di Giulio Bruno
No-Mask: Sottocategorie 1 e 2; 1) non credono all’esistenza del virus, dunque non mettono la mascherina.
Solitamente si fidano dei consigli del cugino pizzaiolo o del fruttivendolo sotto casa. I più temerari adottano comportamenti a rischio, spavaldi e sprezzanti nei commenti sui social. I più riflessivi, pur difendendo la base teorica di fondo, per non saper né leggere e né scrivere (spesso è davvero così…) adottano uno stile di vita meno spregiudicato. In passato hanno sposato la teoria terrapiattista e sono pronti a dimostrarne la fondatezza, esibendo a richiesta foto scattate da un canotto a 15 metri da riva o da un’altura intorno ai 700 m s.l.m. 2) credono all’esistenza del virus ma ritengono nocivo l’uso della mascherina. Appartengono a una categoria più evoluta, incarnando l’ala intellettuale della galassia. Nessun dubbio sulla pericolosità del Covid, ma indossare la mascherina determina problemi di salute più gravi a causa dell’accumulo nei polmoni di anidride carbonica, ozono, monossido di carbonio, biogas e scarti di produzione industriale di natura gassosa. O gazzosa, per alcuni.
Si fidano dei preziosi suggerimenti di vicini di casa o colleghi che, in gioventù, vantavano il 6,5/7 in scienze e biologia alle scuole medie. Sono ferventi sostenitori delle scie chimiche prodotte da aeroplani votati all’estinzione del genere umano.
No-Vax: Sottocategorie: 1 e 2; 1) non credono all’esistenza del virus, quindi ritengono inutile l’uso della mascherina e, ca va sans dire, l’inoculazione del vaccino.
Rientrano nella categoria degli spregiudicati, tipi da “Gioventù bruciata” alla James Dean. Tuttavia, sono contrari alla legalizzazione della cannabis, ritengono gli immigrati portatori di malattie infettive ad alta contagiosità, bevono a canna dalla bottiglietta di minerale senza appoggiare le labbra alla plastica, si lamentano dei cani in spiaggia. Quando finiscono in terapia intensiva attribuiscono la causa della malattia alla distruzione dell’Amazzonia; 2) credono all’esistenza del virus, indossano la mascherina ma ritengono nocivo e pericoloso il vaccino. Fanno parte della categoria dei dotti, gente con elevate competenze mediche che per una serie di sfortunate coincidenze, esercita tutt’altro mestiere (impiegato, commerciante, artigiano, imprenditore). Da sempre allineati su posizioni di contrasto alle multinazionali farmaceutiche, big pharma e medicina ufficiale. Sostengono l’omeopatia e le pratiche di rilassamento per combattere ogni tipo di malanno (dal raffreddore al tumore), si cibano di curcuma e di bacche di Goji. Spesso adepti di religioni di nicchia, esaltano i benefici derivanti dalla meditazione, dalle pratiche Zen, dall’energia vitale capace di trasmettere il sole, dal respiro del vento e dalle carezze umide della pioggia. Quando finiscono intubati attribuiscono la responsabilità a Bill Gates e al 5G.
No-Green Pass: Sottocategorie 1 e 2; 1) non credono al virus, non indossano la mascherina e non si vaccinano (cat. 1 No-Vax).
Spesso convinti di appartenere a una specie eletta, confidano nelle proprie granitiche convinzioni frutto di anni di studi tra bilancieri e panche per addominali. Statisticamente muoiono tra indicibili sofferenze, con addome a tartaruga e bicipiti delineati. Amano Chuck Norris, Arnold Schwarzenegger e lo Stallone di Rambo. L’adozione del Green-Pass viene visto come un affronto alla possibilità di andare in giro senza limitazioni nonostante il fisico da urlo;
2) credono al virus, indossano la mascherina ma non hanno fatto il vaccino (cat. 2 No-Vax).
Appartengono alla categoria intellettuale massima. Individui con q.i. superiore alla norma, possiedono conoscenze mediche, scientifiche e giuridiche. Queste ultime determinano una forte presa di posizione a tutela delle garanzie di libertà costituzionali individuali e collettive. Socialmente ben inseriti, dispensano pillole di sapere e saggezza sui social network. Confutano con argomentazioni convincenti costituzionalisti e docenti universitari. Spesso esordiscono con “come certamente sai meglio di me” o con “come tu m’insegni”, lasciando trasparire umiltà e propensione all’ascolto. Politicamente impegnati, in passato hanno promosso rivoluzioni e petizioni sulla tastiera del proprio smartphone. Si ergono sopra tutto e tutti, difendono battaglie di civiltà per minoranze e soggetti deboli. Quando si ritrovano in terapia intensiva, lanciano appelli all’unità. Sono contrari al Green-Pass in nome dell’inalienabile diritto alla libertà di movimento, di espressione e di elaborazione teorica.