Suicidio Catricalà, David Vannozzi: “È vero, quel giorno dovevamo vederci, ma non volevo accusarlo”

di Thomas Mackinson

Fonte: Il Fatto Quotidiano

“È vero, il giorno che Antonio Catricalà si è ucciso aveva un appuntamento con me e sì, l’audio in cui dice “sono un estorsore” l’ho depositato io. Se si è sparato, però, non è colpa mia. Sinceramente, io non l’avevo focalizzato come un possibile reato da parte di Catricalà e non ho mai pensato a un nesso tra le due vicende”. Parla David Vannozzi, il cliente che l’ex presidente dell’Antitrust doveva incontrare quel tragico 24 febbraio 2021 in cui, per motivi mai chiariti, si sparò nella sua abitazione ai Parioli in Roma.

Quando sentì l’ultima volta Catricalà?

Il 17 febbraio 2021, terminata la mia deposizione alla Finanza di Roma.

Perché ci andò?

Negli atti avevamo invertito due eventi, mettendoli in una sequenza temporale e logica errata, diversa dalla realtà.

Perché precisò che era stato Catricalà a suggerirle di registrare e poi denunciare l’imprenditore che vi stava mettendo in difficoltà?

Perché le cose erano andate così. In quel momento ci seguiva lui e la segnalazione alla procura l’aveva scritta lui.

Gli disse di averlo appena messo a verbale?

No, fui vago, ma era uno che al telefono parlava lo stretto necessario. Gli chiesi un appuntamento e me lo diede il 24 febbraio, era implicito che ci saremmo parlati quel giorno.

E che gli aveva attribuito anche la frase “Sono un estorsore”?

Non glielo dissi, ma era un audio molto breve, la registrazione col telefono a volte si interrompeva. È passato molto tempo.

Si sente una risata e poi “grande grande!” e poi “Sono un estorsore!”…

Certo, se c’è nell’audio è perché quelle cose le ha dette. Ricordo però che lui stava ridendo, era in un momento ilare.

Perché depositare un audio di pochi secondi?

La Finanza mi aveva chiesto di depositare tutti quelli in mio possesso, e quello era il file del nostro incontro. Non avrei dovuto?

Se non da lei, potrebbe averlo saputo da qualcuno della Finanza?

Lui aveva mille relazioni.

Le accuse contro l’imprenditore erano infondate, ora lei è imputato di calunnia.

Questo lo apprendo da lei, ma cosa potevamo fare? Qualsiasi transazione con lui ci avrebbe fatti finire tutti davanti alla Corte dei Conti.

Ha mai pensato a un nesso tra queste vicende e il suicidio?

No. Devo dire la verità, questa cosa che mi sta dicendo ora io sinceramente non l’avevo neanche focalizzata come un possibile reato da parte di Catricalà. Non sono un avvocato né un pm. Mi creda, io ho agito sempre in buona fede.