Tuffi. Alessandro De Rose e Giovanni Tocci, orgoglio cosentino agli Europei di Roma

Agli Europei di Roma sono due i tuffatori cosentini che stanno rendendo lustro alla nostra terra. Giovanni Tocci, 28 anni, è ormai un veterano delle grandi manifestazioni e a Roma di medaglie ne ha vinte tre. Due di bronzo dal trampolino da 3 metri e da 1 metro e poi quella d’argento insieme al compagno di squadra Lorenzo Marsiglia nei tuffi sincronizzati dal trampolino di 3 metri. Ma insieme a Tocci, c’è un altro cosentino che ha vinto una medaglia di bronzo. Alessandro De Rose, vincitore della medaglia di bronzo agli Europei nella specialità dei tuffi dall’altezza di 27 metri è un purosangue cosentino. E non è certo la prima medaglia che vince, oltre a tanti titoli conquistati in tutto il mondo. Nel 2017 aveva vinto la medaglia di bronzo anche ai Mondiali di Budapest.

Giovanni Tocci e Alessandro De Rose hanno la stessa età e hanno iniziato insieme ancora bambini nella piscina di Cosenza con i tuffi «normali», quelli che hanno reso Giovanni un grande Campione. “Chi ci ha fatto innamorare dei tuffi è stato Gaetano ‘Nino’ Aceti” – ha ricordato recentemente De Rose. Molto più di un allenatore.“Nino doveva inventare, letteralmente, per farci fare tuffi. Non avevamo un trampolino e lui tagliò da sé una tavola…Partiti da zero, i tuffi cosentini sono poi arrivati in 10-15 anni a grandi livelli con Tocci. Un lungo lavoro tra estreme difficoltà strutturali ed economiche. “Da soli non avremmo potuto farcela – ricorda ancora De Rose -. Il livello è salito da quando è subentrata Lyubov Barsukova, la grande allenatrice russa che ha formato Tocci e l’ha lanciato”. 

Ma Alessandro De Rose era stato costretto a interrompere la sua attività e mettere in un cassetto i suoi sogni. Il papà abitava in via degli Stadi ed era impiegato comunale (messo notificatore) conosciutissimo in città. Sin da bambino accompagnava suo figlio in piscina, facendo notevoli sacrifici economici, considerato il magro stipendio comunale. Il ragazzo prometteva già da bambino ma poi aveva dovuto smettere per ragioni economiche.

Il papà mori presto, Alessandro non aveva ancora 13 anni ed è andato via da Cosenza, destinazione Nord. Paradossalmente è stata la sua fortuna, perché da lì, passando pure per le esibizioni nei parchi acquatici, ha scoperto il salto dai 27 metri, diventandone in breve un interprete magnifico. Anche se non è seguito dai media come Tocci e gli altri tuffatori da piscina. Alessandro De Rose si è raccontato recentemente in un’intervista in Rai dove ha detto: “Mio padre non ha mai chiesto piaceri a nessuno, e lo stesso ho fatto io. Lavoro come cameriere a Trieste per permettermi i costi degli allenamenti e delle trasferte per gareggiare in tutto il mondo”. 

La svolta è arrivata quando questa disciplina dei tuffi dalle grandi altezze è stata riconosciuta dalla Federazione Italiana nuoto e tuffi ed ecco che Alessandro De Rose è diventato il portabandiera azzurro in questa disciplina.

Ormai sono anni che Alessandro De Rose conquista successi dappertutto e le sue imprese sono state anche trasmesse e scritte sui maggiori media italiani. Eppure a Cosenza non viene calcolato: neanche una targa dalla famigerata Commissione Cultura che premia tutti ma non Alessandro. Possibile che non si siano mai accorto di questo ragazzo?