L’ALBUM DELLE MALEFATTE AL COMUNE DI SPEZZANO SILA
… e allora ricapitoliamo. Una piazza inaugurata in pompa magna con pseudo cantanti pagati a peso d’oro, una lunga passerella di autorità più o meno civili e religiose, amministratori di oggi e di ieri con spreco di fasce tricolori e di discorsi vuoti come intercapedini mal progettate e peggio realizzate, fiori, palloncini, coriandoli e sorrisi e che a distanza di poche settimane è già oggetto di manutenzione, di completamento, di interventi urgenti atti a rimandarne il più tardi possibile il crollo. Perché, sappiatelo, nonostante le centinaia di migliaia di euro che sono stati sperperati, il crollo è dietro l’angolo e alle infiltrazioni d’acqua che continuano a perforare il nulla che è stato costruito, non è stato posto rimedio. Ma nei nostri occhi rimarrà indelebile quel fantastico concerto di una sera di mezza estate che alla fine dei conti (salatissimi) giustifica tutto.
Un istituto scolastico risalente al nostro primo fascismo anch’esso inaugurato mesi prima della reale entrata in funzione (tra l’altro a regime ridotto) come se avessero rifatto il Colosseo (mancavano solo le Frecce Tricolori…) e invece si è intervenuti in maniera discutibile con il restringimento di aule ricorrendo ad un abbondante uso di materiale notoriamente utilizzato in queste strutture, come il carton gesso.
Una piazzetta storica (con relativi marciapiedi per l’ennesima volta da rifare) ubicata nella località che dovrebbe essere la propria proiezione turistica, che ancora non è stata inaugurata nonostante abbia tutti i requisiti necessari come è stato fatto in passato con i lavori che non erano ancora terminati. Anzi a dire il vero, i suddetti lavori dovevano essere consegnati ad inizio gennaio di quest’anno, ma sono fermi da settimane e chissà mai se ci sarà chi pagherà penali e risarcirà danni. E soprattutto chissà se mai qualcuno degli assessori, degli amministratori, o se addirittura Sua Maestà, un giorno ci spiegherà i motivi di questi ritardi che in realtà sono da attribuire ad inefficienza, incapacità e superficialità amministrativa.
Un muro posizionato nel centro del paese, proprio dinanzi all’Ufficio Postale, il cui rivestimento in pietre è cominciato senza mai terminare forse perché sono finite le pietre e perché non è stato trovato un cantante libero.
Un teatro che è una vergogna per come è ridotto e per come è stato trattato. Chissà se Sua Maestà è mai passato davanti a quel vomito tinto di amaranto che sfregia il profilo del nostro paese. Chissà se si sarà accorto che ormai è diventato un ricettacolo di ogni cosa e che il pericolo (sotto forma di animali randagi e selvatici, di topi, di vetri rotti, di resti di serate allegre) ha ormai lì fissa dimora. Ma il teatro è stato ereditato dai cattivi amministratori del passato e deve cadere sotto i colpi del tempo e dell’incuria in modo che ad ogni campagna elettorale possa essere portato ad esempio di pessima gestione della cosa pubblica. Il nuovo che (dis)avanza non torna indietro e preferisce il degrado, la vergogna, l’obbrobrio alla possibilità di recuperare un sito di cui la nostra comunità ha un vitale bisogno.
E poi lo sapevate che questo fantasmagorico paese è dotato di una biblioteca con più di 3000 volumi, che può accogliere fino a una settantina di utenti, che è gestita da tre impiegati comunali, che non ha l’ombra di un bibliotecario iscritto all’albo e che intercetta finanziamenti regionali di cui si ignora la destinazione e che forse altre biblioteche più serie e più reali meriterebbero di diritto?
Il Palazzetto in località Giordanello sembra essere un miracolato che sopravvive ad ogni inverno. Quest’anno, la stagione del grande freddo ancora non completamente terminata, ha lasciato in eredità una copertura sempre più a rischio e sempre più pericolosa.
La Colonia Federici che in passato fu la protagonista di scritti epici e storici in quanto teatro di eventi che ormai sono irripetibili, sembra una casa che aspetta solo la sua inevitabile fine. Data in gestione al Parco della Sila sembra non interessare più nessuno e aspettiamo l’annuncio della sua demolizione.
Il mercato coperto di Camigliatello, altra vergogna che fa bella mostra di sé e che ci ricorda di come si può voler male ad un territorio ed a una comunità.
La casa di Comunità. Ne avete sentito più parlare? I posti di lavoro promessi, l’utilità di una struttura dichiarata indispensabile, la scelta ballerina di edificarla prima a Spezzano (ma così fuori dal centro abitato da sembrare essere in un altro paese), poi di spostarla su Camigliatello senza avere l’idea di dove poterlo fare, il nascondersi alle richieste arrivate da comitati cittadini e da forze politiche. Insomma, la foto perfetta di un modo di gestire la cosa pubblica come se fosse uno scherzo e non la cosa più seria del mondo.
E infine le Cooperative. E qui ci inchiniamo perché è come se fossimo di fronte a Maradona se parlassimo di calcio, a Senna se parlassimo di Formula Uno, a Dante se parlassimo di poesia. Se parliamo di Cooperative allora diventiamo la capitale del mondo. Già, le Cooperative. Spezzano sta diventando una di esse, l’ennesima fonte di guadagno di pochi che vivono di privilegi a scapito dei diritti e della dignità dei molti.
Gruppo Consiliare “Insieme un futuro possibile”
Aurora Crocco, Gianluca Curcio, Fiorenzo Pantusa e Giovanni Zumpano