Soriano, la relazione sullo scioglimento: il clan festeggiò l’elezione di Bartone, il sindaco che baciò le mani a Berlusconi

Poche ore fa il Tar ha confermato lo scioglimento del comune di Soriano, piccolo centro del Vibonese la cui situazione è perfettamente uguale a quella di decine di altri comuni della provincia di Vibo Valentia, che invece non solo restano in carica ma continuano a delinquere. Di seguito, ricordiamo la vicenda di Soriano, che assunse anche risvolti grotteschi per gli atteggiamenti dell’ormai ex sindaco Bartone. 

«La formula è quella ben nota sui «collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso». Ma c’è molto altro nella relazione con cui l’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, richiamando quanto segnalato dalla Prefettura di Vibo dopo il Comitato per l’ordine e la sicurezza a cui avevano partecipato anche i procuratori Camillo Falvo e Nicola Gratteri, aveva chiesto e ottenuto lo scioglimento del Consiglio comunale di Soriano. Si tratteggiava «il difficile contesto» di un territorio che ha fatto registrare tra il 2012 e il 2018 «ben sette omicidi di mafia». E il contenuto era molto pesante nei confronti dell’ormai ex sindaco, Vincenzo Bartone, noto in tutto il mondo per aver platealmente baciato le mani a Berlusconi nel 2020 nel corso di una manifestazione elettorale di Forza Italia per le Regionali davanti a centinaia di persone.

«La relazione prefettizia – si legge nel documento che Lamorgese ha indirizzato al presidente della Repubblica – ha innanzitutto evidenziato che l’attuale sindaco e la lista di candidati consiglieri comunali ad esso associata, risultata poi vincente nella tornata amministrativa del 2019, è stata presentata da elettori-sottoscrittori legati direttamente o indirettamente da vincoli familiari o da rapporti di frequentazione con esponenti della locale criminalità organizzata. Nella relazione prefettizia si evidenzia che tale lista elettorale “fosse quella individuata dalle locali consorterie per la futura amministrazione civica”».
Elementi ritenuti «rivelatori del condizionamento degli amministratori locali» sarebbero «la particolare vicinanza del predetto primo cittadino, dimostrata già prima delle elezioni amministrative del 2019, a numerosi esponenti del locale ed egemone clan mafioso nonché le assidue frequentazioni con soggetti riconducibili ad ambienti controindicati». Rapporti che sarebbero confermati da controlli di polizia «anche nel periodo immediatamente antecedente la campagna elettorale» e poi culminati nella «scomposta partecipazione» di «esponenti del contesto criminale di Soriano» ai festeggiamenti per la vittoria del 2019.

Neanche un anno dopo Bartone e il clan che rappresenta festeggiarono alla grande l’arrivo di Berlusconi a Tropea e nel Vibonese per sostenere la candidatura di Jole Santelli: c’è bisogno di aggiungere altro?