Sila, sostenibilità a targhe alterne: inaugurazione blindata del Casino Mollo tra rifiuti e ombre ambientali
Sila – 15 luglio 2025. Si tiene oggi, con grande enfasi istituzionale ma rigorosamente a porte chiuse, l’inaugurazione del restaurato Casino Mollo, bene architettonico nel cuore della Sila, oggetto di un importante intervento di recupero promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano. L’evento, riservato esclusivamente a rappresentanti delle istituzioni, autorità e selezionati invitati, viene presentato come un modello di valorizzazione culturale e ambientale.
Tuttavia, mentre si celebra la rinascita di uno dei luoghi simbolo del paesaggio silano, emergono gravi criticità ambientali legate alla fase di cantiere.
Un video-denuncia, trasmesso agli inquirenti e alle autorità ambientali competenti, documenta l’abbandono di materiale di risulta e rifiuti provenienti dai lavori di ristrutturazione lungo un tratto di oltre 500 metri della strada adiacente la Riserva Biogenetica “I Giganti della Sila”, un’area soggetta a tutela speciale. Le immagini mostrano accumuli di calcinacci, vecchi infissi, piatti, stoviglie e suppellettili riconducibili agli interni storici del Casino, gettati abusivamente nell’ambiente naturale.
Le responsabilità per l’abbandono sono attualmente oggetto di accertamento da parte delle autorità competenti, ma al momento non risultano elementi che colleghino direttamente tali condotte alla Direzione del FAI o alla Dott.ssa Simona Lo Bianco, all’epoca impegnata all’estero per iniziative di promozione turistica ed enogastronomica.
In particolare, la Direttrice del FAI risultava assente dalla Calabria nei giorni in cui sarebbe avvenuto lo sversamento, impegnata in missioni ufficiali in varie città degli Stati Uniti (Los Angeles, New York e altre), in collaborazione con il Presidente del GAL Terre Vibonesi, Vitaliano Papillo, per la promozione dei prodotti tipici calabresi, tra cui la celebre ‘nduja.
Seppur apprezzabile l’iniziativa di recupero del Casino Mollo, restano forti le perplessità sulle modalità operative e sul reale rispetto dei principi di bioedilizia ed economia circolare tanto enfatizzati nella comunicazione ufficiale. Una contraddizione che pone seri interrogativi sull’effettiva sostenibilità ambientale dell’intervento.
In attesa che le indagini chiariscano la dinamica e le responsabilità, la comunità locale si interroga: può un restauro dichiarato “green” lasciare dietro di sé cumuli di rifiuti su una delle strade più suggestive della Sila?
Inaugurazioni a porte chiuse e interrogativi ancora aperti. La tutela del territorio non può limitarsi alle cerimonie.











