Unical, dietro le quinte della parata: il valzer de “Il Gattopardo” e la gaffe della ministra

Il rettore dell’Unical Leone e lo scienziato definito da tutti re dell’informatica Georg Gottlob non potevano essere più sfortunati nel pescare dal verminaio della malapolitica italiana nel ruolo di ministro dell’Università una seguace di Silvio Berlusconi, tale Anna Maria Bernini. E così una giornata di altissimo livello culturale con una lectio magistralis straordinaria su intelligenza e ignoranza artificiale è stata ridotta a barzelletta dalle conclusioni della ministra, che inevitabilmente ha capito ben poco e ha finito per fare il solito vuoto comizietto per i suoi amichetti locali.

Come sempre accade in questi casi la prima fila delle autorità politiche, civili, militari e religiose è sempre un ricettacolo di soggetti che non hanno nessun titolo – nella migliore delle ipotesi – per stare in quel posto. Faceva un certo effetto vedere in rapida successione le “maschere” del procuratore Gattopardo Mario Spagnuolo, del sindaco di Cosenza Franz Caruso, della presidente della Provincia nonché sindaca di San Giovanni in Fiore Rosaria Succurro, della deputata del M5s Anna Laura Orrico, del senatore Mario Occhiuto, della deputata della Lega Simona Loizzo e del presidente della Regione Roberto Occhiuto. Mai come oggi la rappresentanza istituzionale cosentina è stata così scadente e intrallazzona e il flash dei due fratelli in prima fila è quello che di più deprimente abbia riservato questa giornata.

Per fortuna, il verbo di Gottlob ha scacciato via quelle brutte facce. Dello scienziato colpisce non solo l’umiltà che è dei grandi ma anche il modo di porgere concetti fondamentali per il nostro futuro in maniera chiara e quasi disarmante come quando spiega le distorsioni dell’intelligenza artificiale nell’esempio calzante di alcune delle sue stesse opere che vengono clamorosamente sbagliate. “Non solo noi uomini ignoriamo certe cose, anche le macchine possono errare – ha evidenziato Gottlob -. Gli errori delle macchine che costruiamo devono essere studiati per migliorare. Oggi siamo arrivati a logiche di intelligenza artificiale molto efficienti che possono lavorare con big data e sviluppare ragionamenti piuttosto complessi, ma questa disciplina ha ancora bisogno di svilupparsi”. Impossibile non pensare alle “perle” distribuite agli “animali” della prima fila, ma tant’è. Grazie al cielo non sono mancati i momenti involontariamente comici, che hanno contrassegnato l’inaugurazione dell’anno accademico.

L’attesa per l’arrivo della ministra si prolunga di qualche minuto e di conseguenza va avanti anche l’esibizione musicale del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza. A un certo punto i musicisti intonano il valzer brillante di Giuseppe Verdi reso celebre dalla colonna sonora di Nino Rota del film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti. Sono le note del valzer del commiato, il motivo centrale della sequenza del ballo più celebre di tutto il film, quello che Angelica chiede allo zio del suo promesso sposo per suggellare la promessa di matrimonio. Claudia Cardinale e Burt Lancaster assieme ballano sul famosissimo valzer inedito per pianoforte di Giuseppe Verdi, fatto orchestrare dal maestro Nino Rota.

“Il Gattopardo” è il titolo che abbiamo dedicato al procuratore del porto delle nebbie di Cosenza ed è un titolo che ormai fa parte dell’immaginario collettivo dei cosentini esattamente come quelli di Cinghiale, di cazzaro o di Madame Fifì e Capu i Liuni. Le note del valzer creano un inevitabile lunghissimo momento di imbarazzo in prima fila e di risate sotto i baffi degli astanti ma alla fine le note struggenti hanno la meglio e vanno avanti fino alla fine. Per un momento abbiamo immaginato che volteggiassero leggiadri il Gattopardo e la Regina della Sila, anzi ci è sembrato proprio di vederli indossare i panni di don Fabrizio Corbera, principe di Salina e Angelica Sedara, figlia di don Calogero, amministratore dei feudi del principe di Salina. E per un attimo era sembrato vero.

Al momento dei ringraziamenti, come da scontato copione, la ministra Bernini sbaglia il nome del sindaco Franz Caruso e forse per il classico lapsus freudiano dice “Caputo” ovvero il cognome del consigliere regionale vicinissimo agli Occhiuto, che si trova proprio lì, dietro ai suoi capi e che si sussurra potrebbe ambire proprio alla carica di sindaco. La correggono, ma è troppo tardi ovviamente. Fa appena in tempo a dire che lei è “campionessa” di gahhe e pochi secondi dopo, però, la ministra si ripete e nel ringraziare Rosaria Succurro, la Regina della Sila, le scappa un “nostra presidente di Regione”! Robertino fa in tempo solo a lanciarle un’occhiataccia e nessuno, ma proprio nessuno, se la sente di correggerla e la cosa passa così, in cavalleria. Nel frattempo, sia in prima fila, ma anche nelle altre, gli astanti di sesso maschile, quasi come per un riflesso condizionato, si toccavano per un istante le parti basse. Tu chiamalo se vuoi istinto di sopravvivenza.