Piero Marrazzo era il presidente della Regione Lazio nel 2009 quando uno scandalo sessuale lo travolse e demolì la sua carriera politica. Nonostante non ci fossero implicazioni giudiziarie, Marrazzo era stato oggetto di grandi attenzioni mediatiche e politiche, con implicazioni che avevano coinvolto persino l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Che da una parte sembrava solidale con Marrazzo (che apparteneva comunque al centrosinistra e non alla sua fazione politica) ma dall’altra non si stracciava certo le vesti per quello che gli era capitato.
Lo scandalo che coinvolse Marrazzo iniziò il 23 ottobre 2009: diversi importanti quotidiani italiani diedero la notizia dell’arresto di quattro carabinieri che avevano ricattato l’allora governatore del Lazio con un video che fu definito “compromettente”. Il filmato, che non fu mai diffuso pubblicamente, fu trovato durante un blitz degli stessi carabinieri e mostrava Marrazzo in atteggiamenti intimi insieme a un transessuale. Dopo avere ripetutamente negato di essere coinvolto nella vicenda, il 24 ottobre Marrazzo decise di autosospendersi da presidente della Regione Lazio, definendo quello che era successo come il «frutto di una mia debolezza della vita privata». L’autosospensione fu molto criticata da alcuni esponenti all’opposizione appartenenti al Popolo della Libertà, perché non prevista dallo Statuto regionale. Il 26 ottobre comunque Marrazzo si dimise ufficialmente dall’incarico di commissario regionale per la sanità – che aveva assunto nel luglio 2008 – e il giorno successivo anche da presidente della Regione Lazio…
Perché riesumiamo il prode Marrazzo… si chiederà qualcuno. Beh, ormai non è più un mistero che anche il presidente uscente della Regione Calabria è al centro di qualcosa che somiglia molto ad uno “scandalo sessuale” se è vero, com’è vero e fino a prova contraria, che nelle carte dell’inchiesta giudiziaria che lo coinvolge sono contenute accuse omofobe nei suoi confronti (‘sto ricchione di merda) che non partono da qualche carabiniere in cerca di ricatti ma in questo caso dalla moglie del suo ex socio, che tra l’altro di professione fa la magistrata… Le carte non sono ancora uscite fuori ma sappiamo per certo che in molti le hanno e le commentano sottobanco. Dopo le nostre rivelazioni, sulla vicenda è caduto un silenzio imbarazzato e imbarazzante. Berlusconi non c’è più e non sappiamo se c’è qualcun altro al suo posto che abbia “tranquillizzato” Occhiuto ma l’unico commento che possiamo fare è che c’è poco da stare tranquilli…
Pubblichiamo oggi un estratto di «Storia senza eroi», il libro di Piero Marrazzo uscito una decina di anni fa per l’editore Marsilio. Marrazzo racconta il romanzo della sua vita, segnata dalla vicenda del luglio del 2009 quando è stato sorpreso in un appartamento di via Gradoli, a Roma, con una prostituta trans.
La telefonata

«C’è il presidente Berlusconi in linea, glielo passo?» Con voce squillante, amabile come sempre, stava per passarmi l’uomo che con la sua telefonata avrebbe squarciato il velo con il quale avevo avvolto ciò che mi era accaduto a luglio.
«Pronto, presidente, eccomi, come stai» dissi io, in un esercizio di comunicazione tra il rispettoso e il colloquiale, come sempre bisogna fare quando si parla con il presidente del Consiglio o un’alta carica dello stato.
«Bene. Senti, devo parlarti di una cosa che sicuramente sai, che conosci, la questione…»
Non disse altro, pensò che quelle poche parole fossero sufficienti a mettermi immediatamente in allerta. Passarono alcuni secondi – ma saranno stati veramente secondi? –, poi risposi: «Presidente, scusa, puoi farmi capire meglio?»
Berlusconi comprese – l’intuito non gli mancava – che ero disorientato, e soprattutto che il mio disorientamento era autentico, non stavo fingendo. «Guarda, è un fatto delicato. Dalla Mondadori mi hanno avvisato che un’agenzia fotografica, con la quale collaborano, li ha informati che c’è un video che ti riguarderebbe. Un video particolare, ti faccio avere il numero. Mi dicono anche che è registrato male, altri particolari non li conosco. Me l’hanno confermato i responsabili giornalistici che l’hanno visionato. Fai contattare l’agenzia, sono disponibili. Ci tenevo a informarti di persona.»
***
«Ho capito, ho capito… Non so proprio a quale video si riferiscano, cercherò di comprendere meglio, comunque grazie dell’informazione.»
(…)
Mi abbandonai sulla poltrona, afflosciato nella sua struttura pensata per avvolgere e sostenere una persona che lavora, e non chi cercava la forza, che non aveva, di trovare un appiglio cui aggrapparsi.
(…)
«Piero, hanno chiamato due giornalisti. Entrambi parlano di una notizia clamorosa che circola in tribunale a Roma, e dicono che ti riguarderebbe, anche se non se ne conoscono i dettagli. Parlano di un video…».
Recitavo ma ero precipitato nel vuoto…
La prima reazione, come sempre, fu il silenzio, ma la botta arrivò, facendomi precipitare nel vuoto.
«Cerca di capire di cosa si tratta.»… Presi tempo, consapevole che la fine era vicina.
Per il tardo pomeriggio era previsto un mio intervento all’Auditorium del Parco della Musica di Roma, durante un incontro organizzato con il mondo del cinema e della televisione. Stavamo per varare provvedimenti importanti, attesi da anni.
Salii sul palco, senza lasciar trasparire nulla. Il piglio, mentre parlavo, era deciso: ormai ero come un attore che recitava un copione, consapevole che quella era l’ultima rappresentazione.
(…)
Imboccai i corridoi: stavo uscendo di scena, ma loro non lo sapevano… “Piero, ma cosa sta succedendo?” È Francesco, il segretario della giunta regionale, un altro al quale mi lega un rapporto forte e speciale, sotto il profilo umano. “Mi ha fermato il vicedirettore di un grande giornale, domani mattina pubblicheranno un articolo su di te. Ci sarebbe un video, parla di incontri con trans, cocaina, ricatti.” Vorrei dire qualcosa, ma non ci riesco. “Francesco, ne parliamo domani dopo che abbiamo letto i giornali” gli rispondo.
Mia moglie angosciata
Intanto, nella redazione del Tg3, dove sta lavorando, mia moglie vive dei momenti che non meritava di vivere: apprende dai giornali che saranno in edicola il giorno dopo quello che avrebbe dovuto sapere da me. Mi chiama angosciata, mi chiede spiegazioni, poi torna a casa. Capisco cosa significa sentirsi un vigliacco: l’ho lasciata inerme e sola, un compagno di vita non può farlo, non deve farlo.
(…)
Mi si stringe il cuore quando ci ripenso: era come una leonessa, Roberta, nel difendere la sua cucciola. E altrettanto faceva Isolina, con Giulia e Diletta. (…) Mi sentivo messo fuorigioco, come padre ma non solo.
(…)
«Venerdì 23 ottobre sono un uomo che barcolla: ho perso lucidità, sono una persona terrorizzata, spaventata, che procede a strappi. Quando ho riavvolto il nastro di quelle ore riflettendo insieme a Pino, il capo della segreteria, con il quale ho iniziato a fare politica alla fine degli anni Settanta, lui ha stretto i pugni per smorzare la tristezza e la rabbia e poi mi ha detto: “Non eri più il leader che conoscevamo, non guidavi e non dettavi la linea.”
(…)
A Palazzo Chigi
«Tornato da Palazzo Chigi, trovo nella mia stanza il gruppo ristretto, quello che in inglese si definisce inner circle, le donne e gli uomini con i quali ho condiviso cinque anni, l’esperienza della guida della Regione. Mi accorgo che hanno volti segnati e al tempo stesso stupiti, come se ai loro occhi si palesasse una persona diversa, per certi aspetti sconosciuta. Luca, un grande amico, un fratello che tu conosci bene, il mio avvocato da sempre insieme a Massimo, si avvicina e mi allunga dei fogli. È il verbale della mia deposizione di due giorni prima. In quella stanza adesso sanno tutto, fuori da quelle mura si conosce ogni cosa. Mi ricordo Michele che si avvicina, quasi sottovoce mi dice: “Adesso capisco il senso della frase che mi hai detto in macchina dopo aver parlato con il magistrato: ‘Finalmente mi sento libero, la mia coscienza si è liberata’”, e sorride tristemente. “Perché non me l’hai detto?” chiede poi. “Mi vergognavo” rispondo io, e mi affloscio sulla sedia sbattendo con violenza un pugno sulla scrivania. Tutti si voltano e mi guardano ammutoliti»…










