Dal 1° gennaio 2024 i lavoratori della Abramo Customer care di Montalto Uffugo, Catanzaro, Palermo e in parte quelli di Crotone saranno collocati in cassa integrazione a 0 ore. Tim ha deciso di cessare il contratto con l’azienda calabrese e quindi quelli sedi saranno chiuse. La comunicazione è contenuta in una nota delle Segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, le RSU che questa sera hanno incontrato i rappresentanti dell’azienda Abramo CC in amministrazione straordinaria: “La società – si legge nel comunicato – ha informato che Tim, con decorrenza 1° gennaio 2024, ha comunicato la cessazione del contratto commerciale per le attività di Consumer sia lato fisso che mobile, oltre alle attività tecniche del 187, confermando, al contempo, il contratto relativo alle attività Business. Secondo la missiva inviata dalla committente TIM, non si tratterebbe di un cambio di appalto, in quanto le attività cessate non saranno gestite da altri fornitori. I rappresentanti aziendali hanno comunicato che, a seguito della disdetta del contratto commerciale di Tim per le attività Consumer (119,187, digital care, 187 tecnico), loro malgrado, sarà complicato, se non addirittura inutile, proseguire con il mantenimento delle sedi di Montalto Uffugo, Catanzaro e Palermo”. A Crotone, invece, la Cassa integrazione a 0 ore riguarderà 90diopendenti della Consumer Tim, mentre resteranno in attività 450 operatori su Tim Business.
La Abramo CC conta ad oggi 1070 lavoratrici e lavoratori e, sostengono i sindacati “questa decisione del committente Tim impatterà su 493 dipendenti, tra Catanzaro, Cosenza e Palermo, che a partire dal 1° gennaio saranno collocati in cassa integrazione a zero ore”.
I sindacati “stigmatizzano fortemente il comportamento di Tim” sostenendo che “non è accettabile per la più grande aziende del comparto delle Telecomunicazioni, eludere una legge dello Stato (L.11/2016) e quanto sancito dall’art.53 bis del CCNL delle Telecomunicazioni. Ancor più grave, risulta cessare i contratti commerciali ad una azienda in procedura concorsuale, gestita da pubblici ufficiali impegnati nel bando di gara per la “vendita” dell’azienda, da parte di una committenza che conta tra i propri azionisti anche Cassa Depositi e Prestiti, su cui saranno valutati eventuali profili di illegittimità”.
Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni attaccano Tim che “impegnata in una operazione societaria, fortemente contrastata dal sindacato, si macchia ulteriormente di azioni, in pieno contrasto con le tanto sbandierata eticità delle proprie iniziative, che andranno a turbare il futuro occupazione di circa 500 famiglie. Lavoratrici e lavoratori che, per oltre venti anni, anche in piena pandemia, sono stati “la voce” di una azienda allo sbando, concentrata in operazioni puramente finanziarie, senza strategia industriale e senza la dovuta attenzione alla clientela ed ai lavoratori stessi”.
Per questo le organizzazioni sindacali annunciano che richiederanno, “ad horas, un incontro urgente ai Ministeri del Lavoro e delle Imprese e del Made in Italy, coinvolgendo direttamente la committenza TIM”. Inoltre proclamano lo stato di agitazione di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori di Abramo CC, riservandosi nelle prossime ore di comunicare le azioni e le iniziative che saranno realizzate “per scongiurare un dramma occupazionale, difendendo l’occupazione di 493 lavoratori tra Calabria e Sicilia”.