Tropea. Sos Madonna dell’Isola, c’è il pericolo di altri crolli

TROPEA:  SOS MADONNA DELL’ISOLA.  LA SITUAZIONE E’ SERIA, C’E’ IL PERICOLO DI ALTRI CROLLI

dal nostro inviato nel Principato di Tropea

Il simbolo della Calabria, la Madonna dell’Isola di Tropea non sta bene e bisogna intervenire subito. Questo è il grido di allarme rilanciato domenica sera dal geologo Fabio Ietto, professore dell’Università della Calabria, in un convegno pubblico.

Il professore Fabio Ietto ha esordito affermando che il suo grido d’allarme non vuole ricercare responsabilità politiche o amministrative, ma solo dare un contributo, in base alle sue conoscenze  ultraventennali, per affrontare una situazione difficile. Il suo interessamento nasce dall’amore per Tropea, lui napoletano, sposato con una cittadina di Tropea, dove vive buona parte dell’anno. Né tantomeno vi è un suo interessamento per avere qualche incarico professionale da parte degli enti pubblici visto l’incompatibilità con la sua carica di docente universitario. L’interessamento nasce dalle sue conoscenze che  lo hanno portato alla pubblicazione di ben 12 articoli  su riviste internazionali di alto livello scientifico.

Il crollo del costone di Tropea, sostiene il Prof Ietto, non è un fatto episodico e isolato, ma già in precedenza vi sono stati altri fenomeni simili e sicuramente ci saranno nuovi fenomeni franosi nel futuro. E’ la natura stessa dell’Isola e del costone che rendono tutto fragile,  siamo in presenza di rocce arenarie formate dal trasporto di  sedimenti  sabbiosi dovuti all’azione del vento e delle correnti e onde marine. Le  rocce arenarie sono quindi fragili e i crolli sono nella loro natura stessa. Il costone di Tropea è cadenzato da un succedersi di frane sottomarine con la deposizione di materiale grossolano alla base e poi verso l’alto di materiale più sottile. La rupe di Tropea è caratterizzata da questa alternanza di elementi grossolani e sottili, che essendo più fragili e sottoposti alle intemperie possono portare a fenomeni di crollo. A questo si aggiunga che un’alternanza di sporgenze e rientranze, le sporgenze a volte danno vita ad un collassamento improvviso e  crollano. Poi c’è il problema degli scavernamenti e dei tunnel. Questa particolarità dà la bellezza paesaggistica della rupe di Tropea. Il suo unicum per cui viene desiderata e attrae tanti turisti.

I tipi di intervento che si possono prevedere, ha continuato il professore Ietto, possono essere di due tipi: interventi hard di tipo invasivo e rigidi, con la creazione di arcate che però vanno a deturpare il paesaggio oppure interventi soft con interventi morbidi ed equilibrati tra rinforzamento della roccia  e impatto visivo non devastante. E’ evidente che andare a costruire  delle arcate in cemento a sostegno della  Madonna dell’Isola avrebbe un impatto negativo sulla bellezza del posto che porterebbe ad un effetto devastante per l’immagine di Tropea e di tutta la Calabria. Ecco perché gli interventi  programmati ed effettuati sul costone dell’Isola nel 1997 furono di tipo soft e riguardavano il consolidamento e la difesa  del costone.

Il Prof. Ietto parte dalla situazione del 1997 quando il mare era direttamente a contatto con la base della scarpata, che gettava verso mare. Nel progetto  predisposto da lui e suo padre vennero evidenziate tre aree di crisi: la prima nella parte ovest, quella interessata al crollo del mese scorso, poi  i due  tunnel che sono vicini alle due linee di faglia che sono le zone più fragili e quindi a rischio crolli.

Gli interventi previsti allora, all’epoca del sindaco Vallone, furono di tipo non invasivo. Gli interventi portarono ad una sottomurazione in calcestruzzo per dare maggiore stabilità ma  ricoperto da arenaria in modo da essere non visibile a occhio umano, così come si fece una chiodatura con piastre ricoperte sempre da arenaria per non deturpare la bellezza paesaggistica. Si arrivò  alla realizzazione della barriera a ferro di cavallo che modificò il profilo dell’Isola. In quell’occasione fu anche abbattuta una buona porzione della parete dello scoglio dove poi si venne a formare la spiaggia denominata “Mare piccolo“ che proteggeva il costone. Inoltre ci fu un intervento per creare una scogliera soffolta in cemento armato posata e accostata sul fondale marino, che non si vedesse dalla spiaggia per limitare l’impatto delle onde sul costone.

Altri interventi soft non fu possibile eseguirli – come quello di un rialzo del fondale marino con una gittata di massi naturali che avrebbe permesso alle onde di perdere violenza nell’arrivo – per la mancanza di fondi pubblici disponibili. Non fu possibile realizzare nemmeno la protezione del piede della falesia  tramite massi naturali, per evitare che il moto ondoso scavasse sotto la falesia rendendola instabile e ancoraggi ai vertici della falesia.

Quello realizzato fu comunque un intervento importante ma parziale e non risolutivo perché interventi risolutivi non esistono. Questi tipi di interventi richiedono monitoraggio e interventi continui. Pensare che quegli interventi fossero risolutivi è stato un errore madornale. Invece le varie amministrazioni comunali che si sono susseguite non previdero nessuna di queste azioni, né di controllo, né di  nuovi interventi.

Al Prof Ietto risulta un finanziamento nel 2010 ma non conosce gli interventi realizzati. Dopo alcune lettere di sollecito per  altri interventi fatti nel 2001 e nel 2003, si arriva al 2004, quando il  prof Ietto presenta un nuovo progetto dove si elencavano gli interventi da realizzare e si constatava come gli interventi effettuati sette anni prima erano in gran parte andati persi proprio per la mancanza di controlli, manutenzione e completamento dei lavori previsti. Bisognava con urgenza andare ad innalzare la scogliera soffolta creata con il primo intervento che nel frattempo si era abbassata perdendo così di efficacia e fare una sottomurazione sotto la falesia e una gittata di massi per evitare il moto ondoso. Questo nuovo progetto non fu mai realizzato, dice il  Prof Ietto, anche questo per mancanza di finanziamenti. In quel progetto fu evidenziata l’alta pericolosità della zona ovest del costone e il rischio elevato di pericolosità di un tunnel.

Arriviamo ad oggi. Proprio le zone segnalate dal prof. Ietto sono state oggetto del crollo di parte del costone  avvenuto un mese fa e che ha portato alla chiusura di uno dei tunnel per rischio crollo. Il Prof Ietto sottolinea come l’azione dell’uomo non può evitare i crolli che sono, come il terremoto, imprevedibili. Ma l’azione dell’uomo può rallentare che ciò avvenga subito, può mitigare l’azione della natura, può ridurre le condizioni di rischio per salvaguardare l’incolumità pubblica e preservare la bellezza di un sito naturale.

Nulla o poco è stato fatto nel corso di questi anni e tutto sembra fermo dopo il crollo del mese scorso. Il prof. Ietto sostiene che bisogna prevedere con urgenza degli interventi per eliminare le parte pericolose come il profilo aggettante della parte sommitale della scarpata che andrebbe eliminato, così come porzioni della rupe che sono prossimi al crollo,  Ci sono  pericoli diffusi su tutto l’isola, sottolinea il Prof Ietto, massi pericolanti  e vecchi tiranti  e vecchie chiodature che sono state divelte. Per il tunnel  bisogna verificare la situazione di stabilità, verificare lo scavernamenti esistenti, vedere le reali condizioni di rischio.  E in primis bisogna proibire la fruizione dei tunnel e delle spiaggia antistante ai turisti e ai bagnanti che continuano a scorazzare tranquillamente per ogni dove.

Una situazione  veramente allarmante che richiederebbe interventi immediati. Invece l’Amministrazione Comunale di Tropea e la Regione Calabria, il sindaco della città che passa il tempo a parlare di Principato di Tropea, di marketing turismo, di Giappone e  del torneo di Spogomi (che cacchio è ???) e a conferire cittadinanze a destra e a manca, ultima delle quali al mitico Peppe ‘ndrina Mangialavori per meriti non precisati, non trova un paio di ore per andare ad ascoltare le proposte del professore Ietto e non trova neanche tempo per avvisare la cittadinanza di Tropea sullo stato dell’ Isola e sugli interventi previsti.

Qualche comunicato tranquillizzante sul sito del Comune e del Principato e nulla più. Lo stesso il suo amico politico e personale Roberto Occhiuto che parla di turismo con le solite ovvietà. Parla di valorizzazione dei borghi e intanto il simbolo della Calabria ovvero la Madonna dell’Isola di Tropea è in stato di pericolo e nessun intervento è in calendario. Perché non si fa come ad Orvieto dove Regione e Comune hanno sottoscritto un accordo di programma con la messa a disposizione di 3 milioni di euro per gli interventi sulla rupe? Perché non si attiva una collaborazione con l’Università della Calabria che ha conoscenze e professionalità ? La verità è che i nostri validi rappresentanti Occhiuto e Macrì si potrebbero dare la mano, sembrano due gemelli siamesi, campano solo di propaganda e di chiacchiere.