Save the Children: “Asili nido, la Calabria al di sotto della media europea”

In Italia, il calo delle nascite e l’aumento della povertà minorile stanno plasmando un quadro preoccupante, specialmente nel Sud, e la Calabria non fa eccezione. Il 2023 ha segnato un nuovo record negativo per la natalità, con meno di 380mila nati, e circa 200mila bambini tra 0 e 5 anni vivono in condizioni di povertà alimentare, situazioni in cui le famiglie non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Questi dati sono parte della XV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia di Save the Children, presentato oggi, e mettono in evidenza come, tra le regioni del Sud, la Calabria continui a trovarsi in una situazione critica.

La povertà infantile in Calabria

Più della metà dei bambini che vivono in povertà assoluta si trova nel Mezzogiorno. Il 12,9% dei bambini in Calabria e nelle altre regioni del Sud è affetto da povertà alimentare, e quasi uno su dieci soffre anche di povertà energetica, una condizione per cui le famiglie non sono in grado di riscaldare adeguatamente la casa durante l’inverno. Questi dati evidenziano l’urgenza di un supporto mirato per affrontare le esigenze primarie dei più piccoli, spesso le prime vittime di un sistema socio-economico che fatica a rispondere ai bisogni delle fasce più vulnerabili.

L’accesso limitato ai servizi per l’infanzia

In Calabria, uno dei principali ostacoli alla riduzione della povertà minorile è la limitata offerta di servizi educativi. Attualmente, solo il 30% dei bambini tra 0 e 2 anni a livello nazionale ha accesso agli asili nido, con significative disparità territoriali. La Calabria, come altre regioni meridionali, si trova ben al di sotto della media europea, con una copertura stimata del 40,3% entro il 2026, grazie agli investimenti del Piano nazionale di ripresa e sesilienza (Pnrr). Questo progresso, pur significativo, rischia di non essere sufficiente a colmare i divari territoriali rispetto al Nord Italia e non garantisce ancora una copertura uniforme a livello regionale.

Costi in aumento e impatti sulle famiglie calabresi

Negli ultimi anni, le famiglie calabresi, come nel resto d’Italia, si sono trovate a dover fronteggiare un aumento del costo dei beni essenziali per la prima infanzia. Dal 2019 al 2023, il costo di alimenti come latte e pappe è aumentato del 19,1%, superando l’inflazione media, mentre i costi degli asili nido privati sono saliti dell’11,3%. Questi incrementi incidono pesantemente sul bilancio familiare, soprattutto in una regione con un alto tasso di disoccupazione e salari mediamente più bassi rispetto ad altre aree d’Italia.

Prospettive future e necessità di interventi

Nonostante le difficoltà, la Calabria potrebbe rappresentare una delle regioni meridionali con una copertura più alta di servizi per l’infanzia entro il 2026. Tuttavia, questa crescita rischia di non essere sufficiente a colmare i gap rispetto al Nord, a meno di un supporto strutturale e continuo da parte delle istituzioni. L’obiettivo del 45% di copertura degli asili nido fissato a livello europeo per il 2030 appare ambizioso per una regione che ancora lotta con problemi cronici di povertà e mancanza di infrastrutture.

L’Atlante di Save the Children mostra quindi un quadro drammatico, ma non senza speranza. L’aumento dei fondi destinati all’infanzia e la creazione di una rete di sostegno per le famiglie in difficoltà sono essenziali per migliorare le condizioni dei bambini in Calabria e, più in generale, nel Mezzogiorno.