Superlega calcio, domande e risposte: come sarà, chi gioca, cosa può succedere

Che cosa sta succedendo nel calcio europeo?

Nella mezzanotte fra domenica 18 e lunedì 19 aprile, 12 grandi club hanno annunciato ufficialmente di aver stipulato l’accordo per la creazione di una nuova competizione, Super League, che ha già un sito internet ufficiale. Si tratta di sei squadre inglesi (Manchester United, Manchester City, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Tottenham), tre spagnole (Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid) e tre italiane (Juventus, Inter e Milan).

Che cos’è la Superlega o Super League?

Un nuovo campionato fra i club d’élite che è destinato a prendere il posto della Champions League. Il format prevede 20 squadre: 15 membri fondatori, qualificati di diritto, e 5 club ammessi a rotazione in base ai risultati sportivi. La formula prevede due gironi da 10 squadre: le prime tre di ogni gruppo accedono direttamente ai quarti di finale (non ci sarebbero gli ottavi), insieme alle due vincenti degli spareggi fra quarta e quinta classificata. Dai quarti di finale la formula ricalca quella dell’attuale Champions League: gare di andata e ritorno a eliminazione diretta, finale in una partita unica. Per il momento, Psg, Bayern Monaco e Borussia Dortmund non hanno aderito.

Quando partirà la Superlega?

I club vogliono partire “al più presto”. L’ipotesi più realistica è agosto 2022.

Ma la Super League sostituisce dunque la Champions?

No. La Uefa, il governo del calcio europeo, è contraria al progetto e ha già minacciato sanzioni per i club. Si tratta di un vero e proprio scisma. L’attuale Champions League è una competizione ufficiale, organizzata in modo centrale dall’Uefa, e le partecipanti accedono in base al risultato nel campionato nazionale, ricevendo premi legati ai risultati sportivi e alle quote commerciali (market pool) che vengono divisi e distribuiti dall’Uefa. La Superlega è un torneo privato organizzato e gestito direttamente dai club, che lo disputerebbero a metà settimana “invece” delle Coppe tradizionali. I club ribelli sono invece disposti a continuare a disputare regolarmente il campionato nel weekend (Serie A, Premier League, Liga), se non saranno espulsi.

Perché c’è questa scissione?

I grandi club vogliono aumentare il numero di partite di alto livello fra le migliori squadre d’Europa. Vogliono gestire direttamente (e moltiplicare) gli incassi di sponsor e diritti televisivi senza mediazioni. La pandemia ha prodotto una crisi drammatica nei conti e la Superlega è considerata l’unica via per rilanciare il calcio. Avere incassi certi e garantiti di diritto aiuta i club a sostenere investimenti e programmazione.

Quanto vale la Superlega?

I club fondatori avranno 3,5 miliardi come contributo una tantum a supporto dei loro piani di investimento e per “blindare l’impatto della pandemia Covid 19”. La torta dei diritti tv sarà di circa 4 miliardi. Un singolo club potrebbe incassare fino a 350 milioni a stagione. Il progetto prevede anche contributi di solidarietà al calcio europeo in misura maggiore alle cifre stanziate al momento: l’obiettivo è di raccogliere 10 miliardi.

Perché la Uefa e le Federazioni minacciano sanzioni? Cosa succederà?

Le istituzioni del calcio hanno ribadito una posizione già netta: chi aderisce alla Superlega è fuori da tutto il resto del calcio. Vuol dire che non può partecipare a nessun torneo ufficiale. Vale per i club, che non potrebbero partecipare al campionato, ma anche per i giocatori, che così non potrebbero giocare più in nazionale, rinunciando a Mondiali ed Europei. E c’è il nodo degli arbitri: chi dirigerà queste partite? L’espulsione varrebbe anche per loro. Servirebbero arbitri privati ingaggiati con contratti pluriennali. Ovviamente solo per i club le sanzioni possono partire immediatamente. Uefa, federazioni e leghe nazionali interessate hanno pubblicato una nota già ieri prima dell’annuncio ufficiale. La Fifa si è espressa nella notte, invitando alla calma e al dialogo.

Che ne sarà della Champions League?

Il format non cambierà per il triennio 2021-2024, i diritti tv sono già stati assegnati. L’Uefa ha pronta una riforma del torneo per portarlo da 32 a 36 squadre. Un girone unico, in cui ogni club gioca solo 10 partite (5 in casa, 5 fuori). Le prime 8 accedono agli ottavi direttamente. Le squadre dal nono al ventiquattresimo posto accedono ai play-off che qualificano altre 8 squadre. Questo sistema entrerebbe a regime dal 2024. Ma è evidente che una fuga dei migliori club europei svuoterebbe immediatamente la Champions League di valore.