Più di un’ora a chiacchierare amabilmente di musica con i giornalisti calabresi nel foyer del Tau, Teatro Auditorium Unical. Il viatico migliore per Brunori Sas prima di partire per la sua avventura a Sanremo.
SANREMO 2025. BRUNORI E L’UNICAL (https://www.iacchite.blog/sanremo-2025-brunori-e-lunical-i-maxischermi-lo-studio-di-registrazione-e-lo-spin-off-atipico-dei-sentimenti/)
Per esempio, il complicato rapporto tra i cantautori e Sanremo.
“I cantautori storici – afferma Dario -, penso a De André e a Guccini, sono sempre riusciti a evitare Sanremo (Dalla ci è andato ma… in tempi non sospetti – osserva – ricordando le partecipazioni di Lucio all’alba degli anni ’70) ma era tutta un’altra storia. Riflettevano infatti il pensiero di movimenti politici e giovanili che avevano un certo tipo di passioni che adesso non ci sono più. Oggi invece penso che anche i cantautori possono trovare un loro spazio a Sanremo ed è per questo che alla fine ho detto di sì. Una volta i confini erano più netti tra canzonette e cantautorato, ora sono meno marcati. Cercherò di fare un mash-uo tra tradizione e contemporaneità. In questo periodo storico credo sia importante evitare di rimanere rinchiuso nella nicchia – nella quale sto benissimo… – e aprirsi ad un contesto più ampio e nazionalpopolare. Insomma, superare il timore del contenitore che possa inficiare il contenuto: una cosa di coraggio… è un’idea per far capire al mondo largo che esiste ancora gente che scrive canzoni non chiudendosi in un aspetto museale o da torre d’avorio… Mi piace l’idea di arrivare a un pubblico diverso: magari ci sono tantissimi brunoriani che non sanno di esserlo!”.
Strettamente legata al tema cantautori è la scelta della cover ovvero “L’anno che verrà” di Lucio Dalla, che eseguirà insieme con due amici nonché collaboratori del suo disco: Riccardo Sinigallia e Antonio Dimartino (senza Colapesce). E qui Brunori spiega una motivazione molto particolare. Si tratta di una motivazione strettamente “poetica”, anche se il termine non piace moltissimo neanche a Dario, perché il “Caro amico ti scrivo…” i tre amici accomunati dalla passione dalliana lo intoneranno pensando al loro collega Paolo Benvegnù, scomparso improvvisamente poche settimane fa.
Quello tra Brunori e Benvegnù è stato un bellissimo rapporto non solo di colleganza ma anche di amicizia vera nonostante la “competizione” per aggiudicarsi il Premio Tenco del 2020 quando Dario con il suo “Cip!” prevalse su “Dell’odio e dell’innocenza” di Benvegnù per soli 8 voti: 56-48. Tanto per rendere l’idea sui partecipanti, al terzo posto arrivò Diodato con Che vita meravigliosa, e poi i Perturbazione e Luca Madonia.
Ma in realtà non solo tra i due non c’è mai stata competizione ma proprio un anno fa era arrivata una bellissima condivisione perché in “È inutile parlare d’amore”, l’ultimo album di inediti di Paolo Benvegnù, c’era proprio una speciale collaborazione con Brunori Sas nel brano L’oceano.
L’OCEANO (https://www.youtube.com/watch?v=mYpx_yFn4xk)
“L’accoppiata con Brunori Sas è vincente – si leggeva in una delle recensioni -: “L’oceano” parla dell’umanità e dei suoi limiti e scava a fondo nell’animo umano”. Oppure: “L’oceano, collaborazione nobile con Brunori Sas: un brano che mette accanto due delle voci più significative del cantautorato contemporaneo, in modo fluido e naturale, con esiti sorprendentemente pop”. In sostanza, toccherà a Dario ricordare sull’importante platea sanremese il suo amico scomparso nella maniera che ha ritenuto più opportuna: “Caro amico ti scrivo…” appunto.
“Il brano è stato riarrangiato da Mirko Onofrio – ha aggiunto Brunori -. Abbiamo cercato di fare una cosa molto minimal: l’idea è che mentre tutti cercheranno di fare i numeri e i fuochi d’artificio, noi suoneremo quasi come se fossimo in sala prove. Vogliamo portare un’umanità, un’attitudine umana che penso caratterizzi tutti e tre”.