Oggi è il 14° giorno di occupazione del Polo scolastico di Castrolibero. Gli studenti hanno conquistato l’attenzione mediatica nazionale, hanno rivelato a tutta Italia il “sistema” di gestione di una scuola che doveva essere di “eccellenza” e nei fatti è solo un “progettificio” per fare soldi e hanno denunciato le vergognose molestie sessuali subite da molte studentesse. Ma non è ancora bastato per mandare via dai suoi “appartamenti” la preside dell’istituto Iolanda Maletta, tenuta ancora in piedi dalle pastoie burocratiche di un Ministero ridicolo come quello dell’Istruzione. Si attendono gli esiti di un’ispezione che avrebbe dovuto accertare con velocità i fatti e che invece ancora tardano ad arrivare a tutto svantaggio di una intera comunità scolastica. E nel frattempo emergono ancora altri particolari sconcertanti che sono a conoscenza di docenti e studenti e che nel corso degli anni non sono mai stati chiariti.
Ce n’è uno in particolare che rasenta il tragicomico. Una bella mattina al Polo Scolastico di Castrolibero quasi tutti gli studenti hanno potuto ascoltare distintamente l’esplosione di alcuni colpi d’arma da fuoco. Vicino alle classi c’è il terreno di un contadino, che tra le altre cose porta a pascolare anche un gregge di pecore. La circostanza attrae la curiosità di un gruppo di ragazzi che evidentemente prendono in giro il contadino imitando il verso degli animali… Succede una, due, tre volte, e alla fine le prese in giro goliardiche diventano la causa per far esplodere una serie di colpi di fucile (per fortuna in aria), che ovviamente vengono distintamente sentiti da docenti e studenti. La preside chiama i carabinieri, che intervengono, tolgono il fucile (sembra da caccia) al contadino e acconsentono alla volontà della dirigente di non far uscire fuori niente. Tuttapposto, non è vero niente, non ha sparato nessuno avrebbe detto la preside negando anche l’evidenza. Quanto ai carabinieri, oltre ad acconsentire al silenzio, pare che dopo qualche tempo abbiano anche “restituito” il fucile al contadino “incazzoso”. Incredibile, ma purtroppo vero.
La preside aveva provato a negare l’evidenza anche il 4 ottobre 2021, quando lo scagnozzo del figlio di un noto boss del circondario ha pestato a sangue Emanuele, un ragazzo di 14 anni, figlio di una professoressa della scuola e la preside ha avuto il coraggio di dire che l’aggressione era avvenuta “fuori” dalla scuola. Salvo poi “esultare” quando lo scagnozzo s’è accusato del pestaggio liberando da ogni responsabilità il suo “capo”. Anche in questo caso “tuttapposto”.
O come quando, qualche tempo prima, un altro ragazzo proveniente da Marano Marchesato era stato conciato come Emanuele e nessuno aveva fiatato. E forse ce n’è un altro ancora, figlio di un’altra professoressa della scuola, che è stato ridotto male. Ma anche su questi altri pestaggi è calata la “censura”. Tuttavia la goccia che ha fatto traboccare il vaso doveva essere quella delle molestie, forse lo “scheletro” più appariscente negli armadi della preside Maletta, che sono sempre più imbarazzanti per le vergogne che nascondono.