Sanità, padroni e padrini

Non appena si scatena la bagarre all’interno del Pd, il mondo dell’informazione calabrese sembra essere in preda al ballo di San Vito.

Enza Bruno Bossio e Mario Oliverio sono in guerra con i renziani (vecchi e nuovi)? Ed ecco che si materializzano immediatamente le fazioni.

Madame Fifì controlla agevolmente la linea editoriale del Quotidiano della Calabria, pardon del Sud. Vecchie storie legate al Centro Stampa di Castrolibero ma anche comuni militanze nel Pci di tanto tempo fa, hanno cementato un rapporto di ferro tra l’editore (oggi ombra ieri palese) e Nicola Adamo.

Il problema sarebbe stato trascinare nella guerra i fratelli Gentile (accavallatissimi con l’editore), ma poiché Enza si guarda bene dall’infastidirli, non c’è problema: via libera all’attacco concentrico contro iGreco e i renziani, anche se può costare denunce e richieste di risarcimento danni.

Certo, la Bruno Bossio avrebbe potuto scegliere anche i suoi consueti media di riferimento come Il Garantista o La C ma l’attacco non avrebbe avuto la stessa efficacia.

Il Quotidiano, per quanto sia letteralmente crollato a livello di credibilità e di autorevolezza, è sempre meglio di un giornale diretto da Piero Sansonetti o di una televisione di servizio che non se la vedono neanche i parenti dei dipendenti.

Certo, sarebbe stato ancora meglio chiedere sponda alla Gazzetta del Sud ma di questi tempi alla corazzata messinese chi arriva a proporre polpette avvelenate contro iGreco si prende come minimo una porta in faccia.

La Gazzetta, che a Cosenza si è smaccatamente schierata al fianco del sindaco Occhiuto, è sempre stata un giornale di regime ma qualche volta non ha disdegnato qualche assist al compagno Nicola. Ma con iGreco non si scherza, siamo seri.

Se poi aggiungiamo che La Provincia è già di proprietà dei cariatesi e che Teleuropa presto lo sarà, il quadro generale del nostro panorama informativo è bell’e disegnato.

Resterebbe la rete, dove il punto di riferimento è senza dubbio Il Corriere della Calabria. Ma ormai da tempo Nicola ed Enza, alle latitudini minnitiane, sono in caduta libera.

E così ci si riposiziona in attesa di un nuovo scossone.

La situazione che si presenta oggi, aspettando altri eventi, è quantomeno grottesca. Tutti, ma proprio tutti, parlano di lobby e di interessi sporchi sulla sanità, ma proprio nessuno riesce a fare dei nomi. E i protagonisti dell’informazione (?!?) calabrese ovvero i giornalisti, si guardano bene dal chiedere ai loro padroni, anzi padrini, di pronunciare nomi, cognomi o almeno gruppi. Niente di niente.

Anzi, iGreco arrivano finanche a chiedere a Oliverio di fare dietrofront sulle sue (molto) velate accuse di intimidazione.

Insomma, tutti fanno fare un figurone addirittura a Fausto Orsomarso che, giustamente, sottolinea questa vigliaccheria e urla ai quattro venti al Pd, una volta per tutte, di fare i nomi. Ma è speranza perfettamente inutile.

Vanno così le cose nel mondo dell’informazione al servizio dei padroni. Anzi, dei padrini.