in maniera più forte e più chiara…

Non è stato bocciato il vicesindaco Trunzo, non era un referendum personale, ed è ingiusto addossare le responsabilità di una sconfitta soltanto su di lui, è stato piuttosto affossato un intero progetto politico vecchio, da prima repubblica, basato solo sulle conoscenze in regione o in provincia e fin troppo schiacciato a destra sulla Lega. A tal proposito bastava andare a vedere i risultati delle ultime politiche a San Mango per capire che si andava a sbattere contro un muro, considerando che tra Pd, Movimento Cinquestelle ed unione popolare si arriva ad una maggioranza schiacciante. La comunità di San Mango d’Aquino è molto più a sinistra di quanto possono pensare alcuni scienziati che guardano troppo spesso Retequattro…

Anche lo stesso Gallo, espressione dei Fratelli d’Italia in paese, ha avuto un grande risultato ma cannibalizzando la sua stessa lista, lasciando ben tre candidati sotto le venti preferenze. Inoltre appiattirsi così a destra ha fatto letteralmente scomparire il profilo civico e popolare della lista. La nostra gente d’altra parte aveva bisogno di speranza, di credere ancora in un cambiamento possibile. Le persone vogliono sognare ed innamorarsi nuovamente di qualcosa, vogliono immaginare e realizzare un futuro in un mondo che cambia alla velocità della luce, e non semplicemente accontentarsi dell’ordinario, della solita vecchia politica di sempre. Le persone vogliono partecipare ed andare avanti, progredire insieme da comunità unita…Tutti questi sentimenti sono stati interpretati in modo magistrale dal neo sindaco Cimino. Del resto la differenza tra progresso e sviluppo è stata fondamentale. Da una parte la proposta di un cambio di passo anche culturale, di un nuovo approccio all’amministrazione, con progetti pensati, discussi, in equilibrio con il nostro territorio, con un racconto da fare e da creare insieme per una crescita collettiva non solo economica; dall’altra parte le solite promesse campate in aria di finanziamenti ed opere senza nemmeno chiedersi il perché, concentrandosi solamente sul punto economico, tra l’altro tutto da dimostrare.

È stata una vittoria maturata nella campagna elettorale se analizziamo che alcuni elettorati storici sono stati spalmati nell’arco di poco meno di venti candidati distribuiti da una parte e dell’altra. Chi sostiene il contrario mente sapendo di mentire, accampando scuse per non affrontare la realtà dei fatti.
Prima l’ operazione Brugherio che ha messo in evidenza le debolezze programmatiche degli avversari, poi i comizi straordinari per partecipazione e contenuti in cui Gianmarco ha fatto la differenza.

Infine l’iniziativa con Zicchinella, il sindaco di un comune calabrese di cinquecento abitanti che è il più finanziato d’Italia avendo ottenuto già 10 milioni di euro di fondi PNRR, il quale è intervenuto a San Mango proprio per rovesciare l’orrenda narrazione tossica degli amici degli amici senza i quali non si possono ottenere i finanziamenti pubblici, come vergognosamente urlato dal palco del comizio avversario addirittura dal presidente del consiglio regionale della Calabria; qualora ve ne fosse stato bisogno, la sentenza tombale, l’ ulteriore prova inequivocabile che noi i poteri forti li abbiamo avuti tutti contro, semmai.

Sembra impossibile ma pare davvero che non abbiamo sbagliato nulla, e non ci posso credere neppure io…Persino nella prima uscita quando siamo stati travolti e sorpresi dalla partecipazione dei sammanghesi ce la siamo tutto sommato cavata egregiamente mettendo involontariamente in moto una piccola onda crescente di consenso e di simpatie..
È stata una cavalcata fantastica. Io che forse ero una delle ultime ruote del carro e che avevo anche delle remore all’inizio, io che non sono certo un tipo facile, ad un certo punto mi sono sentito talmente coinvolto da comportarmi come un protagonista di primo piano, per questo credo di dovere ringraziare tutti per avermi sopportato. Innanzitutto i candidati, una squadra eccezionale, veramente unita, persone davvero valide, appassionate, il meglio che San Mango poteva offrire, in particolare gli esclusi che sono sicuro saranno comunque coinvolti pienamente nel progetto amministrativo, quindi gli eccellenti Gaspare, Mariateresa e Francesco…

Ringrazio il grande Ivano, persona gentile e squisita, coordinatore praticamente perfetto in tutto… I ragazzi della sezione, soprattutto i più giovani che non conoscevo a cui auguro il meglio, splendidi davvero che non cito ad uno ad uno solo per non allungare oltre ogni limite consentito dalla sopportazione umana questo post, ma grazie davvero di cuore, siete stati veramente scintille e dinamite, il nostro unico vero potere forte… Ringrazio inoltre gli attivisti da remoto che hanno fatto un lavoro straordinario e fondamentale, la nostra autentica arma in più. Tutte le persone che ho conosciuto ed incontrato, con cui ho condiviso ansie e timori, ma soprattutto del tempo irripetibile, unico, con la gioia della vittoria finale. È stato veramente un piacere immenso ritrovarsi ed in alcuni casi conoscersi di nuovo in questo contesto ha reso tutto ancora più magico… Poi ringrazio doverosamente gli avversari rispetto a cui per alcuni ho perfino difficoltà a definire tali, perché sono sempre stati semplicemente amici e sempre lo saranno. Spero davvero di non avere mai mancato di rispetto e turbato sul personale nessuno di loro, in tal caso mi scuso dal profondo del cuore, e per il resto penso che lo sappiano meglio di me, non era un gioco e non era neppure un pranzo di gala, ad ogni modo grazie devvero per il rispetto, per il contegno, la serietà e la disponibilità che hanno dimostrato, è stato un mese straordinario anche per merito loro..

Infine tu, che anche se sarai d’accordissimo sull’utilizzo del plurale dalla prima riga fino all’ultima, devi sapere che nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile senza la tua bravura e la tua umanità, senza il tuo talento politico, il tuo intuito, senza il tuo coraggio, in ogni minima cosa, pure contro la sorte.. Grazie sindaco, per averci regalato questo viaggio stupendo in intercity che non dimenticheremo mai, perché solamente coloro i quali sono saliti puntuali sulle carrozze di questo piccolo treno sgarrupato possono sapere cosa si sono persi quelli che hanno invece deciso di non schierarsi restando fermi alla stazione per aspettare un prossimo convoglio che probabilmente non passerà mai più.
Nel frattempo quel vino al sapore di vittoria lo abbiamo bevuto con tutto il piacere che potevamo provare, fino all’ultimo sorso, ma nella botte del tempo ormai starà già diventando un aceto di nostalgia per qualcosa di straordinario e talmente intenso che probabilmente non si ripeterà una seconda volta …E già se ne sente la mancanza nell’aria.. .. Oppure, forse, il meglio deve ancora venire…
NON SI PUÒ FERMARE IL VENTO CON LE MANI. IL FUTURO È ADESSO!