Sibari, il Vinitaly è diventato la Pontida del Sud: le “prodezze” del leghista (senza vergogna) Bricolo

A fine luglio è andata in scena la seconda edizione del Vinitaly and the city a Sibari. La sagra di paese più costosa e più inutile del mondo. Abbiamo dato conto dei costi parziali che superano già i due milioni di euro di questa iniziatica folle che non ha portato un solo nuovo turista in Calabria, non ha portato nessun buyer in cerca di nuovi vini da commercializzare, e ha visto l’arrivo di pochissimi turisti presenti nei villaggi della costa. Quelli mica sono scemi ad abbandonare i propri resort con tutti i divertimenti, i rinfreschi, l’animazione di cui godono.

SIBARI, UNA VERGOGNA DA 2 MILIONI (FINORA) (https://www.iacchite.blog/sibari-la-vergogna-di-vinitaly-oltre-due-milioni-spesi-finora-per-tre-giorni-di-fiera-di-paese/)

I nostri governanti si riempiono la bocca di turismo ma non sanno nemmeno lontanamente cosa sia. Il Vinitaly and the city è la solita fiera della vanità che nasce sotto la spinta dell’ egocentrismo del nostro presidente Occhiu’ e di quello dell’assessore Gianluca Gallo per gli amici cedrone. Per giorni la gloria mediatica è stata assicurata loro dal Tg3 Calabria, dai maggiori organi di stampa di regime regolarmente assoldati, dai siti e contro siti tutti (sempre regolarmente assoldati) intenti a celebrarne le gesta e la grandeur. Per loro la Calabria sarebbe al centro del commercio internazionale. Poi sotto l’egida dell’incompetente Ministro Lollobrigida si riuniscono gli assessori regionali all’agricoltura e dall’entusiasmo si sprofonda nella disperazione con l’Europa dell’amica Von Der Layen che taglia di un 20% i fondi all’agricoltura per finanziare gli armamenti.

All’inaugurazione dell’evento, si fa per dire, c’erano tutti, sono arrivati anche il Ministro Lollobrigida e il Presidente di Verona Fiere. Più che un parterre di amministratori, governanti, tecnici, esperti del vino e dell’agricoltura sembrava una specie di Pontida del Sud, un incontro tra politici del centrodestra collocati chi in un ruolo e chi in un altro. Tutto in maniera rigorosamente spartitoria con il criterio dell’accontentino. Oltre al nostro duo di fenomeni Occhiu’ e Gallo cedrone provenienti da Forza Italia, sul palco era presente il direttore generale Fulvia Michela Caligiuri dell’Arsac, sistemata lì da Forza Italia dopo la non rielezione nel parlamento italiano.

E’ arrivato all’inaugurazione anche il Presidente di Verona Fiere Federico Bricolo. Voi penserete: mica i veneti sono come noi calabresi dove la politica occupa ogni dove, e come no… Tutto il mondo è paese. Ma quale tecnico e tecnico… Federico Bricolo viene sistemato a Verona Fiere dalla Lega Nord dopo la sua mancata rielezione a parlamentare. Deputato dal 2001 al 2008, senatore dal 2008 al 2013 dove ricopre la carica di capogruppo della Lega Nord, ricopre anche la carica di sottosegretario dal 2005 al 2006 ai trasporti. Finita l’esperienza parlamentare viene collocato nel ruolo di presidente nel CdA di Editoriale Nord. Poi ricopre cariche politiche nella Lega come responsabile della segreteria politica. Nel 2022 diventa presidente della Verona Fiere Spa e il 5 maggio 2025 viene confermato nella carica per il prossimo triennio.

In quei giorni era tutto miele con la Calabria e la nostra storia. D’altronde come quasi tutti i leghisti. Come dice Gian Antonio Stella “uomini di pancia e di governo”. Nel 2007 l’allora emergente Federico Bricolo, dichiarò: “Arriverà presto il giorno in cui i libri di storia finalmente scriveranno la verità sulla figura di Giuseppe Garibaldi. Al Nord, in Padania, lui e gli artefici del Risorgimento saranno sempre ricordati nel peggiore dei modi, come si ricorda una sciagura”. Noi sappiamo bene che anche molti calabresi definiscono Garibaldi in ogni modo, ma mentre questi lo fanno per le tante promesse tradite dal Risorgimento, Bricolo e i leghisti lo facevano e perché pensavano (?) che l’Unità d’Italia avesse penalizzato il Nord e rubato le ricchezze dei veneti. Oggi invece quelli che gridavano “Padania libera” scendono in Calabria col sorriso e con la complicità dei nostri governanti ci vengono a tassare anche una bevuta di vino. Parafrasando il famoso film di Troisi e Benigni: Chi siete? Che portate? Un fiorino! Chi siete? Calabresi… che portate? Vino. 25 euro per una bevuta.

E ci fermiamo qui. Per dovere di cronaca segnaliamo ciò che successe negli anni delle spese folli della Lega Nord quando era tesoriere Belsito. Nel 2009 anche Federico Bricolo viene tirato in ballo da Manuela Privitera che era stata per otto anni la segretaria amministrativa della Lega al Senato. In una intervista a Repubblica rilanciò le accuse verso Bricolo, dopo che lui l’aveva definita una collaboratrice infedele che lanciava accuse false: “Ma quel che ho visto in questa legislatura, in questi ultimi tre anni in particolare, non ha precedenti”. La Privitera accusava Bricolo di aver aperto un conto corrente ombra e di bonus regalati per comprare elettrodomestici.

In un articolo del Fatto Quotidiano del 7 gennaio 2013 viene ricostruita la vicenda. “Finché è stato in carica il governo Berlusconi i soldi circolavano tutti con bonifico – ha spiegato la Privitera – subito dopo, siamo nel dicembre 2011, il capogruppo Bricolo mi dice che vuole gestire in contanti. Prima non erano mai stati pagati affitti a un capogruppo o coperte le sue carte di credito, non venivano corrisposte somme extra a singoli senatori”. Accuse pesanti, dirette, che poi assumono un effetto ancor più velenoso. “A un certo punto, Bricolo convoca il tesoriere Stiffoni e, in mia presenza, annuncia: ‘dobbiamo aprire dei conti paralleli, dobbiamo fare degli accantonamenti’ – racconta la donna – Con l’avvento di Belsito al posto di Balocchio, nel 2009, non tutti i soldi vengono più girati alla segreteria di via Bellerio a Milano. Vengono trattenuti e gestiti in conti separati”.

L’operazione dei vertici del gruppo del Carroccio viene spiegata nel dettaglio, con tanto di obiettivo finale. Secondo Manuela Privitera, infatti, i conti correnti “erano tre. Uno ufficiale, che veniva utilizzato anche per i prelievi di contanti, tutti tracciati. E poi un conto parallelo. Infine un deposito titoli”. A che pro? “Immagino che si volesse celare al Consiglio federale della Lega il reale residuo di cassa a fine anno” è la spiegazione dell’ex segretaria, che poi ha confermato la destinazione delle cifre in questione. “Molti di quei soldi, come ho documentato, sono stati utilizzati per fare dei regali” ha detto Privitera. Che poi ha fatto alcuni esempi.

Soggetto delle sue accuse è sempre Federico Bricolo. “Nel Natale 2011 Bricolo decide di regalare a ciascun senatore quattro buoni da 500 euro tramite una carta MediaWorld, per evitare di far trapelare che la Lega, in un periodo di crisi, regalava ai propri parlamentari elettrodomestici. Qualcuno si è comprato la lavatrice, altri il televisore”. Ma non solo. Gli extra – ha continuato – “venivano corrisposti in contanti. Bricolo tratteneva per sé 2.028 euro, Bodega 778, Mazzatorta 638. Ogni mese…“. Privitera ha raccontato di essere stata rimossa quando è scoppiato il caso Belsito. “Mi hanno rimossa dicendo che dovevano fare dei controlli, poi a maggio mi hanno proposto il raddoppio dello stipendio per scusarsi del disagio. La cosa mi ha spaventata e ho rifiutato. A fine luglio è arrivata la sospensione e poi il licenziamento”. La notizia tenne banco su tutti i giornali per settimane, Federico Bricolo smentì tutto. Non ci risulta che Bricolo sia stato sottoposto ad indagini giudiziarie. Questo è Vinitaly and the city… una impresentabile e tragicomica Pontida del Sud.