Tragedia a Rende. Una bambina di otto anni di etnia rom (Simona Vanessa Szilagyi, nata in Romania il 21 ottobre 2016) è morta annegata all’interno della piscina del Parco acquatico “Santa Chiara”. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare per la piccola. Ai carabinieri della Compagnia di Rende sono affidate le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Secondo una prima e sommaria ricostruzione, la piccola giocava in acqua quando ha avuto un malore fulminante (ha provato il bagnino a rianimarla prima dei sanitari del 118, ma non c’è stato nulla da fare) ed è annegata. Davanti alla struttura si sono creati momenti di tensione. Tutti i presenti sono rimasti sconvolti per l’accaduto e l’ingresso alla struttura è adesso vietato dalle forze dell’ordine.
Le forze dell’ordine intervenute sul posto stanno interrogando le persone che erano presenti al momento della tragedia e i gestori dell’impianto per verificare se sono state rispettate le misure di sicurezza. In via preliminare, come da prassi, il Parco acquatico è stato sottoposto a sequestro. Secondo quanto si apprende, i commissari del Comune di Rende nei mesi scorsi avevano indetto una gara per l’appalto del Parco acquatico, che tuttavia è andata deserta. Di conseguenza, è possibile che l’impianto sia gestito ancora dalla Marconi Village Srl, riconducibile al faccendiere Antonio Fusinato attraverso la titolare, che è la sua compagna Maria Candelaria De Rose. La commissione d’accesso al Comune di Rende (che è stato sciolto per infiltrazioni mafiose prima delle ultime recentissime elezioni) aveva segnalato al Prefetto e al Ministero dell’Interno anche la gestione di questa struttura come “esempio di non corretta gestione del patrimonio immobiliare che ha consentito a soggetti con pregiudizi di polizia di ottenere indebiti arricchimenti a scapito della collettività”.