Facoltà di Medicina a Cosenza ed il nuovo ospedale HUB
L’Università della Calabria, voluta fortemente da Francesco Principe e dalle giunte di sinistra a Rende che si sono succedute fino al 2014 (escluso Manna, insomma, che tutto è tranne che… di sinistra, ndr), con sede in Arcavacata di Rende, ha raggiunto un grande obiettivo: l’istituzione della Facoltà di Medicina.
Ora, nel particolare periodo in cui viviamo, la politica ha perso la capacità di individuare scelte strategiche e di far crescere la città, e assistiamo ad uno smarrimento totale, ma è proprio qui in questo vuoto di idee che per fortuna ci sono ancora menti pensanti ed illuminate.
A tal proposito noi sentiamo di dover esprimere la nostra gratitudine, ma anche sicuramente di molti cittadini al prof. Sebastiano Andò che è stato l’unico vero attore che ha ricambiato ampiamente l’ospitalità di questa terra quando venne da giovane docente universitario, riuscendo là dove la politica a tutti i livelli ha miseramente fallito, facendo si che il sogno della facoltà di medicina all’Unical diventasse realtà.
Il prof. Andò si è sempre battuto per dare una dimensione più ampia all’Unical, promuovendo un processo di internazionalizzazione della stessa, come per esempio negli anni passati è stata l’istituzione di diverse borse di studio in scienze e tecnologia farmaceutica con l’università di Pechino, grazie alla collaborazione anche del Prof. Domenico Sturino, nonchè sacerdote della comunità Rendese, che ha favorito l’inserimento degli studenti cinesi all’interno dell’ateneo. Oggi, grazie al valore dei suoi lavori scientifici il prof. Andò ha fatto si che l’Unical venisse riconosciuta polo di eccellenza per la ricerca in campo medico. Da anni, svolge ricerche all’avanguardia con università americane e anche in collaborazione con il prestigioso Istituto oncologico di Aviano con ricerche volte allo sviluppo e produzione di frammenti di mab (anticorpi monoclonali) per la terapia molecolare personalizzata di tumori.
L’accreditamento da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca del corso di laurea in Medicina e Chirurgia è una notizia di rilevanza storica non solo per la provincia di Cosenza ma per l’intera Calabria. La nascita della facoltà di Medicina è senza dubbio una scelta intelligente e al passo con i tempi, dove si sa ormai la diagnostica è basata tutta su strumentazione tecnologicamente sempre più avanzata, in cui le discipline dell’ingegneria (informatica, robotica) hanno un ruolo sempre più fondamentale. La facoltà di Medicina a Cosenza è sicuramente la risposta che va in questa direzione ed è una tappa fondamentale a cui ci auspichiamo si aggiungerà la creazione di un istituto di ricerca multidisciplinare che possa sviluppare una collaborazione sinergica con l’ospedale civile di Cosenza e dare maggiore spessore alla qualità delle cure.
Per tale motivo noi pensiamo che il nuovo ospedale Hub di Cosenza, per essere degno di questo nome, non deve essere una rivendicazione geografica dei sindaci di Cosenza e Rende, ma debba nascere nel campus di Arcavacata per favorire uno scambio più veloce ed interattivo tra ricerca e cure mediche e far crescere, così, la preparazione dei nostri medici a vantaggio dei pazienti di tutti i paesi della provincia di Cosenza e non solo.
Il nostro ringraziamento va anche al Rettore prof. Leone che ha sposato questo progetto che coniuga l’ingegneria e la matematica con la medicina per avere una risposta in termini di offerta didattica adeguata ai tempi di oggi ma soprattutto che guarda al bene comune.
Negli ultimi anni la sanità pubblica italiana è stata brutalmente smantellata a suon di aziendalizzazioni, tagli, chiusure dei presidi nelle zone svantaggiate come la Calabria, e di conseguenza questa condizione ha concesso inevitabilmente ampio margine alla sanità privata che sopperisce alle inefficienze strutturali del pubblico. Un segno tangibile dello stress e del dissanguamento a cui è sottoposto il sistema sanitario sono le liste d’attesa bibliche e il crescente costo dei ticket. La contrazione della spesa pubblica e le feroci privatizzazioni della sanità hanno imposto un nuovo paradigma, ovvero ci si può curare non secondo il diritto ma secondo il reddito.
E’ necessario assicurare, di contro, il diritto alla salute come sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana a tutti attraverso un sistema pubblico universale e solidaristico finanziato dallo Stato, estirpando all’interno della sanità pubblica qualsiasi forma di commistione fraudolenta tra pubblico e privato. La sanità pubblica è un bene comune inalienabile e il diritto alla salute non è in alcun modo negoziabile.
Associazione Spazio Aperto 1495