Serie B. Manovre di palazzo: “Gravina ha paura: è a rischio bancarotta con la Samp in Serie C”

“Quer pasticciaccio brutto” del congelamento dei playout con la classifica di serie B riscritta (-4 al Brescia e Sampdoria dalla retrocessione in C allo spareggio con la Salernitana) rischia di avere sviluppi clamorosi. Alessandro Da Rold sul quotidiano “La Verità” riporta nell’edizione odierna che il club blucerchiato evitò il fallimento due anni fa grazie al piano di ristrutturazione approvato dal Tribunale di Genova. Il piano aveva una condizione: la promozione in serie A entro il 2024 con la salvezza nel 2025. Ciò non si è avverato, anzi la Samp è retrocessa, dopo il pareggio di Castellammare di Stabia, in terza serie. Il quotidiano riferisce che la squadra fu ammessa comunque in B «sulla fiducia». Inoltre, come ricordato da Paolo Ziliani nel suo blog, ciò fu una scelta deliberata, politica.

Ma perché la vicenda dell’eventuale salvataggio blucerchiato potrebbe creare guai alla Figc? Il problema sembra essere il trust al cui interno Massimo Ferrero, ex patron del club doriano, aveva fatto confluire le quote della Sampdoria per isolarla dal crack delle altre sue aziende. Però questo trust, come rivela Michele Spiezia su Storiesport, potrebbe essere illegittimo. «Le intercettazioni parlano – scrive Da Rold – chiaro: Ferrero lo usò per mettere “in sicurezza” l’unico asset di valore della galassia Holding Max, cioè la Samp, e salvarla dai creditori. “È bancarotta”, si sente dire in una telefonata tra i suoi collaboratori. “Se zompa la holding, andate tutti in galera”». Ed ecco il punto chiave: «La Figc – prosegue La Verità -, consapevole, cambiò i membri della commissione preposta e ne allargò il numero per dare il via libera al trust. Gravina, secondo diverse fonti, era terrorizzato dagli sviluppi giudiziari. E con tutta probabilità lo è ancora oggi: se il trust fosse dichiarato nullo, se il piano concordatario saltasse, la Figc rischierebbe un’incriminazione per concorso esterno in bancarotta. Ecco perché la salvezza della Samp non è solo sportiva, ma stava diventando una necessità istituzionale».

Ci sono alcune domande importanti sul “pasticciaccio”, poste dal giornalista de La Verità: «Come mai la Samp, in mano a un fondo con sede a Singapore legato al betting, è stata accettata senza rilievi? Come mai la Florentia San Gimignano fu svuotata per far nascere la Samp femminile, in silenzio, con l’avallo dela Figc? Come mai le stesse operazioni fatte dalla Salernitana furono ritenute “diverse”?».

Il piano di salvataggio della Samp continua a circolare: penalizzazione del Brescia, disputa dei playout, oppure, in caso estremo, la serie B allargata a 22 squadre sulla scia di quanto avvenne nel “caso Catania” nel 2003 (ma allora la serie B fu allargata addirittura a 24 squadre col blocco delle retrocessioni). «Ma stavolta, la posta sembra più alta. Perché potrebbe non essere solo un club a rischiare» conclude Da Rold. Ci attende un’estate caldissima.