Tropea in mano alla massomafia. Se n’è accorto anche Morra ma Dalila Nesci resta in omertoso silenzio

Il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, ha chiesto al prefetto di Vibo Valentia, Roberta Lulli, l’invio della Commissione di accesso agli atti al Comune di Tropea per procedere allo scioglimento per infiltrazioni mafiose. In un Post sulla propria bacheca Facebook, il senatore Morra, atti alla mano (precedenti relazioni prefettizie e procedimenti giudiziari), traccia il profilo del sindaco Giovanni Macrì (Forza Italia), di tre assessori e di un consigliere di maggioranza evidenziando rapporti, parentele e legami con i clan La Rosa di Tropea e Mancuso di Limbadi. Ricorda che il sindaco di Tropea ha premiato pubblicamente per “abnegazione al lavoro” il custode del cimitero accusato di assentesimo e truffa ai danni del Comune e poi arrestato per lo scandalo del ‘cimitero degli orrori’. Ricorda che per tale ultimo procedimento penale, l’assessore ai Servizi cimiteriali si è astenuta dalla costituzione del Comune quale parte civile (mentre un figlio dell’assessore, quale avvocato, difende uno degli arrestati) unitamente ad altro assessore nipote del custode arrestato. Morra spiega pure che dall’inchiesta emerge che il sindaco era stato informato di quanto avveniva al cimitero (disseppellimenti illeciti, con cadaveri incendiati e vilipesi, e posti venduti a suon di “mazzette”) da un avvocato e da un testimone di giustizia, ma non avrebbe denunciato nulla alle autorità competenti.

Ora, al di là dell’aspetto strettamente opportunistico di Morra abituato a denunciare solo le “mafie” che gli interessano, ma non a “vedere” che dentro la sua stessa Commissione c’è il riferimento politico principale del sindaco di Tropea ovvero il senatore Giuseppe Mangialavori detto Peppe ‘ndrina, quello che ci chiediamo è: che dice la tropeana Dalila Nesci di tutto questo? Cosa dice l’ex 5 stelle Dalila della richiesta dell’ex 5 stelle Nicola Morra di inviare una commissione di accesso agli atti nel suo Comune? La cosa interessa o no? Pare che la Nesci abbia ben compreso il meccanismo che regola il nuovo partito fondato da Di Maio: “fatti sempri i fatti tua e rispetta sempre gli amici degli amici”. E infatti non una parola sulla questione. La sottosegretaria si è chiusa nella sua stanzetta a pensare cosa fare, o meglio a cosa non fare. Per il momento è meglio restare nascosta, e far finta di niente. Che dire, la Nesci dimostra di avere stoffa e di meritarsi un posticino blindato alle prossime elezioni insieme a Mastella, Tabacci, Toti, Lupi, Carfagna, così come ha ampiamente dimostrato di aver “capito come funziona la paranza”, insomma, Dalila ha capito proprio tutto, ed è per questo che la migliore soluzione in questo momento per lei, è far finta di non aver capito niente. E ci riesce benissimo!