San Nicola Arcella-Arcomagno, una gestione da ripensare

San Nicola Arcella-Arcomagno: una gestione da ripensare
L’Arcomagno ha riaperto i battenti già dal primo giugno e ha totalizzato solo in questo mese, secondo quello che leggiamo in un articolo circa 10.000 presenze di visitatori.
Ma andiamo indietro.

L’Arcomagno

E ‘ bene ricordare che fino a poco tempo fa l’Arcomagno era completamente abbandonato, mai un controllo, liberi tutti di fare il proprio comodo, era ridotto a luogo di bivacchi e attendamenti diurni e notturni, a luogo di grigliate affumicanti, a deposito di rifiuti e anche luogo di espletamento di bisogni fisiologici, di tuffi pericolosi al di sopra della volta dell’Arco.
Questa situazione è stata tollerata per tantissimo tempo, perché era considerata il meglio che si potesse chiedere a quel sito, perché questo andazzo faceva comodo a tutti a chi perseguiva un interesse economico e a chi quello politico.

Le denunce

Italia Nostra ha più e più volte, con una vera e propria campagna di stampa e di informazione denunciato questa situazione intollerabile per il decoro e la fragilità del sito e sostenuto fortemente una fruizione sostenibile a tutela non solo del sito stesso per il suo rilevante valore paesaggistico, ma anche ai fini della sicurezza dei visitatori, problematica che è stata sempre posta in primo piano di fronte alle continue frane che si ripetevano e si ripetono e che non può non ricondurre alla responsabilità di chi lo gestisce ed esige il costo di ingresso.
E veniamo a questo aspetto. Italia Nostra è stato anche il primo soggetto a parlare della introduzione di una forma di bigliettazione al solo e unico scopo di migliorare le condizioni idrogeologiche ed estetiche del sito. Infatti per noi la bigliettazione con l’utile che da essa derivava doveva essere esclusivamente messa a disposizione del sito stesso, in modo visibile è trasparente, migliorandone le condizioni di manutenzione, di accesso e della sicurezza dei sentieri e dei costoni. Questo sarebbe stato certamente meglio compreso da tutti quei visitatori che avrebbero visitato l’Arcomagno, anche per gli indubbi vantaggi e benefici derivanti da una diversa fruibilità, quindi un Arcomagno da visitare e godere, e non più luogo di bivacchi e grigliate varie.
Dall’utile ricavato nella gestione degli anni precedenti, quando è stato investito specificatamente sull’Arcomagno , cioè sul sito stesso e non per altre finalità?

La proposta di gestione

Riteniamo che è ormai tempo di fare una riflessione su quale tipo di gestione sia il meglio per questo sito, per assicurare il reperimento di risorse da investire per migliorarne le condizioni ancora molto precarie in quanto costantemente a rischio di frane e smottamenti , per lavori di messa in sicurezza, o se si debba procedere esclusivamente alla massificazione delle entrate senza alcuna garanzia della loro destinazione per un sito che mantiene ancora seri problemi di sicurezza. Dagli anni passati, ad oggi, la situazione è indubbiamente migliorata, le idee nuove di sostenibilità hanno fatto breccia anche nei confronti dei più riottosi e chiusi: questi gli aspetti positivi, non più bivacchi e attentamente ma una presenza più sostenibile ed adeguata in linea con ciò per cui ci siamo battuti. Ma ancora c’è tanta strada da fare soprattutto per garantire sicurezza e migliori condizioni di accesso. Come è bene parlare chiaro e dire che all’Arcomagno non si accede con visite guidate organizzate da personale formato, ci sono solo alcuni controlli non finalizzati specificatamente alla sicurezza, e i visitatori vi accedono in solitaria, cioè alla spicciolata una volta staccato il biglietto. Non era certo questo che avevano auspicato i tecnici quando hanno redatto il verbale di collaudo derivante dagli unici lavori di messa in sicurezza effettuati che, però, non hanno purtroppo grandi risultati.
Italia Nostra Alto Tirreno Cosentino