Gentile Direttore,
siamo una coppia di trentenni originari di Cetraro. Da anni lavoriamo come docenti al Nord, ai piedi delle Alpi, lontani dalla nostra terra e dalle nostre famiglie. Leggiamo con incredulità lo slogan diffuso dal senatore Orsomarso, che esulta per i “185 euro di aumento” destinati al personale scolastico.
Ci chiediamo: quando mai? Per noi, che da dieci anni insegniamo nella scuola pubblica, l’aumento reale sarà, se tutto va bene, di una ventina di euro in busta paga. Ventidue, forse ventitré. Altro che 185. Vorremmo che qualcuno lo dicesse chiaramente al senatore Orsomarso, che si permette di farci i conti in tasca mentre percepisce oltre quindicimila euro al mese. Noi, invece, paghiamo un affitto salatissimo, bollette sempre più care, il costo della vita del Nord che aumenta di giorno in giorno.
Abbiamo un mutuo per la casa comprata a Cetraro, dove speriamo un giorno di tornare, e figli, tra cui una bisognosa di cure mediche non da pochi spiccioli, ai quali dobbiamo mandare i soldi per poter studiare e vivere dignitosamente con i nostri genitori. Quando la pancia è piena, è facile esultare per gli “euro dati ai poveri dal padrone”. Ma chi conosce davvero la scuola e la fatica di chi ci lavora sa bene che questa propaganda non rende giustizia alla nostra realtà, né alla dignità del personale docente.
Cordiali saluti,
Una coppia di docenti calabresi









