Tropea “sciolta” per mafia. Pensabene: “La vicenda più grave è quella del cimitero degli orrori”

Alla luce della pubblicazione del decreto di scioglimento del presidente della Repubblica, e soprattutto delle motivazioni emerse dalla relazione del ministro dell’Interno, si è dissolta la cortina di speranza dietro la quale i tropeani si erano trincerati. Erano convinti che si potesse far chiarezza su tutto, ma chi contava sul ricorso, oggi è pronto a gettare la spugna, annichilito dal quadro a tinte opache emerso. Tuttavia, i turisti continuano ad affollare la città, indifferenti che i residenti debbano mandare giù il secondo scioglimento in 8 anni e convivere con la nuova onta.

Sulla vicenda intervengono i due ex consiglieri di opposizione Antonio Piserà ed Annunziata Pensabene, oltre ad un ex amministratore che aveva già ufficializzato la candidatura a sindaco, Massimo Cono Pietropaolo. Le motivazioni non hanno colto impreparato Piserà, anche perché dietro vi sono aspetti che ha sempre denunciato; piuttosto spera nella modifica della legge: «Penso che sia necessario cambiarla, perché non può essere colpito solamente il politico. È la seconda volta che vengono citati dipendenti comunali; pertanto bisogna approfondire…» e dunque, per ripristinare la legalità, non “decapitare” soltanto il vertice.

Molto critica Pensabene, che lo scorso luglio era passata all’opposizione. “Tutti a casa per dati di fatto – rileva -, per qualcosa di molto grave su prove rilevate dall’accesso agli atti. Le motivazioni sono ormai note a tutti ma ritengo che la vicenda più grave sia quella del cimitero, con estumulazioni, sottrazione e vilipendio di cadaveri. E il sindaco ha premiato l’eccellente e devoto suo operaio, parente di un assessore comunale…”. Fonte: Gazzetta del Sud