Sistema Rende: la meritocrazia in una stanza e Pezzi, l’esperto in treccartismo

Pezzi e Marcello il pentito

Abbiamo svelato, senza eccessiva sorpresa, l’ennesimo scandalo-vergogna della selezione per l’assegnazione di borse di studio erogate dal Comune di Rende.

Senza sorpresa perché in linea con le iniziative che hanno come protagonisti i lavoratori in mobilità, i cassaintegrati per semplificare.

Ci è stato riferito che una fila di concorrenti sostava davanti alla porta della Commissione in attesa di essere ascoltati.

Commissione composta anche dal famoso Ing. Francesco Minutolo, esperto in ristrutturazioni di bar in aree mercatali. Protagonista di narrazioni non propriamente edificanti ed attenzionato dalla DDA, nonché dalla carneade Grillo (un nome, un programma…) con il ruolo di figurante, più o meno consapevole, nonché dall’esperto con il ruolo di foglia di fico probabilmente il prezzolato di turno, secondo i migliori canoni della commedia dell’arte.

Sarebbe ovvio pensare che l’erogazione di quattrini pubblici, cioè di tutti (ricchi e poveri) comporti la massima trasparenza, specialmente all’indomani della denuncia di una delibera redatta sulla base di una legge abrogata.

crende

Invece, ci risulta che la meritocrazia sia stata accertata in una stanza al riparo di occhi ed orecchie indiscrete, secondo le … migliori tradizioni.

Fate sapere ai nostri Dotti Amministratori, nonché insigni giuristi dell’assise comunale, quanto segue:

l’art. 6, comma 4, del D.P.R. 9 maggio 1994 n. 487, recita che “le prove orali devono svolgersi in un’aula aperta al pubblico, di capienza idonea ad assicurare la massima partecipazione”, e ancora gli articoli 7 comma 5 e 16 comma 2, del D.P.R. 27 marzo 2001 n. 220 secondo i quali la prova orale deve svolgersi in un’aula o sala aperta al pubblico.

Suggeriremmo ai candidati esclusi di fare ricorso sulla base di una sentenza del Consiglio di Stato del 27 marzo 2015 che tratta l’argomento, se non altro per invalidare la selezione e dare una lezione di legalità. Il Consiglio di Stato sottolinea:

“… perché occorre che durante le prove orali sia assicurato il libero ingresso al locale ove esse si tengono, a chiunque voglia assistervi e quindi non soltanto a terzi estranei, ma anche e soprattutto ai candidati, sia che abbiano già sostenuto il colloquio, sia che non vi siano stati ancora sottoposti.”

Pezzi
Pezzi

Una seconda considerazione riguarda i vincitori della borsa di studio, le cui famiglie non risultano particolarmente indigenti. Sarebbe stato opportuno evitare il pubblico ludibrio ai rampolli per un ammontare complessivo di poco più di mille euro, con la certezza che l’ obiettivo finale è quello di entrare nei ranghi della neonata SASUS (associazione dei Comuni) di cui il professore Pezzi, massimo esperto di treccartismo (inteso come l’antichissimo gioco delle tre carte), è il “grande vecchio”.

Ha già fatto le prove generali pilotando la nomina di un top manager, suo compagno di merende, per i cui staff si è creato il master oggetto della tenzone.

Fa rabbrividire la sfrontatezza dei nostri amministratori incuranti delle leggi e del buonsenso.

Dopo i cassaintegrati, le borse di studio truccate, il concorso burla per assistente del sindaco (il suo nome è ormai il segreto di Pulcinella e presto lo sveleremo), crediamo che ci siano le condizioni affinché intervenga la magistratura. Non certo quella di Cosenza, che è complice e connivente di tutte le porcherie possibili. Ma quella di Catanzaro, che ha già dimostrato capacità.

Almeno si apra un fascicolo, si cerchi di capire cosa stia succedendo. Non è sufficiente Iacchite’ a contrastare il malaffare. Iacchite’ può registrare denunciare, rischiare l’oscuramento, dare voce agli ultimi, ma lo stato deve dare un segnale.

Infine, una considerazione sui sindacati tutti. Come si diceva un tempo, sono gli anticorpi contro la prevaricazione di diritti. Dopo la denuncia dello sfruttamento dei cassaintegrati ci saremmo aspettati almeno il comunicato stampa di pragmatica, invece niente. Eppure certi fenomeni sono a conoscenza anche dai rappresentanti del personale. Probabilmente per un pugno di “permessi retribuiti” o di qualche prebenda per gli irriducibili, nessuno sa e nessuno ha visto eppure il contratto decentrato è stato firmato da 12 (dodici) rappresentanti dei lavoratori.

Diceva Totò “..e poi dicono che uno si butta a sinistra”.