Sanremo 2024. Loredana Bertè, la sua ‘confessione a cuore aperto’ la porta al primo posto, in alto verso il podio

di Carlo Moretti

Fonte: Repubblica

Loredana Bertè vince la prima serata convincendo la giuria della Sala stampa, tv e web e mettendo così il cappello anche sul Premio della critica, i cui voti dovrebbero coincidere con quelli della prima serata, essendo espressi sostanzialmente dagli stessi giurati.

Il risultato era ampiamente atteso e giusto, quello di ieri sera, per il valore della canzone e per l’interpretazione di Pazza, misurata nonostante l’esplosività del brano, che ha il sapore dei suoi grandi successi degli anni Ottanta e anche il pregio di essere una confessione allo specchio in cui si ritrovano tutti gli elementi che negli anni ci hanno fatto amare e reso poi tanto popolare Loredana Berté.

Pazza è una bella canzone ma è anche una confessione a cuore aperto, un grido di libertà, il riconoscimento dei propri limiti e il coraggio di affrontarli e superarli, e per questo piace al pubblico. Ha una veste rock ma è poi anche splendidamente melodica, è allo stesso sfrontata e tenera. Come lo è stata Loredana sul palco, con quel pantaloncino nero attillato e il vestitino inguinale che lo lasciava intravedere, le gambe sempre splendidamente tornite nonostante l’età, le pose da pazza con le braccia strette intorno ai fianchi come in una famosa copertina in cui la Bertè indossa una camicia di forza. E alla fine quelle braccia aperte ad abbracciare il pubblico e gli occhi chiusi puntati verso il cielo a sognare e forse dialogare con Mimì, sempre evocata su questo palco. Standing ovation all’Ariston e standing ovation anche in sala stampa. Le premesse per fare bene nel corso di questo Festival ci sono tutte.

Loredana è tornata in gara con la voglia di prendersi finalmente il riconoscimento che meriterebbe, dopo essersi classificata le ultime due volte sempre soltanto quarta. A 73 anni con Pazza ha tutte le carte in regola per raggiungere il podio del Festival, forse poter puntare a strappare qualcosa in più, come in Non sono una signora c’è il racconto e la passione di tutta se stessa, in cui ammette di essersi “spremuta il cuore come un dentifricio” e di essersi “odiata abbastanza”.

Bertè al Festival ha fatto scandalo e cantato canzoni che hanno lasciato il segno come Re, nel 1996, scritta per lei da Mango, quando salì sul palco per un balletto insieme a due ballerine, tutte e tre indossando un vestitino in pelle con minigonna vertiginosa e un pancione da incinte che fece scandalo: “Volevo dimostrare che una donna quando è incinta non è malata ma è ancora più forte. Invece la casa discografica mi strappò addirittura il contratto”.

Fu la prima di una lunga serie di partecipazioni concluse senza la soddisfazione del podio. L’ultima nel 2019, quando Cosa ti aspetti da me strappò tre standing ovation al pubblico: tante soddisfazioni ma nessun premio tanto che Claudio Baglioni se ne inventò uno per l’occasione, un riconoscimento speciale, il Premio del Pubblico dell’Ariston, mai ritirato dalla cantante.

Stasera Loredana Berté tornerà a cantare sul palco dell’Ariston. Le esibizioni saranno giudicate dal pubblico attraverso il televoto e dalla giuria delle radio. Anche in questo caso alla fine della serata saranno annunciati i primi 5 in classifica.

IL LOOK

Donna cortissima, a palloncino – con delle balze bianche e righine nere – che lascia completamente scoperte le gambe. Una maxi felpa nera con camicia bianca. Loredana Bertè per la prima sanremese sceglie un look moderno, dal taglio elegante disegnato per lei da Pier Paolo Piccioli per Valentino. A completare l’outfit la cravatta, dal tocco maschile e la micro borsetta. Sul vestito un fiocco rosso, simbolo della lotta alla violenza sulle donne. La Bertè – visto l’alto numero di femminicidi registrati nel nostro paese – ha voluto così lanciare un messaggio alla vasta platea sanremese su un argomento così importante. Stivaletti neri, alla caviglia sempre Valentino. I capelli – come ci ha abituato da tempo – sempre rigorosamente azzurri e sciolti sulle spalle.