Checché se ne dica, io non ho mai odiato Mario Occhiuto. Non ho mai provato, nei suoi riguardi, quel sentimento di avversione, rifiuto e ripugnanza tipico dell’odio. Non l’ho mai disprezzato né come uomo, né come avversario politico. E fino a che è stato un “libero” professionista, in alcuni casi, come ad esempio la linea di mattonella con graniglia di marmo che aveva disegnato, l’ho anche apprezzato. Come ammiro la sua intelligenza che purtroppo, ahimè, ha trasformato in furbaria. Si è sempre definito un “non politico”, anche se ha intrapreso la carriera da politico professionista. Dimostrando una capacità di sdoppiarsi fuori dal comune. E qui arrivano i problemi. Io non so come era Mario prima di diventare sindaco della città, umanamente e caratterialmente parlando, ma so per certo quello che è da quando è sindaco: un bugiardo. Ha un’attitudine a negare l’evidenza che è qualcosa di straordinario che va oltre anche l’aspetto patologico della classica “sindrome di Pinocchio”. Ed è questo aspetto del suo “carattere che combatto”, e solo quando le sue bugie producono danni alla collettività.
Quello che decide la sera, se sgamato, nega la mattina. Potrebbe essere questo il suo motto. La sua tecnica è sempre la stessa: preparare l’intrallazzo sempre e comunque ara ‘mmucciuna, lasciarlo camminare sottobanco evitando il più possibile spifferi e fughe “di notizie”, sperando che arrivi al traguardo senza intoppi. E se malauguratamente gli intoppi dovessero arrivare: negare, negare, negare. E per fermare lo sgamo, ogni volta, lancia la sua “campagna” contro le fake news. Qualsiasi notizia a lui non gradita, diventa automaticamente una fake news.
Pubblichi una sentenza del tribunale con tanto di numero d’iscrizione al registro e firma del giudice che condanna il Comune a pagare i suoi debiti: è una fake news. Pubblichi i verbali, con tanto di firma di carabinieri e poliziotti e timbri della DDA, di 4 pentiti che dicono di aver avuto a “che fare” con il sindaco: è una fake news. Pubblichi le determine farlocche destinate agli amici degli amici, con tanto di numero di protocollo, documentazione mancante e necessaria per l’affidamento, e reati evidenti: è una fake news. Pubblichi la foto del Pm a cena con il suo capogabinetto: è una fake news. Pubblichi gli atti amministrativi che dimostrano il suo palese conflitto di interessi: è una fake news. Da notare che ho riportato solo esempi dove la “prova” è un documento ufficiale, e potrei continuare. Insomma puoi pubblicare anche un video dove si vede Occhiuto che intasca una bustarella, con tanto di audio che attesta la sua consapevolezza, che diventa subito una fake news.
L’ultima fake news per Occhiuto è quella della (ri)venuta di Sgarbi a Cosenza con un nuovo incarico. Notizia diffusa nel web, e ripresa anche da noi. Ora, prima di pubblicarla ci siamo premurati di fare la dovuta verifica. E se a dirlo è il direttore artistico dei Bocs Art che annuncia il suo “licenziamento” per far spazio a Sgarbi, questa, non è forse la prova provata della veridicità della notizia? A dire che arriva Sgarbi a Cosenza è il diretto interessato che lo annuncia pubblicamente dopo un colloquio con l’amministrazione. C’è da dire che il direttore artistico Dambruoso è stato nominato da Occhiuto, perciò non si può certo definire un odiatore, anche perchè mantiene ancora alcune cariche all’interno del progetto Bocs Art Museum.
Come tutti potete capire Occhiuto è incapace di dire: scusate ho sbagliato. Pur di non ammettere le sue responsabilità preferisce dire bugie. Anche di fronte alla “confessione” del direttore da lui nominato. La verità è che Occhiuto ha capito che i cosentini non vogliono più vedere Sgarbi nella pubblica amministrazione, e di conseguenza ha fatto un passo indietro rispetto alle sue decisioni, liquidando il tutto con: è una fake news. Più chiaro di così si muore.
Sarebbe stato bello per una volta sentire il sindaco dire: cittadini scusate, rispetto la vostra volontà e Sgarbi a Cusenza un ci vena cchiù.
GdD