Dalle prime luci dell’alba, oltre 200 carabinieri del comando provinciale di Catania, con il supporto dei reparti specializzati dell’Arma — tra cui lo squadrone eliportato Cacciatori Sicilia, l’Aliquota di Primo Intervento, i nuclei cinofili e il nucleo elicotteri — stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattordici persone, localizzate nelle province di Catania e Reggio Calabria, in un’operazione ad ampio raggio coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia etnea.
Le accuse mosse agli indagati sono gravi: associazione armata finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi e munizioni, lesioni aggravate e ricettazione, tutte aggravate dall’impiego del metodo mafioso.
L’indagine, condotta dai carabinieri della compagnia di Acireale e denominata Cubisia Connection, ha messo in luce l’operatività di un sodalizio criminale radicato tra Aci Catena e Acireale, ma con ramificazioni anche nella provincia di Reggio Calabria, evidenziando una rete di contatti e interessi criminali interregionali. Il gruppo, secondo gli inquirenti, era direttamente riconducibile alla cosca mafiosa Santapaola-Ercolano, uno dei clan storici della mafia catanese.
Il cuore delle attività illecite individuate riguarda il traffico e la distribuzione di cocaina, crack, marijuana e skunk, gestite con modalità tipiche delle organizzazioni mafiose, che sfruttano la forza di intimidazione per affermare il controllo del territorio e garantire l’impunità degli affiliati.
L’operazione è ancora in corso e non si escludono ulteriori sviluppi. Particolare attenzione è rivolta al ruolo svolto da alcuni soggetti attivi nel reggino, che secondo gli inquirenti avrebbero avuto funzioni di collegamento o supporto nella filiera dello spaccio.