Stiamo pubblicando – a puntate – l’ordinanza con la quale il Gip del Tribunale di Caatrovillari ha accolto la richiesta della procura di sequestrate la discarica di Scala Coeli indagando nello stesso tempo per disastro ambientale il deus ex machina dell’affare, Eugenio Pulignano, titolare della famigerata Bieco Srl, i titolari dell’impresa che ha realizzato i lavori e il direttore dei lavori stessi. Oggi ci occupiamo della testimonianza del dr. BORZILLO Aldo, nella sua qualità di funzionario presso il Servizio Suolo e Rifiuti del Dipartimento Provinciale dell’A.R.P.A.CAL. di Cosenza.
Lo stesso dichiarava quanto segue: “Al mio arrivo sul posto ho constatata che la maggior parte del percolato fuoriuscito si era già riversata nel fosso Capoferro. nel torrente Patia e nel fiume Nicà. Preciso che al momento del mio arrivo il gestore aveva già predisposto delle barriere di contenimento lungo il torrente Patia e sul fosso Capoferro per interrompere lo sversamento del percolato nel fiume Nicà. Al fine di accertare l’impatto dell’evento sulle matrici ambientali ho proceduto a campionamento delle acque superficiali dei tre corsi d’ acqua interessati oltre che della porzione di terreno interessata dal passaggio del percolato verso il fosso Capoferro. A conclusione delle operazioni di campionamento presso la discarica, nel percorso di rientro verso la sede, alle ore 16:00 circa ho potuto constatare dal ponte della Strada statale 106 che attraversa il fiume Nicà, la presenza di percolato nelle acque del fiume stesso…
Nei pressi del ponte venivo avvicinato da soggetti presentatisi quali collaboratori del sindaco di Cariati ed a loro stessi oltre che al sindaco ho suggerito la possibilità di emanare un ordinanza di divieto di balneazione chiedendo di avvisare anche gli altri sindaci dei comuni limitrofi. Di tutto ciò ho informato la mia dirigente, dottoressa Oranges, per chiederle di predisporre dei campionamenti a mare ai fini della verifica dell’inquinamento e della balneabilità delle acque. Nella stessa serata e nei giorni successivi sono intervenuti altri colleghi che hanno provveduto ad eseguire campionamenti delle acque marine e delle acque superficiali alla foce del fiume Nicà: i risultati delle analisi per la balneabilità sono stati trasmessi ai sindaci per i provvedimenti di competenza.
Il giorno seguente 23/06/2023 il mio collega MILETO Mario, del dipartimento ARPACAL di Cosenza, Servizio Acque, mi ha riferito di aver notato all’atto del campionamento la presenza di pesci morti alla foce del fiume Nicà.
In data 28/06/2023 ho eseguito ulteriore campionamento sulle acque dei tre corsi d’acqua sopracitati ed ho effettuato il campionamento del percolato ancora presente e confinato nel bacino di contenimento dell’impianto di trattamento dei rifiuti liquidi installato presso la discarica. Per tali operazioni ho redatto apposito verbale di campionamento con elencazione delle attività da me compiute. Sempre in tale data ho potuto constatare che il corso del Fiume Nicà, a monte della confluenza col Torrente Patia era stato deviato, sempre all’interno dell’alveo fluviale, in modo da evitare l’afflusso delle acque verso la confluenza col Patia stesso. Tale intervento credo sia stato eseguito su disposizione del sindaco del Comune di Scala Coeli
Quanto alla realizzazione degli interventi di messa in sicurezza realizzati dalla società Bieco S.r.l., Borzillo dichiarava:
“Gli interventi di MISE posti in essere dalla società BIECO srl si sono concretizzati nella realizzazione di barriere di confinamento delle acque inquinate per consentirne il prelievo ai fini dello smaltimento e successivamente anche nell’intercettazione e confinamento delle acque sorgive nel torrente Patia per evitare la commistione con le acque inquinate. Il responsabile dell’inquinamento sin dall’inizio ha costantemente informata l’Agenzia e le autorità interessate circa l’andamento di tutte le operazioni fatte in attuazione delle MISE. Nei giorni successivi all’evento la stessa società ha proceduta all’aspirazione e totale asportazione delle acque miste a percolato accumulatesi nei bacini di contenimento ed al successivo invio in impianti idonei al trattamento. Una volta svuotati i bacini, il responsabile dell’inquinamento ha effettuato la scarifica del fondo. Al termine delle operazioni, sempre la società BIECO ha effettuato delle analisi sui campioni di suolo dei bacini stessi e stelle acque sorgive confinate. Per quanto di competenza dell’Organo di controllo. anche il Dipartimento di Cosenza ha effettuato i necessari controlli sulle matrici ambientali. All’esito di quanto sopra si sono concluse le operazioni di MISE con la rimozione delle barriere e il ripristino del normale corso del torrente Patia e del fosso Capoferro”.
A seguito del completamento delle attività di MISE la società BIECO srl ha inviato una nota con una relazione del programma di una più estesa indagine ambientale da considerarsi quale indagine preliminare. Le operazioni di campionamento inizieranno in data 21/8/2023.
A tali operazioni ARPACAL presenzierà eseguendo propri campionamenti…
Con riferimento ai precedenti rilievi in merito alla presenza di percolato in discarica, aggiungeva: “In merito faccio presente che il servizio suolo e rifiuti dell’ARPACAL aveva eseguito un sopralluogo presso la discarica in data 02/01/2023… A seguilo di tale intervento è stata concordata con il gestore la velocizzazione delle operazioni di asportazione del percolato. Lo stesso si è impegnato a presentare all’Autorità competente un progetto per la realizzazione di barriere temporanee all’interno del bacino della discarica per consentire il deflusso delle acque meteoriche all’esterno e non farle entrare direttamente a contatto con i rifiuti. Successivamente a tale data non ho eseguito ulteriori controlli sul posto”.
Pare non superfluo ricordare che gli esiti dell’ispezione del 2/01/2023, a firma dr. BORZILLO Aldo e della dott.ssa SIMONE Carolina quali operanti e controfirmata dal Direttore del Dipartimento Provinciale di Cosenza, d.ssa ORANGES Teresa, attestavano, singolarmente, come, in merito al ristagno di acqua raccolta dall’intero invaso frammista a rifiuti abbancati, il gestore dichiarasse di star provvedendo all’evacuazione del percolato sia attraverso l’avvio a smaltimento verso impianti esterni (riscontrandosi un ammontare rimosso pari a 539 tonnellate nel mese di dicembre), sia attraverso il trattamento in situ mediante l’impianto ad osmosi inversa, pur dando atto che il medesimo era ancora in fase di avviamento.
Ciò a dimostrare, da un lato, che il PULIGNANO dava garanzia di stare già provvedendo, ad inizio gennaio, al trattamento del percolato mediante un impianto ancora non attivo, con conferimenti in discarica evidentemente non sufficienti allo scopo (visto l’ammontare visibilmente presente già all ‘epoca e quello successivamente accumulatosi fino all’ evento del 22 giugno) e, dall’altro, che ad alcuno degli organi preposti tale circostanza sia apparsa degna di ulteriore approfondimento.
In data 24/08/2023 veniva escusso a sommarie informazioni il dr. MILETO Mario in qualità di Collaboratore Tecnico Professionale — Biologo presso il Servizio Tematico Acque del Dipartimento Provinciale dell’A.R.P.A.CAL di Cosenza. Quest’ ultimo affermava di essersi occupato delle attività di campionamento eseguite il giorno seguente l’evento, 23/06/2023, al fine di accertare l’estensione della contaminazione. Nel corso delle predette operazioni MILETO precisava: “Ho potuto constatare a circa 400-500 metri a monte della foce in corrispondenza della briglia posta nei pressi della strada statale 106, la presenza di alcuni pesci morti…”.