Stabilizzazioni all’Asp, le solite clientele

Con la pubblicazione del DCA n. 110 del 5/11/2015, il Commissario Scura, all’indomani dell’accordo regionale in materia di stabilizzazione del lavoro precario, demandava al dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute l’esecuzione del provvedimento di stabilizzazione e dava mandato alle Aziende del Servizio Sanitario Regionale di iniziare le procedure previste.

Ora è da ieri che, con la pubblicazione di una delibera “sospetta” presso l’ albo pretorio dell’Asp di Cosenza (precisamente la n. 1962), i dipendenti interessati al processo di stabilizzazione sono particolarmente preoccupati. E, considerando chi è l’estensore dell’atto deliberativo, non c’è da stare sereni. Nonostante il plauso di alcuni sindacati ufficiali.

In effetti, però, qualche perplessità è condivisibile e ci poniamo alcune domande.

Perché il direttore del personale ha proposto al commissario Filippelli una trasformazione dei rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato solo per il personale categoria A e B (ausiliari)?

E tutte le altre figure? E gli amministrativi? I tecnici? Il personale medico e paramedico quando sarà stabilizzato?

Precisiamo che i 66 ausiliari con contratto a tempo determinato (successivamente prorogati dall’Asp), invitati dall’ente con la delibera n. 1962 a produrre domanda se interessati alla trasformazione da tempo determinato a tempo indeterminato, non sono i soli ad essere stati reclutati con le procedure previste dall’art. 16 della legge 56/87. 

In totale i dipendenti interessati al processo di trasformazione sono per l’Asp di Cosenza 432. Con l’adozione della  delibera 1962 i precari dell’Asp di Cosenza non sono più tanto sicuri di mettere fine alla loro condizione di lavoratori a tempo determinato.

Forte è il sospetto che anche questa procedura possa essere utilizzata per fini clientelari.  E visti gli attori all’opera le tribolazioni per i precari saranno ancora molte.

Spiace per il sindacato che plaude a queste operazioni. Ma ormai ci siamo abituati.