Fonte: Crotone News (https://www.crotonenews.com/cronaca/strage-di-steccato-di-cutro-94-morti-di-burocrazia-inefficienza-mala-politica-e-sottovalutazione/)
Morti di burocrazia, sottovalutazione e incompetenza. A leggere le 625 pagine dell’ultima nota informativa dei carabinieri di Crotone al sostituto procuratore della Repubblica, Pasquale Festa, viene voglia di saltare dalla sedia e spaccare la prima cosa che capita a tiro, perché tanta è l’amarezza.
Una cosa è certa: i 94 morti del naufragio di Steccato di Cutro (tra loro 35 minori, 26 sotto i 12 anni), potevano essere salvati, sarebbe bastato poco, sarebbe bastato capire cosa stava succedendo ed avere direttive meno stringenti sul salvataggio di migranti. Il nodo della questione è il metodo usato dalle forze dell’ordine italiane per gli interventi in mare, racchiusi nella nota inviata alle Capitanerie di Porto a giugno del 2022 e che fa riferimento a direttive del 2003. I militari della Guardia di Finanza del Roan di Vibo Valentia hanno continuato a parlare di “operazione di polizia giudiziaria”; quelli della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria non hanno ben compreso cosa stesse succedendo davvero e, comunque, in presenza di operazione di “law enforcement” (polizia giudiziaria) ci sarebbe dovuta essere esplicita richiesta di intervento del Roan alla Guardia Costiera. Proprio stando alle direttive “impartite dal livello politico” e contenute in quella ormai famigerata mail.
Cosa che non sarebbe mai avvenuta esplicitamente. Gli ufficiali della Capitaneria di Porto in servizio alla centrale operativa di Roma non hanno mai ritenuto di classificare l’evento da “law enforcement” (polizia giudiziaria) in Sar (search and rescue, ricerca e salvataggio). Guarda caso, però, nei giorni successivi al naufragio di Cutro tutti gli eventi in mare con migranti vennero classificati come Sar.
E poi le domande: davvero le imbarcazioni della Guardia di Finanza non potevano raggiungere il target con onde comprese tra 1,90 cm 1,56 cm? (dati dei carabinieri nell’informativa). A questo proposito al pm Festa sono state fornite diverse relazioni di esperti.
Perché la segnalazione di Frontex viene ritenuta poco attendibile dall’ufficiale della Capitaneria di Porto in servizio a Reggio Calabria quella notte? Perché la Guardia di Finanza non chiede esplicitamente l’intervento della Guardia Costiera nel momento in cui decidono di tornare indietro per “avverse condizioni meteomarine”? Perché il target (ovvero il caicco Summer Love A) viene agganciato dal radar di terra e seguito per oltre mezz’ora dopo le ore 03:00, ma nessuno riesce ad agganciarlo e vederlo in mare?
Sarebbe bastato poco perché quella tragedia non avvenisse; sarebbe bastato capire, avere regole di ingaggio e direttive politiche diverse. Quando ci sono persone in pericolo in mare, non si dovrebbe mai pensare prima alle operazioni di polizia giudiziaria e poi al salvataggio. In passato avveniva il contrario. E come ricorda l’ammiraglio Alessandro “una imbarcazione con migranti a bordo è in pericolo dal momento in cui lascia la terra ferma”.
Burocrazia, sottovalutazione, inerzia, mancanza di direttive politiche “umane”, hanno provocato una strage di bambini, donne e uomini nel mare di Steccato di Cutro, là dove i migranti sono sempre stati accolti e soccorsi, tanto dagli abitanti di Cutro e Isola Capo Rizzuto, quanto dalle forze dell’ordine e volontari. Perché questa volta no? Perché il ministro Piantedosi ha ripetuto per tre volte, pubblicamente e in Parlamento, che si trattava di uno “sbarco autonomo” (cosiddetto spontaneo), quando l’aereo di Frontex prima, il radar di terra poi, hanno agganciato e seguito l’imbarcazione? Perché ministro Piantedosi, se era uno “sbarco autonomo” sono usciti i mezzi della Guardia di Finanza a cercare il target? Gli sbarchi autonomi sono quelli con le imbarcazioni che arrivano sulla costa senza essere intercettati prima, questi li avevano visti tutti, e allora quale “sbarco autonomo”?
E ancora ministro Piantedosi, vuole rivedere a chi indirizzare il termine “irresponsabili” che usò il 26 febbraio in conferenza stampa nella Prefettura di Crotone, parlando di chi aveva messo i propri figli su quella imbarcazione?
Tante domande che si spera possano trovare risposte nella politica umanizzata e nell’eventuale processo che dovesse scaturire dalle indagini dei carabinieri di Crotone coordinati dal sostituto procuratore Pasquale Festa. Intanto, però, nessuno restituirà ai propri familiari le persone care decedute in una fredda notte di febbraio del 2023 a pochi metri dalla riva di Steccato di Cutro. Un’ultima domanda a tutti i protagonisti (politici e militari), come fate a dormire la notte?