Santa Caterina dello Ionio: dove l’ambiente è una priorità… ma solo nei post social

Santa Caterina dello Ionio: dove l’ambiente è una priorità… ma solo nei post social!

Mentre a Santa Caterina dello Ionio l’amministrazione si veste a festa per celebrare l’appartenenza al Partito Democratico con la gloriosa Festa dell’Unità, il resto del paese resta in silenziosa contemplazione… del nulla.

L’ambiente? Solo nelle foto. Il verde pubblico langue tra incuria e sfalci dimenticati, ma basta una pianta in vaso e due post su Facebook per convincere gli occhi distratti che tutto vada bene. L’ecologia è diventata estetica. Il dissenso? Un rumore molesto, da zittire con l’indifferenza o con qualche velato moralismo. Nessuno osi disturbare l’armonia dell’apparenza.

In compenso, cresce rigogliosa la propaganda: comunicati a ciclo continuo, foto in posa e dichiarazioni altisonanti di buone intenzioni. Tutto si fa, tutto si dice, ma nulla si cambia davvero. La partecipazione è recitata, la trasparenza è opaca, e l’unità… è solo di partito.

Benvenuti a Santa Caterina dello Ionio, laboratorio politico a cielo aperto dove si sperimenta con successo una nuova forma di amministrazione pubblica: l’Ecologia da Post.
Quella che il sindaco Severino ama raccontare a colpi di post e selfie istituzionali, e poi c’è quella reale, quella che i cittadini vivono ogni giorno: sporca, trascurata, e in pieno degrado ambientale.

Qui, secondo la narrazione del sindaco, ogni cosa è al suo posto: l’ambiente è tutelato, il decoro urbano è una priorità, la partecipazione è viva, e tutto profuma di progresso. Ma guai a guardare oltre lo schermo del telefono. Perché la realtà – quella vera – ha tutto un altro odore. E non è quello dei fiori di campo.

Alla Marina, proprio allo snodo che porta al lungomare, in pieno centro abitato, una zona centralissima, frequentata, visibile, troviamo l’ultimo capolavoro urbanistico: una discarica abusiva di sfalci ed erbacce, ammasso di residui vegetali frutto di una raccolta selvaggia quanto approssimativa, tutto ad alto rischio incendio. Un monumento all’incuria, visibile a tutti ma invisibile per l’amministrazione. Perché evidentemente, se non finisce sui social, non esiste. Altro che ambiente: qui si celebrano l’incuria e l’improvvisazione.

Non è uno scherzo né una svista temporanea. È il nuovo landmark urbanistico dell’estate: un ammasso informe di rifiuti organici lasciati lì, in bella vista, a testimoniare una raccolta fatta con più fretta che criterio, più improvvisazione che logica. Una vera installazione artistica dell’incuria, un museo a cielo aperto dell’approssimazione amministrativa.

Eppure si tratta di un punto nevralgico, non certo di un angolo remoto del paese. E allora sorge spontanea una domanda: come è possibile che nessuno se ne accorga? Forse perché non è stato ancora “instagrammato” dal sindaco Severino o dai suoi esperti di propaganda? Perché a quanto pare, se non finisce sui social, non esiste.

Ma saliamo pure verso Santa Caterina Superiore, ci troviamo di fronte un luogo che un tempo era simbolo di rispetto e riconoscenza: il Monumento ai Caduti. Un tempo spazio di raccoglimento, oggi trasformato in una piccola discarica a cielo aperto. Dimenticato da chi governa, ignorato da chi amministra, derubato della sua dignità da un’amara incuria. Lì dove un tempo si celebravano gli eroi della patria, oggi si estende un deserto di abbandono e degrado. Ridotto a una discarica, inaccessibile, umiliante per un paese che si dice “a misura di cittadino”.
L’area è invasa da erbacce e residui della celebrazione del 2 novembre scorso, impraticabile, abbandonata al tempo e alla disattenzione amministrativa.

Ma guai a parlarne. In un contesto dove la realtà deve piegarsi alla narrazione, criticare è diventato un atto eversivo, un attentato all’ordine estetico di chi governa col filtro bellezza sempre attivo. Le voci fuori dal coro vengono ignorate, ridicolizzate o, peggio, silenziate. Perché a Santa Caterina, oggi, non conta ciò che è, ma ciò che sembra.

E mentre tutto questo accade sotto gli occhi di tutti, l’amministrazione continua a coltivare con dedizione la propria narrazione virtuale. Video, dichiarazioni e hashtag ecologici: un’eco-propaganda che punta a costruire consensi, ignorando la realtà dei luoghi e il disagio dei cittadini.

L’apparenza ha ormai preso il potere. E mentre i rifiuti si accumulano e i luoghi si svuotano di vita, l’unica cosa che continua a riempirsi è il feed del sindaco. Un collage patinato, dove ogni aiuola tagliata diventa evento epocale, ogni pianta potata una prova di visione green. Ma intanto la libertà – quella vera, quella di parlare, criticare, proporre – viene lentamente soffocata dal fumo dell’autocompiacimento.

Perché il vero inquinamento, a Santa Caterina, non è solo nei rifiuti abbandonati. È nel pensiero unico. E questo, purtroppo, nessuna raccolta differenziata potrà risolvere.