Sono passati una ventina di giorni dal 20 gennaio quando, come nel rituale del Festival di Sanremo, è stato il giorno del primo contatto reale con i trenta brani sanremesi per la stampa e dunque è anche il momento dei primi voti, tenendo conto che si tratta di un primo ascolto e che quello che accadrà all’Ariston potrà rimettere in discussione le prime opinioni. Di seguito, le pagelle per il cantautore cosentino Brunori Sas, al suo esordio in gara.
Brunori Sas, «L’albero delle noci»: voto 8
La moglie con gli “occhi di mamma”, la figlia che ha “cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore”, la Calabria “terra crudele”. Alla fine il centro spirituale di un brano melodicamente degregoriano (con l’aria sognante di Sinigallia che produce) però è Brunori, le gioie e le insicurezze di essere diventato padre, la sua vita. Corriere della Sera
Brunori Sas – L’albero delle noci. Voto 8
Ed ecco un cantautore che sale sul palco dell’Ariston. Brunori Sas debutta a Sanremo nel suo vestito migliore e potrebbe anche emozionarsi sul palco. La sua è una ballad, bella, è un padre che canta alla figlia. Tiene dentro, come nel suo stile, qualche ombra: il sangue e il vino della sua Calabria che si mescolano. Quella di Brunori non è una felicità puttana (cit.), ma una felicità che per quanto bella fa paura. Ci porta a chiedere se ce la meritiamo. Frase da ricordare: «Io come sempre canguro fra il passato e il futuro/Scrivo canzoni d’amore alla ricerca di un porto sicuro». Vanity Fair
BRUNORI SAS – L’ALBERO DELLE NOCI – Non sai neanche come succeda, ma il brano ti scava dentro, lasciandoti una dolce malinconia. Una poesia dedica alla figlia. VOTO: 8 – ANSA
BRUNORI SAS – L’ALBERO DELLE NOCI – VOTO 7/8 Scrivere canzoni d’amore per cercare “un porto sicuro” non so quanto sia salvifico ma possiamo dire che è vero che le persone buone “portano in testa corone di spine”. Con Dario non serve una bussola per trovare una nuova stella polare. Sky Tg 24
Brunori SAS – L’albero delle noci – Il Fatto Quotidiano
Il nostro giudizio: Una piccola poesia nello miglior stile di Brunori. Un cantautore da preservare – E nel mio cuore di padre il desiderio adesso è chiuso a chiave
Cosa dice l’artista: “Una nascita che può essere una rinascita, una gioia, una rivoluzione, ma anche un momento di grande crisi. Il limbo tra essere genitori e sentirsi figlio”.
Brunori – L’albero delle noci 7,5 – Rockit
Sfidiamo chiunque a chiudere gli occhi e non pensare che sia De Gregori a cantare nei primi 30 secondi del pezzo. Non che sia un insulto, tutt’altro. E infatti il pezzo di Dario è bello, bellissimo, come sempre. Con un grande ritornello e una struggente dedica alla figlia, a come una nascita possa cambiare un uomo fatto e finito. Un pezzo pieno di futuro che parla anche della sua terra: “Sono cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele”. Pare fatto apposta per l’orchestra, anzi è fatto apposta per l’orchestra probabilmente.
Brunori Sas – “L’albero delle noci” (9) – IL MESSAGGERO
Una canzone d’altri tempi, degregoriana. È la lettera di un padre alla figlia (la sua Fiammetta è nata nel 2021), che cresce e va per conto suo: «Sono passati veloci questi anni feroci / e nel mio cuore di padre il desiderio adesso si è chiuso a chiave / e tu sei stata bravissima all’esame di maturità / ad unire i punti fra la mia bocca e la verità». Punta al Premio della Critica. E magari anche a qualcosa di più. Commovente.
Brunori SaS – L’albero delle noci – Voto: 8,5 – OPEN
Negli ultimi dieci anni ci siamo chiesti, potremmo dire abbiamo desiderato, capire l’impatto di un pezzo di Brunori, alla Brunori, sul largo pubblico di Sanremo, anche solo per un fatto personale, egoistico: mostrare che anche una certa generazione può avere validissimi cantautori di riferimento. Bene, quest’anno scopriremo la verità, capiremo se le canzoni di Brunori SaS piacciono come un vezzo da radical chic oppure effettivamente parliamo di uno che scriverà il suo nome nel gotha dei grandi cantautori. Il pezzo è una bellissima e sostanziosa ballad, Brunori SaS in purezza, nettamente superiore a tutte le altre canzoni in gara per composizione, poetica e spessore.
Brunori Sas – “L’albero delle noci” Voto 7+ – QUOTIDIANO NAZIONALE
Canguro fra passato e futuro, dentro una canzone d’amore, De Gregori, occhi di donna, l’albero delle noci della sua infanzia, la Calabria, terra crudele, la differenza fra il sangue e il vino. Bravo, di maniera.
Brunori SAS – L’albero delle noci – Recensione Fanpage
E finalmente Brunori Sas fu. Sono anni che si parla del cantautore calabrese a Sanremo, Amadeus ha provato a portarlo più volte, senza successo. Eppure parliamo forse di uno degli artisti più importanti di questi ultimi anni. All’Ariston porta una canzone sulla paternità (un’esplosione di paternità, in realtà), con la sua classe sopraffina, pescando a piene mani dal suo canzoniere – con un testo che riesce a trovare parole e immagini che non ci sembrano trite e sentite -, ma anche facendo riferimento a grandi classici (De Gregori?). Che bellezza sarà vederlo su quel palco.
Brunori Sas – “L’albero delle noci”- Recensione Rockol
(Dario Brunori)
Una delle migliori canzoni del gruppo, scritta in solitudine – e per questo Festival è una rarità. Parte piano e voce poi diventa un midtempo, ricalcando in maniera magistrale la tradizione dei cantautori a cui Brunori fa riferimento. Un arrangiamento semplice, con un testo che racconta la genitorialità ma anche parlando dei lati oscuri della vita: “E a tutta questa felicità io non mi posso abituare/Perché conosco il sogno del faraone/Le vacche grasse e le vacche magre/E che si può cadere da una distanza siderale (…)Vorrei cantare senza parole/Senza mentire/Per paura di farti soffrire”.









