Il terremoto del 28 dicembre 1908 non fu un evento improvviso e isolato, ma il risultato di un complesso sistema geologico che rende l’area dello Stretto di Messina una delle più sismicamente attive del Mediterraneo.
Lo Stretto si trova lungo una zona di confine tra la placca africana e quella euroasiatica, un’area soggetta a forti tensioni tettoniche. In particolare, il sisma del 1908 fu causato dal movimento improvviso di un sistema di faglie normali localizzate in mare, tra la costa calabrese e quella siciliana.
Gli studi successivi hanno individuato una faglia principale orientata nord-est/sud-ovest, la cui improvvisa rottura generò una liberazione di energia enorme. Il fondale marino subì uno spostamento verticale significativo, con abbassamenti e sollevamenti del suolo che in alcuni punti superarono il metro.
Questa deformazione del fondale fu la causa diretta del maremoto che seguì il terremoto. Il rapido sollevamento e sprofondamento del fondo marino mise in movimento una grande massa d’acqua che, in pochi minuti, raggiunse le coste di Reggio Calabria e Messina con onde di notevole altezza.
A rendere il sisma particolarmente distruttivo contribuì anche la bassa profondità ipocentrale, stimata tra gli 8 e i 15 chilometri. I terremoti superficiali, infatti, rilasciano l’energia più vicino alla superficie, amplificando gli effetti al suolo. Inoltre, la natura dei terreni costieri, in molti casi costituiti da depositi alluvionali e sabbiosi, favorì fenomeni di amplificazione sismica.
In diverse zone si verificarono cedimenti del terreno, fratture superficiali e fenomeni di liquefazione, che compromisero ulteriormente la stabilità degli edifici. Molte costruzioni dell’epoca, realizzate senza criteri antisismici, non furono in grado di resistere a sollecitazioni così intense.
Il terremoto del 1908 rappresenta ancora oggi un caso di studio fondamentale per la sismologia moderna. Le ricerche condotte nel corso dei decenni hanno permesso di comprendere meglio la dinamica delle faglie nello Stretto e di migliorare le conoscenze sui rischi sismici dell’area.
Comprendere cosa accadde sotto lo Stretto di Messina quella mattina del 1908 non è solo un esercizio scientifico, ma un passaggio essenziale per rafforzare la consapevolezza di vivere in un territorio fragile, dove la prevenzione e la conoscenza rappresentano le prime vere forme di sicurezza. Fonte: ReggioTV










