- AL MINISTRO DELLA SALUTE
- AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA
- AL SIG. SINDACO COMUNE DI ROSSANO QUALE AUTORITA’ SAN. LOCALE
- AL COMMISSARIO PER LA SANITA’ IN CALABRIA
- AL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO SANITA’ DELLA REGIONE CALABRIA
- AL DIRETTORE GENERALE DELL’ASP DI COSENZA
- AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CASTROVILLARI
Atto di esposto
Il presente atto intende porre all’attenzione delle competenti Autorità amministrative e politiche e del Procuratore della Repubblica accadimenti che riguardano vicende che hanno visto l’ospedale della città, cosiddetto Spoke, Rossano-Corigliano smantellato, nonostante le continue promesse e le passerelle politiche, in ordine alle quali si è deciso di agire concretamente con un’azione di gruppo tesa a difendere il diritto alla salute e quindi l’ospedale che a parere degli scriventi appare leso anche sotto il profilo giuridico.
Constatiamo infatti che ormai la salute nel nostro territorio non è più un diritto, da qui la presente denuncia che viene inoltrata anche alla Procura della Repubblica di Castrovillari e che è volta alla tutela dell’interesse pubblico e dell’art.32 della Costituzione. Si sono purtroppo verificati numerosi episodi di malasanità, si assiste a quotidiani disservizi, ritardi, mancata assistenza e carenze ad ogni livello a fronte dei quali ogni tentativo di porre rimedio è vanificato da una pratica non più tollerabile.
Tanto si produce anche al Procuratore della Repubblica affinché vengano effettuati gli opportuni accertamenti, nonché venga valutata la sussistenza di eventuali profili di penale rilevanza di specifici fatti dedotti,quali dissociazione dalle disposizioni vigenti in materia (patto per la salute 2014-2016; Programmi operativi 2013-2015 e 2016-2018;DCA 5 Luglio 2016; Riorganizzazione delle reti assistenziali (Rete Ospedaliera, rete dell’emergenza-urgenza; DCA n.64 del 5 Luglio 2016); Mancata Adozione dell’Atto Aziendale- DCA n.130 del 16.12.2015.
Premesso che:
la Calabria è al primo posto, tra le regioni italiane, per emigrazione sanitaria extra regionale con un valore di mobilità passiva che ha ormai raggiunto quasi 300 milioni di euro. Con riferimento al valore Griglia LEA, l’ultimo dato disponibile relativo all’anno 2014, assegna alla Calabria il punteggio di 137, il più basso tra le regioni italiane che si abbassa ulteriormente nello Spoke Rossano-Corigliano.
Lo Spoke Corigliano-Rossano, non ancora attivato nelle sue specifiche funzioni, benché formalmente istituito, lavora in condizioni di permanente disagio e precarietà, vivendo una contraddizione in termini per cui è stato smantellato ciò che preesisteva, senza implementare una razionalizzazione per come indicata nel Piano Operativo 2016-2018, sia per la mancata copertura delle previste dotazioni mediche ed infermieristiche, anche a fronte di prevedibili pensionamenti, che per la mancata attivazione di posti letto programmati nel Piano Attuativo 2016-2018 della Regione Calabria e da attivarsi entro il 31.12.2016, ed infine per un utilizzo improprio di quelli esistenti e per la totale obsolescenza delle attrezzatura e, spesso, dei locali medici (sale parto, sale operatorie, ecc. ) e per il mancato rispetto degli standards qualitativi strutturali tecnologici, venendo meno ,così, ogni garanzia per la tutela della salute.
Oggi, alla luce dei fatti e degli indicatori statistici che ci forniscono la stessa Regione ed il Ministero della Salute, si può affermare che è proprio l’attuale previsione degli Hub e degli Spoke, non coerente alla conformazione fisica del territorio provinciale, a rivelarsi un pessimo modello organizzativo per la semplice ragione di non tenere in alcuna considerazione la circostanza che gli spoke distano dal centro hub in maniera diseguale e che i Comuni afferenti agli Spoke sono a loro volta pesantemente penalizzati dalle distanze fisiche. Peraltro, si constata facilmente che anche il modello Spoke ipotizzato oltre a restare ancora oggi non attuato vive un processo di progressivo depotenziamento e spoliazione.
Ancora oggi si tratta di un Spoke fantasma in quanto:
- Permangono due chirurgie fotocopia ,ambedue funzionano a stento, anche per l’avvenuto pensionamento di personale medico non rimpiazzato (tanto che numerose sono le proteste di un gruppo di pazienti che hanno atteso ben quattro giorni a digiuno per modesti interventi chirurgici a causa della indisponibilità dei servizi di anestesia);
- Permane il malfunzionamento del laboratorio di analisi a tutto vantaggio dei privati;
- Si allungano le liste di attesa anziché accorciarsi;
- Le apparecchiature per la diagnostica radiologia sono spesso ferme e, quelle di nuovo acquisto, come la risonanza magnetica presso il Presidio di Rossano, non attiva benché sia trascorso un triennio dalla commessa;
- i servizi di otorinolaringoiatria sono diventati di fatto di tipo ambulatoriale stante la semplice circostanza che lavorano dal lunedì al venerdì e dalle otto alle due senza che vengano praticati interventi operatori;
- l’ortopedia lavora a ritmi ridottissimi ed in uno con la medicina e la chirurgia per mancanza dei dirigenti medici;
- non si procede alla unificazione delle aree mediche e chirurgiche sicché funzionano a singhiozzo sia a Rossano che a Corigliano;
- il Reparto di Ostetricia e Ginecologia, benché gravato di notevoli carichi di lavoro, opera in condizioni non conformi agli standard per come attesta una recente verifica Commissariale per le oggettive condizioni fisiche del Reparto e per carenza di personale.
Quanto all’assistenza sociale, intendendo per tale quel ramo del welfare che rappresenta la «cura» in senso lato della persona, prima, durante e dopo l’accesso alle prestazioni sanitarie in senso stretto, tutti possono agevolmente constatare che l’assistenza socio-sanitaria integrata risulta sconosciuta alle nostre latitudini.
Per i servizi territoriali, organizzati per distretti, nel nostro caso quelli di Rossano e Corigliano, dei quali noi auspichiamo l’unificazione, siamo in presenza di un livello di disorganizzazione generale e di mancanza di integrazione tra quelli territoriali e di questi con quelli ospedalieri e con quelli programmati ed erogati dai Comuni in una condizione di carenza di programmazione su base pluriennale dei servizi. Ne conseguono disagi sociali e sanitari per i singoli e per le famiglie, per le categorie meno abbienti e per i portatori di handicap, con evidente dispersione di risorse come ad esempio nel caso dei servizi agli anziani ed ai diversamente abili erogati dai Comuni che riescono perfino a perdere i finanziamenti dei fondi PAC come nel caso del Comune di Rossano.
A questo quadro desolante va aggiunto l’ulteriore depauperamento di paesi isolati di questo territorio che hanno come unico servizio il medico di base, il quale quando deve richiedere una prestazione di supporto, fa i salti mortali per dare una risposta al paziente oppure è costretto, nella migliore delle ipotesi, a ricoveri in ospedale con conseguente intasamento del Pronto Soccorso.
Quanto alle UOC ospedaliere prive di primari o rette da “primari” facenti funzione ed alle carenze di personale medico, infermieristico e tecnico la condizione limite per la quale non sono più erogate le prestazioni impone un accertamento di responsabilità ed un investimento in organizzazione e in personale ospedaliero per completare gli organici dei reparti oggi incompleti, per erogare maggior e migliori servizi sanitari soprattutto in aree come quella della ortopedia, della cardiologia e chirurgia dell’area oncologica, che sono tra le prime cause di fughe fuori regione .
Al riguardo si richiede:
- che il piano assunzioni 2017 assuma come prioritaria l’area della sibaritide che risulta essere l’area della regione con la più bassa percentuale di posti letto (1,3/1000 ab) e nella quale i posti letto realmente attivi sono di molto inferiori a quelli assegnati; 2 che siano superate le notevole carenze degli screening oncologici, dell’assistenza domiciliare e degli hospice;
- che si dia corso alla realizzazione della case della salute di Cariati e delle unità complesse di cure primarie a Rossano che incorporino il Servizio di Guardia Medica garantendo la copertura delle 24 ore ;
- che si attui, quanto allo spoke, con urgenza data la drammaticità dell’attuale situazione, un forte investimento strutturale sui pronto soccorso, sulle dotazioni strumentali dei due presidi, con particolare riferimento ad ecografi e altre apparecchiature coma TC e Risonanza, sul laboratorio di analisi.
Si chiede alle Autorità in indirizzo che si formuli in tempi brevissimi un piano di superamento delle criticità operative che consenta di raggiungere i valori programmati degli indicatori LEA e l’azzeramento delle liste di attesa accompagnati da un congruo investimento in tecnologie ed attrezzature che investano anche l’area della burocrazia il cui modello organizzativo provoca disservizi e dispendio di risorse a causa di un malinteso e male organizzato accentramento di funzioni a livello provinciale e che si dia corso all’organizzazione dello spoke così come previsto nella pianificazione vigente superando le contraddizioni dei due Ospedali fotocopia.
I sottoscrittori sono fermamente convinti che occorre mettere fine al disegno di distruzione del sistema sanitario pubblico nel territorio della sibaritide che i cittadini vivono con esasperazione.
Ebbene, per quanto sopra esposto e motivato i cittadini sottoscrittori della presente, chiedono:
AL Sig. Sindaco del Comune di Rossano, nella qualità di componente della conferenza dei sindaci, di promuovere un’assemblea dei primi cittadini della Sibaritide, al fine di effettuare un esame comune sull’andamento del Sistema Socio- Sanitario, volto alla richiesta di convocazione della conferenza dei sindaci provinciale, e, dunque, esercitare i propri compiti come previsto dal DLG 502/92 e successive modifiche ed integrazioni e dalla L.R n.2/96 e successive modifiche ed integrazioni.
Inoltre, diffidano il Direttore Generale dell’ASP affinché porti a compimento il procedimento di approvazione dell’Atto Aziendale.
Chiedono che la Procura della Repubblica voglia disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti in narrativa, valutando gli eventuali profili di illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti.