Tutti gli affari della coop di Ennio Morrone

La cooperativa Sant’Anna nasce il 20 marzo 2014, a pochi mesi dalla scadenza elettorale delle Regionali di novembre.

Ennio Morrone deve ricandidarsi e gli è già scoppiato in mano il casino della sua incompatibilità con la proprietà delle cliniche, la Misasi di Cosenza e la San Bartolo di Mendicino (la Villa Sorriso è direttamente di proprietà del figlio Luca) che vengono generosamente sovvenzionate dalla Regione.

Deve fare urgentemente qualcosa per salvare capre e cavoli, pardon i soldi della Regione.

Il primo passo che compie è quello di chiedere un concordato con il quale dichiara che le sue cliniche (a questo punto è costretto ad ammettere la sua proprietà) sono sull’orlo del baratro avendo accumulato oltre 14 milioni di deficit. I lavoratori? Ecchissenefrega! Una squallida manovra di potere per eliminarli con la complicità dei sindacati, il cui ruolo è a dir poco patetico.

Successivamente, con una facciatosta che non ha precedenti, riesce a far passare l’audace teorema secondo cui aziende in regime di concordato possono continuare a dare in mano tutta la gestione a cooperative esterne.

Un valzer di coop l’ha definito Saverio Paletta, visto e considerato che se ne sono avvicendate addirittura sette. Tutte legate mani e piedi ai suoi figli, ai suoi parenti o a qualche provvidenziale prestanome di Ennio Morrone.

L’ultima a cadere è la cooperativa Il Girasole, che lascia il passo appunto alla cooperativa Sant’Anna. E aumenta addirittura il numero dei soci, che passano da 24 a 60 in previsione della campagna elettorale per le Regionali.

Il prestanome prescelto è Carmelo Rota, giovane assessore del Pd al Comune di Pedace. L’uomo della famiglia è Marco Morrone, fratello gemello di Luca, che è consigliere delegato ma in pratica assorbe tutti gli oneri della gestione.

Dovrà mandare avanti le cliniche, certo, ma il suo compito principale è quello di lavorare per il business “nuovo” nell’impero dei Morrone: quello dei migranti. E qui si inserisce la triste vicenda del centro di accoglienza di Spineto di Aprigliano. Abbandonato al suo destino come i suoi profughi. Dai quali arrivano però tanti denari sonanti per continuare a lucrare sulle spalle della gente.

forza italia

Strettamente legato a questa operazione, l’investimento della cooperativa Sant’Anna per l’acquisizione del locale “Primadi” a piazza Santa Teresa. Un’attività di ristorazione è proprio il cacio sui maccheroni per far quadrare il cerchio dell’assistenza (si fa per dire, purtroppo) ai migranti. In questo caso la faccia ce la mette Luca Morrone. Anzi, se potesse ce ne metterebbe anche due, visto che è un locale dove la cerchia degli eletti dell’impero fa quartier generale a tutti gli effetti.

IL BUSINESS SUI CORSI DI FORMAZIONE

Nel frattempo, per avere una monetizzazione sicura, Ennio Morrone, già nel 2012, aveva messo in piedi un’altra operazione spregiudicata.

Organizza alla bell’e meglio un corso regionale di formazione professionale per operatori socio sanitari dall’alto delle sue cariche istituzionali e trova 14 allievi da adattare alle sue esigenze. Totale del giochino: 400 mila euro.

Un corso palesemente irregolare, sul quale cominciano a pendere anche le denunce degli allievi. Che non potevano neanche partecipare al corso perché non inquadrati come Ota (come prescrive la legge).

GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI

Ma torniamo alla cooperativa Sant’Anna. Nata a marzo 2014, regge il tempo giusto per mettere a segno gli obiettivi prefissati: subentra alla “Girasole”, assorbe 60 dipendenti, tra cui anche Giusy Osso, assessore del Pd al Comune di Amantea e Antonella Barca di Pedace (non si trattava dell’ingegnere Carmela Barca, vicesindaco di Pedace, che precisa di essere estranea alle cliniche di Morrone).

In pratica, la base per assicurare la rielezione a consigliere regionale di Ennio Morrone.

Contestualmente, prende in mano il business dei migranti ad Aprigliano.

Neanche una settimana dopo le elezioni regionali, Morrone dà il via alla smobilitazione e licenzia i 60 soci della cooperativa e i 14 allievi del corso di formazione. Un trionfo!

Ora il copione morroniano avrebbe previsto la chiusura della cooperativa Sant’Anna magari per passare alla cooperativa San Gennaro… Tanto in Tribunale si bevono tutto! Oppure la pacchia è finita? Chi vivrà, vedrà.