Sciacqua Rosa e bive Agnese: la nuova stangata che affoga Crotone

Sciacqua Rosa e bive Agnese: la nuova stangata che affoga Crotone

Fonte: U’Ruccularu

Un cittadino crotonese apre la sua prima bolletta Sorical, gennaio-aprile 2025, e sbianca. Da 140 euro annuali a 555 euro, il salto è vertiginoso. Dalla cucina si affaccia la moglie: “Cos’è successo?”. Risposta laconica: “È arrivata Sorical”.
Intanto anche oggi SORICAL ha lasciato a secco i Crotonesi, stavolta Papanice.
Ovviamente non riportiamo tutte le volte che la portata idrica viene ridotta perché ormai è un Bollettino quotidiano.

Basta andare sulla pagina “città di Crotone”, le comunicazioni di sorcial fanno a gara con i post autocelebrativi della campagna elettorale del partito pseudo civico di centro destra “Crescere” del sindaco e co-sindaco Voce-Cretella.
Benvenuti nella nuova era dell’acqua pubblica regionale, che prometteva risparmi, trasparenza e razionalizzazione, ma che finora ha prodotto solo una certezza: bollette impazzite, comunicazioni confuse, errori anagrafici e tanta, troppa rabbia.

CRONACA DI UNA STANGATA ANNUNCIATA
Dal primo gennaio 2025, Sorical ha preso in mano le redini del servizio idrico integrato di Crotone e altri 13 comuni della provincia, ereditando da Congesi non solo la gestione, ma anche debiti, problemi strutturali e dati incompleti.
Il risultato? Un aumento secco delle tariffe: per i non residenti la quota fissa triplicata (+287%), per i residenti un aumento del 47%, e una tariffa variabile che in alcuni casi sfiora il 154%. Colpiti duramente anche commercianti e artigiani: +73,9% sulla quota fissa, e rincari che vanno dal 10,8% al 15,6% sulla quota variabile.
A peggiorare la situazione, errori tecnici nella transizione: IBAN incompleti e utenti spariti dal sistema informatico. Ma soprattutto, dati anagrafici incompleti che mettono a rischio l’applicazione della tariffa agevolata e l’accesso al bonus idrico per chi è in difficoltà economica. Sorical invita gli utenti a correggere gli errori da soli, caricando su di loro anche l’onere della sua inefficienza.

LA REPLICA DI SORICAL: “ADEGUAMENTI NECESSARI” O SCARICABARILE?
Sorical tenta una replica, parlando di “necessari adeguamenti tariffari” dovuti ai costi della gestione precedente. Arrical, l’autorità regionale che ha autorizzato l’aumento con la delibera n. 15 del 19 marzo 2025, parla di un deficit lasciato da Congesi. Ma qualcosa non torna.
Sorical afferma che Congesi non aggiornava le tariffe da diversi anni, ma in realtà Congesi aveva applicato tariffe obsolete solo per il 2024. E poi, non era forse la gestione unica regionale a dover portare economie di scala e quindi tariffe più basse? La gradualità promessa e la sostenibilità tariffaria si sono dissolte davanti alla necessità di coprire in fretta il deficit, scaricandolo interamente sugli utenti.
Quella di Sorical sembra più una strategia dello scaricabarile che una replica seria. I problemi tecnici e amministrativi sono stati riversati direttamente sui cittadini, costretti a correggere errori anagrafici e a navigare fra procedure confuse. Né il sindaco Vincenzo Voce, né il presidente della provincia Sergio Ferrari, né il governatore Occhiuto hanno mostrato interesse concreto per questa vicenda, lasciando soli i consumatori a difendersi con un esposto formale. Evidentemente, hanno altro a cui pensare: mentre Voce e Ferrari sono già in corsa per le elezioni 2026, la Guardia di Finanza ha acquisito documenti proprio nei comuni di Crotone e Cirò. Il governatore Occhiuto, dal canto suo, è impegnato a provare la sua innocenza in una delicata indagine giudiziaria.

L’ESPOSTO: I CITTADINI PASSANO AL CONTRATTACCO
La misura è colma. L’associazione Avvocatideiconsumatori interviene formalmente con un esposto ad Arera, l’Autorità nazionale, definendo il rincaro “socialmente insostenibile” e iniquo. La denuncia è netta: con aumenti che portano una famiglia tipo a spendere fino a 555 euro all’anno, Crotone diventa una delle province più care d’Italia per l’acqua.
La battaglia dei consumatori non finisce qui: chiedono ad Arera l’apertura di un’istruttoria urgente, la verifica della proporzionalità, l’adozione di misure correttive e il rispetto della trasparenza. Nel mirino ci sono anche i sindaci della provincia, accusati di aver avallato in sede Arrical l’aumento delle tariffe nonostante fossero loro stessi responsabili della mancata vigilanza su Congesi.

TRA SILENZI E COMPLICITÀ: I SINDACI E LA PARTITA POLITICA DI ARRICAL
La questione non è solo tecnica, è politica. A votare a favore dei rincari in sede Arrical sono stati anche i sindaci del Crotonese, incluso il sindaco di Crotone Vincenzo Voce e il presidente provinciale Sergio Ferrari. Sindaci che avrebbero dovuto controllare la gestione precedente e che invece oggi approvano aumenti record, scaricando i costi della loro inefficienza direttamente sulle spalle dei cittadini.
Ma la partita vera non è solo sulle tariffe. ARRICAL e Sorical rappresentano oggi un nodo strategico e politico su cui si gioca il futuro regionale. Le ambizioni elettorali di figure come Voce si intrecciano così con la gestione idrica: dichiarazioni pubbliche e scontri istituzionali diventano terreno fertile per costruire future candidature, mentre le bollette continuano ad aumentare.

CHI PAGA DAVVERO?
Dietro numeri e tariffe ci sono vite reali. Famiglie che vedono schizzare la bolletta annuale da 140 euro a quasi 600 euro, commercianti e artigiani che vedono lievitare costi fissi e variabili senza una spiegazione logica. Eppure, nonostante gli evidenti errori di comunicazione e l’incompletezza della banca dati, Sorical scarica sugli utenti l’onere di sistemare i propri errori.
I cittadini crotonesi non chiedevano solo acqua, ma trasparenza e serietà. In cambio, hanno ricevuto tariffe folli e un carico aggiuntivo di burocrazia. La fiducia verso chi governa, già evaporata, ora rischia di essere definitivamente spazzata via da questa stangata.

ACQUA, DEBITI E TRASPARENZA EVAPORATA
Dietro i rincari e le bollette impazzite non ci sono solo conti da far quadrare, ma precise responsabilità politiche e amministrative.
Sorical e ARRICAL dovevano rappresentare una svolta verso l’efficienza e il risparmio, ma si stanno trasformando rapidamente in simboli di inefficienza e di un sistema opaco che continua a trasferire i propri costi e debiti sugli utenti.
La promessa dell’acqua pubblica regionale rischia così di diventare l’ennesima occasione mancata per i crotonesi, già stremati da anni di cattiva gestione.
Rimane solo una certezza: la bolletta salata.
E una domanda: fino a quando i cittadini saranno disposti a pagare, letteralmente e metaforicamente, il prezzo delle ambizioni politiche e della cattiva amministrazione?