L’indecente pantomima dello scontro tra i commissari e la Regione che ha determinato il blocco delle assunzioni nella sanità calabrese viene finalmente presa di petto dalla procura di Catanzaro. Giovedì la Finanza ha fatto irruzione nel Dipartimento Tutela della Salute della Regione e ha acquisito la documentazione necessaria per cercare di capire cosa stanno combinando questi signori.
Tutto ruota intorno alla figura del vicecommissario Andrea Urbani, di stretta osservanza cinghialesca, la cui firma manca in calce al decreto non si capisce (o si capisce troppo bene) perché. La posizione di Urbani, che risulterebbe incompatibile perché ha anche l’incarico di responsabile della programmazione sanitaria nazionale, rappresenta il cavillo al quale si attaccano tutti per gestire meglio la massa delle assunzioni. I soliti giochi di potere che si spera possano essere finalmente smascherati.
La Regione, quando meglio le aggrada, decide di non pubblicare i decreti non firmati o firmati da Urbani; il commissario dice che tutto va bene anche senza la firma di Urbani per far finta di dire il contrario. E noi stiamo fermi a guardare questo vergognoso scaricabarile.