Tonino Gentile, il gabbiano, Ponzio-Pulicani e il “sistema sanità”

Con una incredibile faccia di bronzo, la candidata Jole Santelli è andata in giro per la Calabria a dire che lei è contro la logica degli amici degli amici e che la sanità avrebbe cambiato ccorso. Ma dimenticava di dire che nella sua banda di impresentabili, corrotti, delinquenti e farabutti c’è anche chi ha ridotto il nostro sistema sanitario allo schifo che tocchiamo con mano ogni giorno specialmente ora che siamo in emergenza. Ma tutto ciò non impedisce di continuare a foraggiare sempre gli stessi papponi e gli stessi “boss”. In particolare il Cinghiale, che quando tratta di sanità diventa miracolosamente un “gabbiano”.

SOLO E SOLTANTO in questo articolo Tonino Gentile non è il Cinghiale, come lo appelliamo sempre, ma il gabbiano, come ama essere definito. Ce ne scusiamo con i lettori. 

“Assassinarono un gabbiano. Certo che sì! Il mio volo politico così pulito e leggero… e loro bum!, mi abbatterono”.

Così parlò Antonio Gentile, per gli amici Tonino, l’intellettuale (per usare un eufemismo) della famiglia Gentile, al Corriere della Sera.

Il “fratello” designato a rappresentare i Gentile al Senato e indicato a furor di popolo quale depositario degli interessi della famiglia nel settore della sanità.

Sì, perché Tonino nella sanità c’è nato, da quando, ancora giovanissimo dottore in geologia, lavorava al Mariano Santo per conto dell’Usl. E’ da lì che è iniziata la scalata. Anzi, il suo volo di gabbiano “pulito e leggero”…

Già negli anni Ottanta Tonino si divideva con grande successo tra il Psi, la Carical e la “sua” sanità. I commissari prima e i manager poi sono sempre stati uomini di sua fiducia e in pratica è sempre stato lui, ormai da una trentina d’anni a questa parte, a gestire gli ingenti finanziamenti da destinare alla sanità pubblica cosentina.

Molto più ingenti di quelli destinati, tanto per fare un esempio banale, al Comune di Cosenza. Almeno dieci volte di più. Un potere contrattuale enorme. Anzi, un volo di gabbiano oseremmo dire “planare” come cantava Loredana Bertè.

Appalti miliardari (poi milionari) e subappalti ghiottissimi per la cosiddetta edilizia sanitaria ma anche per forniture, servizi, macchinari. Per non parlare delle lobby farmaceutiche. Un flusso praticamente infinito di denari sonanti.

Da accoppiare con la gestione del “mercato” dei medici, particolarmente ricca e variegata a Cosenza e provincia e con quella del personale paramedico, ancora più grande e frammentata. Perché da una parte ci sono i caposala, gli infermieri, i portantini, il personale amministrativo, che rappresentano un buon 50% di quelle truppe cammellate gentiliane delle quali presto ci occuperemo in un articolo specifico.

Ma dall’altra c’è un mercato ancora più fiorente. Un altro mercato che Tonino affronta sempre volando “leggero” ma soprattutto “pulito”.

IL LAVORO INTERINALE: LA COOPERATIVA SEATT DI PONZIO

Si tratta, tanto per capirci, del meccanismo con il quale si porta il personale a tempo nei generosi ranghi della sanità cosentina. E di come si possano guadagnare altri soldi facili facili. Si chiama lavoro interinale. Un business che produce milioni di euro all’anno per commesse pubbliche soprattutto da parte di Azienda ospedaliera e Azienda sanitaria di Cosenza. Insomma, il regno di Tonino Gentile.

Il suo deus ex machina in questa storia è la cooperativa Seatt (Società cooperativa sociale servizi avanzati tecnologici e terapeutici), una cooperativa a responsabilità limitata di tipo “b” che esiste dal 2000, proprio con la mission di aiutare la sanità.

Si scrive così ma si legge Gianfranco Ponzio, alias Tonino Gentile. Sì, sempre lui, non più l’ormai celeberrimo cinghiale dello scandalo dell’Oragate. Ma il gabbiano dal volo così accattivante e libero…

Il business viene consumato con la cessione di prestazioni di personale.

Gianfranco Ponzio è l’alter ego di Tonino Gentile nella politica rendese. Sarebbe stato il suo sindaco ideale ma Marcello Manna è stato più scaltro. Eppure Ponzio era stato eletto consigliere provinciale dopo aver esordito da consigliere a Rende e si era preso la responsabilità di indossare anche i panni del segretario provinciale di Forza Italia ai tempi delle vacche grasse dell’idillio dei Gentile con Berlusconi.

E così Ponzio si è dovuto “accontentare” solo di un posto in consiglio comunale a Rende, tra l’altro occupato dalla moglie Annamaria Pulicani. Ma è stato ricompensato in maniera più che adeguata. E anche al Comune di Rende gli affari più grossi gradatamente sono arrivati nelle sue mani per i primi tre anni. Poi l’idillio con Manna si è rotto e le promesse di nominare la moglie assessore sono andate a farsi benedire. Ponzio ha provato in tutti i modi a “benedire” un candidato sindaco della sua parrocchia ma non c’è stato verso di convincere il “gabbiano”, che alla fine ha virato su Talarico “millefacce” e mille partiti, con l’ennesimo accordo di potere. Hanno rimesso in lista la Pulicani, naturalmente, e si sono riposizionati, a loro avviso, sul candidato più malleabile ma anche su quello più debole, tuttavia la circostanza non ha turbato certo le notti dell’uccello… Che ha avuto persino il “coraggio” di appoggiare Principe al ballottaggio, e ha pure perso…

Ma torniamo agli affari con Asp e Azienda ospedaliera. Nel settore della sanità la parola chiave è una: esternalizzare. Cosa impossibile per i servizi medici, ma fattibilissima per altre mansioni. La coop fornisce da anni molti servizi all’Azienda ospedaliera e all’Asp.

Il 10 agosto 2012, Gianfranco Scarpelli, l’ex direttore generale dell’Asp, ha emanato una delibera (la 2513) con cui aggiudicava vari servizi accessori – gestione archivi telematici, trattamento dati, gestione del Centro unico di prenotazione per le prestazioni sanitarie e dei centralini, call center telematico, riscossione pagamenti per i ticket, reception e vari front office – alla cooperativa Seatt.

Si tratta di una procedura ristretta di gara dal valore piuttosto consistente: 850mila euro circa all’anno per tre anni.

La Seatt, stando alle ultime visure camerali, occupa poco più di novanta dipendenti ma impiega pure non pochi precari, a seconda del fabbisogno.

In pratica, molti dipendenti che sono nelle postazioni pubbliche appartengono direttamente al signor Gianfranco Ponzio alias cooperativa Seatt, alias Tonino Gentile alias gabbiano pulito e leggero, che li presta al servizio pubblico per un prezzo superiore almeno quattro volte al loro costo.

Il “trucchetto” è semplice: vengono assunti a tempo, per esempio, al quinto livello e, progressivamente, scalano fino a raggiungere il terzo o addirittura il secondo.

E così Ponzio incassa soldi, fa girare il “grano” e porta voti e consensi alla famiglia più famosa della politica cosentina. Insomma, siamo davanti al vero e proprio ufficio di collocamento della famiglia Gentile nella sanità. Pet giunta con le “porte girevoli”, nel senso che la cooperativa quando ha spremuto i poveri cristi come limoni poi li molla e ne “assume” ancora altri. 

Quando, su altre piattaforme, ci siamo interessati del “fenomeno Ponzio” era già tutto pronto per la nuova infornata di soldi pubblici al prestanome di Tonino Gentile. Visto e considerato che la “delibera Scarpelli” era ormai in scadenza.

All’Asp di Cosenza stavano già pressando il dirigente Nicola Buoncristiano per mettere nero su bianco a una delibera che avrebbe assicurato 400mila euro alla cooperativa Seatt per inserire nel circuito nuovi clienti. Ma la delibera era stata accantonata. Per ritornare a galla, anzi in volo (sempre leggero e soprattutto pulito!) quando si è presentata l’occasione giusta. A maggio 2015, come per magia, Gianfranco Filippelli, il successore “gentiliano” di Scarpelli, ha dato il via libera al rinnovo fino a tutto il 2016 e poi anche per l’anno successivo e per il 2018. Poi, come da scontato copione, ha strumentalizzato e utilizzato i lavoratori raccomandati e sfruttati e di fatto siamo al punto di partenza. Con la solita tarantella dei ricorsi in attesa che… il gabbiano vincesse le elezioni insieme a Jole Santelli per riproporre la sanità “leggera e pulita”…  E così, proprio l’altro giorno, è arrivata la delibera targata Zuccatelli-Stumpo-Bersani (tanto qui destra e sinistra sono una cosa sola da decenni…) che assegna alla Coop del Cinghiale 1 milione 290 mila euro per tutto il 2020, arrivando così all’ottavo anno di monopolio dei servizi senza NESSUNA gara… 

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Perché quando uno “ti dà il posto”, anche se sul tuo lavoro ci lucra pesantemente, diventa proprietario della tua vita. E se ti ribelli, ne paghi le conseguenze…

Il vero problema, che per certi versi lascia basiti, è lo stato di sudditanza che i Gentile sono riusciti a creare sulla gente, anche nei confronti di atti che da diritti sono diventati loro regalie e quindi l’avere ottenuto diventa riconoscenza a vita.

Perché quando alle persone si è dato più di un ventennio per organizzare una rete fitta a tal punto che alcuni non sanno neanche di essere un anello della catena, questa gente ormai non si cura neanche più di nascondere le sue magagne.

E può permettersi il lusso di autodefinire il suo sguazzare nella melma come un volo di gabbiano “pulito e leggero”. Fino a quando la gente non deciderà, nel segreto dell’urna, di rimandarli nel posto dal quale sono venuti ovvero le fogne.