Dalle prime ore della mattinata, la Polizia di Stato sta dando esecuzione a 17 misure cautelari a carico di soggetti appartenenti e vicini ai clan di ‘ndrangheta dei Forastefano e degli Abbruzzese, operanti nella Sibaritide.
I reati contestati a vario titolo sono associazione a delinquere di stampo mafioso, riciclaggio di denaro, estorsione e intestazione fittizia di beni.
I poliziotti stanno anche operando sequestri di società e imprese. I particolari dell’operazione saranno resi noti alle 11 in Questura a Cosenza, nel corso di una conferenza stampa alla quale prenderà parte anche il procuratore capo Nicola Gratteri, il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, il direttore centrale anticrimine Francesco Messina e il direttore del servizio centrale operativo della Polizia di Stato Fausto Lamparelli.
Aziende e produzioni agricole così come il trasporto verso il settentrione d’Italia della frutta prodotta nella piana che da Cassano si estende fino a Corigliano-Rossano, erano sotto il diretto controllo della cosca Forastefano da tempo federata con quella degli Abbruzzese. I due clan, dopo una sanguinosa faida che fino a meno di vent’anni fa li vide contrapposti, hanno sancito una pace duratura, trasformando la zona ionica settentrionale della Calabria, in una “signoria” mafiosa. Lo dimostra l’ultimo colpo inflitto stamane dalla Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri. La polizia di Stato ha infatti arrestato, in esecuzione di un’ordinanza firmata dal gip distrettuale di Catanzaro, Paola Ciriaco, 17 persone residenti a Cassano, San Lorenzo del Vallo, Spezzano Albanese e Paestum.