Scalea 2025. Il ritorno di Mario Russo. Le intercettazioni raccontano la storia: tutto e il contrario di tutto (di Saverio Di Giorno)

di Saverio Di Giorno

Le candidature di Scalea, soprattutto quella di Mario Russo, scaraventano indietro la mente. Il 21 marzo 2016, nove anni fa, chi scrive era studente del liceo di Scalea. Però quel giorno non era entrato in classe perché il Liceo – quasi in solitaria – scendeva in piazza. Il 21 marzo è la giornata dell’impegno contro le mafie. Molte le serrande chiuse nel corteo, poca la partecipazione della stampa e meno quella delle istituzioni. Aveva un colore particolare quel silenzio perché l’amministrazione era commissariata. Erano le conseguenze dell’operazione Plinius che aveva aperto i Tg. Qui il video con le testimonianze dell’epoca – https://youtu.be/eOdAEbUsKRs?feature=shared

L’indagine aveva decapitato l’amministrazione Basile perché contigua alle due ‘ndrine Stummo e Valente ritenute propaggini del clan Muto. Tra gli indagati anche Mario Russo che aveva inizialmente sostenuto Basile, salvo poi lamentarsene, anzi con la dott.ssa Riccetti disse: “non posso farlo cadere perché non posso ricandidarmi”.

Quello fu solo uno dei primi casi. E solo la prima intercettazione. Il suo nome avrebbe poi riempito carte investigative e titoli di giornali. Uscito da Plinius, fu poi coinvolto in Re Nudo di cui un rivolo è ancora pendente. Onestamente non credevamo dopo anni di dover tornare a scrivere il nome di Mario Russo. Di certo non come candidato. Dopo averne scritto per alcuni anni come indagato e avergli posto domande sulle sue responsabilità, quantomeno politiche e storiche, sui soldi spariti, sullo stato dei tributi, sulla qualità dell’ambiento e le colate di cemento. E così dopo quindici anni – senza aver mai risposto a nessuna di queste domande – torna. Come quando la risacca del mare restituisce pezzi di storia mai digeriti dal sale. Come disse Benigni con una battuta quando gli chiesero se ce l’aveva con Berlusconi, dato che continuava a parlare di lui, si può ripetere: a questo punto è chiaro che è lui che ce l’ha con Scalea.

Guardate dietro Berlusconi e la Pascale: la faccia di bronzo che spunta è quella di Mario Russo

Da un veloce sguardo sugli ultimi avvenimenti che si sono avviluppati emerge che è lui la vera novità (guarda un po’ cosa tocca scrivere!) di questa tornata elettorale a Scalea. Perché le altre liste finora accennate o sanno di già consumato o partono in alto mare. Paravati e Licursi da sempre presenti nelle cronache politiche della città. Forestieri è il candidato Pd e già parte male: doveva essere una coalizione Pd-M5s, ma dopo incontri pubblici uniti, il Pd scappa in avanti decidendo il proprio nome e il M5s si sfila. Infine, Perrotta, sindaco uscente, caduto con una manovra di palazzo. In questi mesi ha incassato la ragione del TAR sulla vicenda piscina comunale, ma pende su di lui il peso enorme della tessera di Forza Italia (che non gli ha portato per niente bene, come non ha portato bene a Cetraro e Paola), soprattutto dopo il caso Gentile. La confusione è grande sotto la torre Talao.

A spulciare tra i nomi che girano di candidati e capilista, tra l’altro, c’è anche chi (trasversalmente) è stato candidato o ha avuto a che fare con Mario Russo. La politica di Scalea è piena di figli di quegli anni e questa volta tra le copie c’è anche l’originale. Lo stesso originale che nelle carte di Re Nudo, intercettato, nel 2017 ne dice di ogni anche sugli attuali sfidanti come quando definì Licursi “ciuoto” dicendo che era merito suo la sua elezione. E si attribuisce anche il merito di quella di Aieta. E sul metodo per avere questi risultati? Lo dice testualmente che con la sua posizione può fare clientelismo. Sarà ancora questo il metodo collaudato negli anni? Ma le carte degli anni ne hanno di ogni colore sui suoi amici-nemici e i post su facebook anche del suo giudizio sui suoi neo-sostenitori, come il sindaco di Santa Maria, Vetere negli anni scorsi in pessimi rapporti. Ci sarà modo per ricordare e fare un po’ di storia.

Sempre in quegli anni disse che non si voleva ricandidare date le attenzioni delle procure, tutte intercettazioni finite su tutta la stampa: “già tengo tutti questi problemi, che facevo mi mettevo addosso la Dda? (…). Ma poi, parliamoci chiaro, fai il sindaco di un paese indebitato fino all’osso del collo, deve dare soldi a tutti, la gente ti assale. La gente ti assilla, io mi sto scialando la vita mia!”. Sarà forse perché ora si stava annoiando, perché i debiti sono diminuiti o perché la pressione della procura (andato via Bruni) non è avvertita più. Sarà per qualche altro motivo forse perché avevano ragione i greci e Nietzsche a dire che il tempo era circolare, come sia ci risiamo. E tornano d’attualità tante vecchie storie.