Tg3 Rai Calabria, l’informazione di regime. Il caso Sgarbi e… l’articolo 21

TG3 CALABRIA, L’INFORMAZIONE DI REGIME

ORMAI DAL Tg3 Calabria ci si aspetta di tutto e di più. Ieri per esempio ha esordito con il servizio sull’area speciale di sviluppo (ZES) allargata a tutto il meridione dando la parola al deputato Forgiuele della Lega Nord, che ha spiegato – sia pure in maniera pedestre… – il provvedimento. Invece il pensiero dell’opposizione viene riassunto dalla giornalista in pochi secondi facendone un calderone, sì insomma un polpettone generale.

Ma il bello doveva arrivare poche “markette” dopo con il servizio sull’inaugurazione della mostra di Franco Azzinari “Vento nel Mediterraneo” celebrata lunedì a San Demetrio Corone. L’inaugurazione della mostra è divenuta l’occasione per una assai penosa e anche imbarazzante filippica difensiva di Vittoria Sgarbi a tutto spiano.

Il servizio (pubblico, sic!) della Rai calabrese inizia con un Vittorio Sgarbi che lancia in resta parla della sua faccenda personale: “Mi rimproverano che faccio delle presentazioni. Certo è un mio diritto d’autore fare delle presentazioni. Non posso essere incompatibile come sottosegretario se faccio un racconto su un mio coetaneo…”.  Chi non è informato della polemica sull‘attività di Vittorio Sgarbi non ci capisce nulla. Ci si attenderebbe che il commento del “giornalista” chiarisse i termini della polemica, presentandoci le parti in causa e le tesi contrapposte, e invece esordisce così: “Si difende così il sottosegretario Sgarbi dalle polemiche degli ultimi giorni sui presunti compensi percepiti parallelamente dalla sua attività nel governo. Fa riferimento all’articolo 21 della Costituzione italiana durante la presentazione della mostra di Azzinari che garantisce il diritto d’autore e quindi la sua attività da critico…”.

Poi, sempre il servizio del Tg3 Calabria continua: “… Anche l’amministrazione Comunale era intervenuta sulla vicenda. Nessun contratto on la società ARS che fa riferimento a Sgarbi e dunque nessuna spesa per le casse comunali”.  Solo alla fine  il servizio torna sull’oggetto del servizio: “Un evento balzato alle cronache nazionali dunque la presentazione della mostra di Azzinari “Vento nel Mediterraneo” che rappresenta un ritorno del nostro maestro nella sua San Demetrio Corona dove tutto è cominciato…”. 

Chi non è informato della polemica esplosa in questi giorni l’unica conclusione che ne può trarre è che c’è un attacco alla libertà di espressione di Vittorio Sgarbi e all’articolo 21 della Costituzione. L’articolo 21 della Costituzione recita testualmente: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Questa è la tesi di Sgarbi e il Tg3 Calabria non fa altro che rilanciare questa tesi senza dire i veri termini dell’accusa. Dal servizio non si capisce chi ha lanciato la querelle. Che quindi fino a prova contraria è figlia di NN. Doveva essere compito del Tg3 dare sia la versione di Sgarbi e sia la versione de Il Fatto Quotidiano.

L’accusa nei confronti di Sgarbi non è che partecipa a troppe mostre e dibattiti, ma che per fare questo verrebbe pagato e profumatamente e che tutto ciò è incompatibile con il suo ruolo di governo. In nove mesi avrebbe percepito, secondo Il Fatto Quotidiano, circa 300 mila euro di compensi. L’articolo 21 della Costituzione non c’entra nulla, l’accusa de Il Fatto Quotidiano si basa sulla legge del conflitto di interessi… Scrive Thomas Marckinson: “Per lui sono attività “episodiche” compatibili con la carica di sottosegretario alla Cultura, checché ne dica la legge sul conflitto di interessi – “Il titolare di cariche di governo non può esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati” (legge n. 215/2004, art. 2) -…”.

Il Fatto ha ricostruito parte degli eventi a pagamento di quest’anno: 28 in nove mesi per 214 mila euro (oltre Iva) di compensi, cinque ancora da confermare per altri 41 mila, compreso Miss Italia (che poi verrà cancellato)… Valuterà l’Antitrust se sono “episodici” e quindi leciti”.

Questi sono i termini reali della querelle: Sgarbi poteva essere retribuito per presenziare a tutti gli avvenimenti dove ha messo piedi nella sua qualità di sottosegretario?  L’articolo 21 della Costituzione c’entra come i cavoli a merenda. Così come il servizio non dice tutto il vero sul ruolo dell’amministrazione comunale di San Demetrio Corone. Anche qui il servizio è ampiamente lacunoso, riporta la parte della lettera del Comune che afferma che nessun contratto c’è stato con la società di Sgarbi e che quindi nessuna spesa c’è stata per le casse comunali. Però non dice che un compenso era stato previsto, considerato che l’amministrazione comunale di San Demetrio Corona si precipita ad annullare in autotutela la determina presa in precedenza  con un impegno di spesa per la partecipazione  di Sgarbi.

Sarebbe interessante capire  a quanto ammontava questa determina di spesa (Il Fatto Quotidiano parla di euro 10 mila) e perché l’Amministrazione si precipita ad annullarla dopo l’esplosione del caso. Così come il servizio non accenna minimamente al fatto che un altro avvenimento svolto in Calabria nel maggio scorso è finito nell’elenco dei compensi di Sgarbi. Si tratta de Il Festival del Sud svolto a Vibo Valentia  nel maggio scorso con un compenso di euro 5 mila a Vittorio Sgarbi. Ma tutto questo il Tg3 Calabria  che dovrebbe essere al servizio (pubblico, doppio sic!) dei cittadini non ce lo fa sapere. Più che al servizio dei cittadini sembra al servizio dei potenti. Complimenti per l’informazione. In effetti c’è una violazione dell’articolo 21, dove dice: “… La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Purtroppo questa parte dell’articolo 21 viene calpestata quotidianamente da molta parte della stampa, calabrese e non solo. E non è per niente confortante.