Scala Coeli, disastro ambientale. Le testimonianze che inchiodano Pulignano: “Trattamento del percolato iniziato con 5 mesi di ritardo”

3. Gli accertamenti successivi allo sversamento

Alle ore 5:00 circa del 22/06/2023 dall’invaso si verificava la dispersione di un enorme quantitativo di percolato, stimato in almeno 15.390 mc che, attraverso il Fosso Capoferro, si riversava nel torrente Patia, poi nel fiume NicĂ  e infine nel Mar Ionio, interessando una superficie di corvi idrici pari a 16,800 km.

Nei documenti si attesta la forte compromissione delle matrici ambientali (tanto sotto un profilo percettivo quanto in base ai rilievi e campionamenti eseguiti), la vasta diffusione del percolato sul territorio, nonchĂ© la complessitĂ  e durata delle operazioni di contenimento e srnaltimento, donde derivava l’ulteriore infiltrazione e dispersione nell’ambiente del refluo nante.

In particolare, i militari rilevavano che la fuoriuscita era avvenuta attraverso un tubo corrugato di colore nero avente diametro di 60 cm “tombato” nell’invaso. La condotta, non risultante da alcuna progettazione e/o autorizzazione, aveva una direzione proveniente dal centro dell’invaso sino alla parete, attraversandola e collegando cosi l’invaso con l’esterno.
Il geologo SCAROLA Vincenzo (incaricato della societĂ  BIECO srl), alla presenza del direttore dei lavori Ing. TOMEI Giuseppe, nella relazione descrittiva’ precisava che “si è potuto dunque accertare che detta tubazione ha rappresentato l’unico punto di fuoriuscita dei liquami dall’invaso, in quanto posto in corrispondenza del cedimento del telo in HDPE rinvenuto all’interno del bacino. Da informazioni assunte sul luogo in ordine alla presenza di detta tubazione e alla sua funzione. mi veniva chiarito che il manufatto era l’unico tubo posto in opera in fase di cantiere, dalla ditta appaltatrice dei lavori di movimento terra e realizzazione dell’invaso della discarica — La Calcestruzzi Cariatese di Trento e figli snc — con la funzione di canalizzare e quindi espellere l’acqua piovana durante la costruzione dell ‘invaso”.

Ulteriori elementi utili ad accertare le motivazioni della presenza della tubazione che causava la fuoriuscita dell ‘enorme quantitĂ  di percolato venivano forniti dall’ing. TOMEI Giuseppe in data 21/09/2023, allorchĂ© veniva escusso a sommarie informazioni, dichiarando che “nel corso dei lavori di ampliamento, le acque esterne venivano intercettate attraverso la realizzazione di un fosso di guardia esterno. Per quanto riguarda le acque all’interno dell’invaso, su richiesta dell’impresa, che aveva rappresentato l’oggettiva necessitĂ  di dover smaltire le acque, è stata decisa alla presenza di Eugenio Pulignano l’installazione di una tubazione in PVC concordando le modalitĂ  di inibizione della condotta stessa nel momento in cui le motivazioni che hanno richiesto la sua posa in opera sarebbero venute meno. Per quanto attiene tali accordi preciso che non è stato redatto alcun verbale…

L’alternativa all’installazione della tubazione sarebbe consistita nell’aspirazione dell’acqua fuori dall’invaso ma tale via non è stata considerata in quanto la committenza (Pulignano) aveva necessitĂ  di ultimare i lavori con celeritĂ … 

Preciso di non essere grato presente in cantiere nel corso delle operazioni di tombatura del tubo e la successiva posa in opera del telo. Sona stato informato successivamente dagli operai, in particolare da tale Nunzio, dipendente della societĂ  LCC. il quale mi ha riferito che l’operazione era stata eseguita su indicazioni del committente Eugenio PULIGNANO. Non mi è stato precisato con quali modalitĂ  e quali materiali siano stati utilizzati nel corso del riempimento della condotta… Aggiungo di avere appreso che i dipendenti della BIECO srl avevano tentato invano di rimuovere la condotta e che tale operazione aveva causato la rottura di circa due o tre metri della stessa.

A seguito di questo evento, presumibilmente tale cavitĂ  è stata riempita con argilla e successivamente rullata. Preciso che a seguito della decisione di installare la tubazione erano state anche condivise le modalitĂ  di chiusura della stessa utilizzando del cacestruzzo da distribuire all’interno del tubo.

Al fine di accertare l’effettivo funzionamento dell’impianto di gestione del percolato presente in sito, in data 25/08/2023 i militari escutevano a sommarie informazioni GUIDO Umile, in qualitĂ  di dipendente con mansioni di impiegato tecnico della societĂ  BIECO srl con competenza specifica per la conduzione di impianti di depurazione e trattamento rifiuti liquidi a far data dal 1° marzo 2023. Lo stesso dichiarava quanto segue: “Quando ho iniziato a lavorare per la BIECO srl, l’impianto di trattamento del percolato presente all’interno della discarica di Scala Coeli non era attivo e la societĂ  smaltiva il percolato tramite conferimento presso impianti autorizzati. All’atto del mio arrivo l’impianto di stoccaggio si presentava quasi pieno ma lo stesso non era ancora funzionante in quanto non ancora avviato. Mi sono occupato io della sua attivazione nei primi giorni del mese di marzo del 2023 e sinora vi è stata solo qualche interruzione per manutenzione come dimostrato dai registri attestanti la gestione. Dal momento dell’attivazione io mi occupavo della gestione dell ‘impianto presente nei silos mentre altro percolato veniva smaltito in invianti autorizzati tramite apposite cisterne.

Quanto alle modalitĂ  di smaltimento del percolato, il teste Umile Guido riferiva: “Non avevo contezza di quanto percolato fosse presente in discarica. Un operatore provvedeva periodicamente al riempimento dei silos dell’impianto di trattamento che contiene circa 750 metri cubi di percolata. A seguito di quanto accaduto ho saputo che in precedenza l’ARPACAL aveva segnalato problematiche circa la gestione di percolato all’interno dell’in vaso”. Il dato relativo all’effettiva attivazione dell’impianto in parola solo nel marzo 2023 è, del resto, confortato dai relativi registri d’impianto, che decorrono dalla data del 2/03/2023.

Rispetto ai fatti successivi all’evento del 22/06/2023, il GUIDO affermava che quella mattina constatava la presenza di un escavatore della ditta Fuoco che era stato incaricato di eseguire degli sbarramenti al fine di delimitare lo spandimento del percolato, con l’amministrazione della societĂ  che comunicava alle ore 12:00 circa la cessazione della fuoriuscita del refluo.

Sulla scorta di quanto dichiarato appare rilevante che, sebbene la discarica avesse iniziato l’attivitĂ  di ricezione dei rifiuti nel mese di ottobre 2022, soltanto nel mese di marzo 2023 veniva avviato l’impianto di trattamento in sito del percolato e che all’avvio dello stesso i rifiuti liquidi trattati provenivano dai silos con capienza di mc. 750 all’interno dei quali il percolato veniva preventivamente stoccato.